Ordine dorico
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L’ordine dorico, è la manifestazione architettonica che, a partire dal VI secolo a.C., si diffonde nella Grecia continentale e nel Mediterraneo occidentale.
Tratti distintivi dell’ ordine sono: colonne robuste prive di base e coronati da capitelli dalle forme essenziali ed equilibrate, e trabeazione con fregio discontinuo. Su di un crepidoma di tre gradini si erge la colonna che presenta il numero canonico di venti scalanature separate da spigoli vivi, la sua altezza, espressa in moduli, è pari a nove e mezzo, mentre la trabeazione è alta quattro moduli circa.
Il capitello è costituito da:
- abaco, forma di parallelepipedo e funzione di trasmettere il carico dell’architrave alla colonna
- echino, elemento di raccordo tra l’abaco ed il fusto, di forma complessa (assimilabile ad una modanatura convessa), alla base dell’echino erano scolpiti degli anelli dal profilo piano o angolato.
- collarino, funzione pratica per la messa in opera della colonna.
La trabeazione è costituita da:
- architrave, composta da una fascia, tenia, sotto la quale, ad intervalli regolari, sono situati dei listelli, regule, e al di sotto di essi sei elementi di forma troncoconica, le goccie.
- fregio, composto da due elementi alternati, la metopa (lastra piana decorata con composizioni figurata ) ed il triglifo, che ripete nell’aspetto formale l’immagine delle testate delle travi lignee della copertura arcaica, è posto in asse con la colonna ed è composto da due glifi (scanalature a sezione triangolare ) e da tre femori ( fasce verticali tra i glifi ), il tutto coronato da una cornice.
- sottocornice, disposta a mutuli (parallelepipedi collocati al di sotto del gocciolatoio che ricordano i listelli lignei delle coperture antiche), e sotto di essi le gocce, ordinate in tre file di sei.
- gocciolatoio, composto da una semplice fascia piana
- sima, composta da una modanatura ad ovolo, bordata a sua volta da un ovolo più piccolo dove sono situati i doccioni per l’acqua piovana (protomi leonine).
Si tende a considerare l’anno 490 a.C. come periodo di formulazione, da parte degli architetti del tempo, di un canone per l’ordine dorico nella forma perfetta, ma statica dei capolavori del V secolo, si riduce l’altezza e la larghezza dei capitelli, appiattendone il profilo, si riduce anche l’altezza delle trabeazioni alleggerendo l’immagine complessiva dell’ordine, le metope diventano quadrate, i mutuli si ripetono con misure costanti e la sima adotta profili di origine ionica.
Con l’avvento dell’ellenismo l’ordine dorico viene “sopraffatto” dagli altri ordini, e il suo utilizzo e limitato ad alcuni edifici civili, l’ordine snellisce le colonne, ed il capitello presenta misure ridottissime con un echino senza più curvatura, questi cambiamenti riducono l’ordine ad un semplice accessorio privandolo da ogni monumentalità.
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