Il governo ha finalmente reso funzionante l’Ape, cioè l’Anticipo Pensionistico che permette ai lavoratori di andare in pensione prima della maturazione dei requisiti.
Dopo che la legge Fornero ha di fatto alzato l’età pensionabile a ridosso della morte dei lavoratori (o comunque del periodo in cui servono i pannoloni), c’è molto interesse per tutte le possibili “vie di fuga” anticipata dal lavoro.
Una di queste è l’Ape, l’Anticipo Pensionistico che permette di ricevere una rendita (di fatto un finanziamento) e quindi di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima del momento in cui maturano i requisiti Inps, quelli necessari a ricevere la “vera” pensione. Requisiti che per di più sono in continua crescita, perché agganciati alla famosa “aspettativa di vita” che è sempre in aumento (perché la qualità della vita migliora?!), rendendo peraltro molto incerte le valutazioni in materia di pensioni.
Ma conviene attivare l’Ape e ritirarsi in anticipo dal lavoro?
Oppure è meglio continuare a lavorare fino alla fine e cioè fino a quando non si raggiungono i requisiti di età (altissima) o di anzianità di servizio (altrettanto altissima)?
Per rispondere a queste importanti domande utilizziamo un semplice esempio.
Pensionato |
data attuale (in cui prendere una decisione) |
data di anticipo pensionistico (Ape) |
data di pensionamento |
Franco Rossi |
ott-17 |
dic-17 |
dic-20 |
Pensione netta spettante (euro) |
1.500,00 |
||
Tasso di interesse Ape |
2,80% |
Ci troviamo a ottobre 2017 e Franco Rossi maturerà i requisiti per la pensione a dicembre 2020, cioè tra circa 3 anni.
Può decidere di continuare a lavorare per altri 3 anni ed arrivare a dicembre 2020 quando finalmente prenderà la pensione Inps, oppure può andare via dal lavoro a dicembre 2017, con 3 anni di anticipo ed una rendita mensile, grazie all’Ape.
Cosa gli conviene fare?
Poniamo che Franco sappia che l’Inps gli pagherà una pensione al netto della tasse pari ad euro 1.500, le situazioni alternative che gli si presentano di fronte e fra le quali deve scegliere possono essere riassunte come segue.
Se Franco rimane al lavoro ed aspetta i requisiti pensionistici, prenderà fra 3 anni (a dicembre 2020) euro 1.500 netti al mese per tutta la vita (semplifichiamo non considerando l’inflazione), ma dovrà appunto lavorare per altri 3 anni.
Se invece chiede l’Ape, può andare in pensione subito (a dicembre 2017) con 3 anni di anticipo, prendendo immediatamente euro 1.125 netti al mese fino alla data di pensionamento (sempre la stessa: dicembre 2020), momento in cui prenderà euro 1.261 netti al mese per 20 anni; dopo questi 20 anni (se è ancora vivo, ovviamente) tornerà a prendere i 1.500 euro netti mensili che costituivano la sua pensione “ordinaria” iniziale.
Come si vede dai calcoli, la richiesta dell’Ape comporta che non si prenderà la pensione cui si ha diritto (nel nostro esempio euro 1.500), ma una somma inferiore (euro 1.261), perché la pensione mensile dell’Inps è decurtata di una somma (in questo caso euro 239) la quale costituisce la rata da pagare alla banca (al tasso di interesse che nell’esempio è stato ipotizzato al 2,80%) per rimborsarla del finanziamento con cui è stato possibile erogare l’anticipo pensionistico di euro 1.125 per 3 anni.
Pertanto, se vogliamo tirare le somme così da scegliere l’opzione più conveniente: alla fine dei 20 anni di pensione ridotta (causa la rata da rimborsare per l’anticipo pensionistico) Franco Rossi avrà ricevuto un totale di euro 373.120, comprensivo dei 3 anni di Ape, contro un totale di euro 390.000 che riceverebbe dopo 20 di pensione “normale”, senza adesione all’Ape ma lavorando 3 anni in più. La perdita sarebbe quindi, dopo 23 anni, del 4,33% rispetto a quanto avrebbe presso senza Ape.
Qual è a questo punto la scelta più conveniente per Franco Rossi e per chiunque si trovi nelle sue condizioni?
Dipende dal costo soggettivo che ciascuno attribuisce agli anni di lavoro: c’è chi preferisce lavorare e non perdere neanche un euro e chi invece preferisce passare le giornate con la moglie, i nipotini, gli amici e soprattutto con tantissimo tempo libero a disposizione, pagando il 4,33% (nell’esempio) della propria pensione per i prossimi 20 anni.
Noi forniamo gli strumenti per avere le informazioni con le quali decidere, ma la decisione finale spetta, chiaramente, al lavoratore. Nello specifico gli strumenti sono rappresentati dal nostro programma gratuito al quale rinviamo.
Quella che segue è una tabella esplicativa dell’esempio sulla pensione di Franco Rossi appena descritto.
Mese |
Pensione netta senza Ape (1) |
Pensione con Ape (1) (2) |
Note |
dic-17 |
0 |
1.125 |
Anticipo pensionistico |
gen-18 |
0 |
1.125 |
|
feb-18 |
0 |
1.125 |
|
… |
0 |
1.125 |
|
… |
0 |
1.125 |
|
… |
0 |
1.125 |
|
nov-20 |
0 |
1.125 |
|
dic-20 |
1.500 |
1.261 |
20 anni di pensione decurtata per il rimborso rata dell’anticipo pensionistico |
gen-21 |
1.500 |
1.261 |
|
feb-21 |
1.500 |
1.261 |
|
… |
1.500 |
1.261 |
|
… |
1.500 |
1.261 |
|
… |
1.500 |
1.261 |
|
… |
1.500 |
1.261 |
|
… |
1.500 |
1.261 |
|
… |
1.500 |
1.261 |
|
nov-40 |
1.500 |
1.261 |
|
dic-40 |
1.500 |
1.500 |
Periodo “normale”, a regime |
gen-41 |
1.500 |
1.500 |
|
feb-41 |
1.500 |
1.500 |
|
… |
1.500 |
1.500 |
|
… |
1.500 |
1.500 |
|
… |
1.500 |
1.500 |
|
… |
1.500 |
1.500 |
|
… |
1.500 |
1.500 |
|
… |
1.500 |
1.500 |
|
… |
per tutta la vita |
per tutta la vita |
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(1) non si considerano gli effetti sulla pensione dell’inflazione |
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(2) la tredicesima di ogni anno Ape è ad importo pieno (euro 1.500), perché non c’è il rimborso della rata |
Vi ricordiamo il nostro programma gratuito per calcolare facilmente l’età alla quale andare in pensione.
Vi ricordiamo anche il nostro programma gratuito di calcolo dei trattamenti previdenziali per valutare la convenienza ad andare in pensione anticipatamente grazie all’Ape.
Abbiamo messo tutto il nostro impegno nella stesura dell’articolo, ma esso è stato scritto esclusivamente per finalità didattiche e pertanto non fate affidamento sulle informazioni contenute nel testo. Ci esoneriamo quindi da qualsiasi responsabilità per i danni derivanti dall’uso dei dati forniti.
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