Premessa
I clienti delle banche devono guardarsi bene da una serie di costi gravanti sul loro conto corrente:
a) la CMS, ovvero la Commissione di Massimo Scoperto, calcolata sul più elevato saldo negativo del periodo di riferimento
b) la nuova commissione sull’accordato (o locuzione equivalente), calcolata come percentuale del fido concesso
c) le penali, variamente denominate, sugli sconfinamenti, calcolate in misura fissa o in percentuale dell’importo sconfinato
d) il tasso debitore, applicato sui saldi negativi
e) le spese generali di tenuta conto, chiamate dalle banche con i nomi più diversi
Sono queste le voci che vanno sempre tenute sotto il più stretto controllo.
Allo scopo andare incontro agli utenti bancari e diminuire i loro costi sui conti correnti, il legislatore italiano nel gennaio 2009 ha rivisitato le regole della CMS.
Adesso quest’onere è applicabile solo sui conti affidati e solo quando il saldo negativo perdura per almeno 30 giorni.
Contestualmente è stata prevista una nuova commissione, che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe sostituire la CMS e far risparmiare ai clienti bancari un bel po’ di soldi: la cosiddetta commissione sull’accordato (ma le banche la chiamano spesso con i nomi più diversi ed anche molto fantasiosi) può infatti essere applicata sul fido accordato entro il limite dello 0.50% trimestrale.
Dopo questa piccola rivoluzione nel campo delle commissioni bancarie, gli istituti di credito hanno reagito con misure correttive in modo da controbilanciare i mancati guadagni. Tali misure in molti casi hanno aggravato, anziché ridurre com’era nello spirito della legge, i costi sopportati dai correntisti.
Per esempio una delle contromisure adottate per sfuggire alle limitazioni normative è stata quella di aumentare i tassi a debito dei correntisti e le spese generali di tenuta conto.
Molto è stato scritto sulla stampa specializzata circa questo insano comportamento da parte delle banche, tant’è che le associazioni dei consumatori hanno subito minacciato iniziative giudiziarie contro le banche, nel tentativo di far ritornare i costi bancari a carico dei clienti entro livelli ragionevoli.
Ma è proprio così? I costi bancari da pagarsi sui conti correnti sono aumentati invece di ridursi? Gli interventi normativi hanno avuto quindi conseguenze di segno contrario rispetto alle aspettative?
Su questi aspetti si è aperto un vivace (e giustissimo) dibattito.
Alle suddette domande, di estrema importanza per i correntisti bancari, ha posto finalmente fine la Banca d’Italia con la sua indagine conoscitiva sulle “commissioni applicate dalle banche su affidamenti e scoperti di conto”. Essa ha riguardato ben l’82% dei c/c offerti alla clientela.
Vediamo dunque qual è la vera situazione in tema di costi bancari sui conti correnti dopo le modifiche legislative. Così che i correntisti sappiano a priori cosa li aspetta quando intrattengono un conto corrente presso un istituto di credito e si regolino di conseguenza.
Occorre innanzitutto distinguere tra conti affidati (per i quali si parla di utilizzo del fido quando il saldo diventa negativo) e conti correnti senza fido (in questo caso si parla di scoperto).
Conti correnti affidati
Diciamo subito che il panorama italiano dei costi bancari è stato distinto da Bankitalia in 4 scenari per una semplificazione dell’indagine, tutti afferenti le imprese. Ogni scenario è diverso per importi, numero operazioni e giorni di scoperto di conto.
Successivamente alle modifiche normative le banche hanno reagito così:
In particolare la sostituzione della CMS è avvenuta nell’85% dei casi con la commissione sull’accordato, in prevalenza applicata nella sua misura massima: 0.50% del fido accordato.
Dall’analisi sui nuovi contratti riguardanti i conti affidati risulta che i costi sono diminuiti in media del 41%, con un miglioramento delle condizioni economiche in tutti e 4 gli scenari utilizzati.
Conti correnti non affidati
Purtroppo è leggermente meno buona la situazione per i c/c non affidati, dove gli scenari utilizzati dalla Banca d’Italia per la rilevazione sono stati ben 8, afferenti, diversamente dai precedenti, il particolare segmento delle famiglie.
Qui le banche hanno spesso impiegato, come arma difensiva verso i mancati guadagni derivanti dalle novità legislative, la subdola politica di maggiorare i tassi di interesse debitori ed i costi generali di tenuta conto.
Pertanto, già solo per questo motivo, le conclusioni cui è giunta l’indagine conoscitiva di Bankitalia sono da interpretare necessariamente per difetto, ovvero i miglioramenti riscontrati a favore delle clientela sono verosimilmente più ottimistici di quanto invece siano nella realtà.
Con tale premessa, la rilevazione ha evidenziato un grosso ricorso da parte delle banche, oltre alla suddetta maggiorazione delle condizioni in essere, all’introduzione di penali sugli scoperti di conto corrente (in misura fissa o in proporzione allo scoperto).
Le penali sui saldi negativi dei conti non affidati rappresentano la politica più utilizzata dal sistema bancario per contrastare l’eliminazione della CMS su questo tipo di conti correnti.
La strategia delle penali sugli scoperti ha causato, congiuntamente all’inasprimento degli oneri bancari, una situazione dei costi articolata, in cui 6 degli 8 scenari sono migliorativi, mentre i rimanenti 2 sono peggiorativi per i clienti.
I 6 migliorativi hanno visto una diminuzione media dei costi del 35%.
I 2 scenari che hanno peggiorato gli oneri pagati dalla clientela riguardano situazioni caratterizzate da un elevato numero di giorni di scoperto (30 gg.).
Quindi i correntisti interessati sappiano che, con l’attuale struttura delle condizioni bancarie, non conviene lasciare scoperto per troppo tempo il proprio conto corrente non affidato, neanche per importi contenuti.
Conclusioni
Le variazioni contrattuali introdotte dalle banche a seguito degli interventi normativi hanno comportato, in media, una diminuzione dei costi per commissione, sia per i conti non affidati, sia, soprattutto, per i conti affidati.
In qualche caso di conto corrente non affidato il passaggio alla nuova struttura commissionale ha prodotto un peggioramento delle condizioni per la clientela.
Tale peggioramento può essere evitato negoziando con la banca un diverso trattamento economico in caso si preveda di lasciare scoperto, per lunghi periodi, il proprio conto corrente non affidato.
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