Ammortamento immediato (di beni di piccolo valore)
Breve analisi dell’ammortamento dei beni con un costo inferiore ad euro 516,46

da | 9 Ott 2016 | Economia aziendale e Diritto commerciale | 0 commenti

Diciamo subito che l’ammortamento cosiddetto immediato, cioè quello riferito ai beni materiali il cui costo non supera i 516,46 euro (ex un milione di lire), è un ammortamento esclusivamente fiscale.

Anzi, l’ammortamento dei beni di piccolo valore non esiste affatto nella disciplina civilistica, i cui criteri di valutazione dovrebbero essere quelli concretamente applicati nella contabilità aziendale, mentre i criteri fiscali dovrebbero trovare posto solo nell’ambito della dichiarazione dei redditi. Pertanto ogni applicazione in contabilità dell’ammortamento immediato confligge con quella che dovrebbe essere la norma puntuale da rispettare. Vedremo tra poco perché.

Detto ciò (e preso atto del fatto che nessuno applica rigorosamente i criteri civilistici), vediamo cos’è e come va usato l’ammortamento dei beni costati non più di 516,46 euro.

 

Innanzitutto l’ammortamento immediato non è un obbligo ma una facoltà per l’imprenditore, il quale può benissimo applicare i coefficienti fiscali e quindi far durare l’ammortamento per più anni, come nel caso di beni materiali di costo superiore a 516,46 euro.

Inoltre bisogna fare attenzione a come si calcola il costo, al fine di rispettare il tetto dei 516,45 euro. Infatti, il costo unitario deve far riferimento solo a quei beni “suscettibili di autonoma utilizzazione” e pertanto ad esempio un cavo telefonico acquistato a parte, ma da utilizzare per un impianto tecnico costato molto di più di 516,46 euro, non può a rigor di legge essere interamente spesato nell’esercizio nel quale è stato acquistato, dovendo invece seguire le sorti, pluriennali, dell’impianto principale a cui esso è funzionale.

E’ anche da tener presente che il bene di piccolo valore non può essere contabilizzato semplicemente nella voce di costo che gli è propria (per es. tra le “spese di utensileria”), ma deve essere ammortizzato, nel senso che tale bene va contabilizzato nel conto acceso alle immobilizzazioni (per es. “macchine ed impianti”), per poi essere nello stesso anno, in sede di bilancio, ammortizzato per l’intero importo.

Per concludere facciamo l’esempio di un armadio per ufficio costato 800,00 euro e del quale stimiamo una durata utile di 10 anni. Come precisato, se volessimo rispettare rigorosamente la norma civile, dovremmo ammortizzarlo per dieci anni con una quota di ammortamento annuale pari a 80,00 euro. Tuttavia quasi tutti optano per il criterio fiscale (sia pur con la forzatura normativa accennata), scaricando l’intero costo nell’anno di acquisto mediante un ammortamento pari al 100% del costo iniziale (800,00 euro).

Ecco in una tabella la differenza di valutazione di un cespite costato euro 900,00 tra i due criteri citati, nel caso di una durata stimata di 5 anni:

AMMORTAMENTO DI UN CESPITE
Costo di acquisto euro 900,00
Durata stimata anni 5

I anno

II anno

III anno

IV anno

V anno

TOTALE

Ammortamento (criterio civilistico)

€ 180,00

€ 180,00

€ 180,00

€ 180,00

€ 180,00

€ 900,00

Ammortamento (criterio fiscale)

€ 900,00

€ 900,00

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