Alla fine la scelta fatidica è sempre quella: è meglio indebitarsi a tasso fisso o a tasso variabile?
Il tasso fisso è sempre inizialmente più alto di quello variabile ed il mutuo a tasso fisso ha generalmente una durata inferiore del variabile (difficilmente trovate banche che vanno oltre i 15 anni con il fisso). Il mutuo a tasso variabile invece è allettante, perché il tasso è spesso molto più vantaggioso del corrispondente tasso sui prestiti a rata fissa, ma ci si dimentica facilmente che questo tasso è caratterizzato appunto dalla “variabilità”, anche spinta, per tutta la durata del finanziamento, e ciò può frequentemente comportare il sopravvenire della non sostenibilità della rata (il cui importo infatti può diventare molto oneroso nel corso del prestito).
Allora come rispondere alla domanda iniziale, cioè se è preferibile l’attraente tasso variabile o il meno seducente, ma sicuramente più tranquillo, tasso fisso?
Premesso che non è possibile rispondere a questa domanda senza una palla di vetro che predica il futuro (ed in particolare l’evoluzione dei tassi di interesse), possiamo però fornire un criterio scientifico di supporto alla decisione. E lo facciamo con un programma gratuito in excel mediante il quale è possibile calcolare i costi delle 2 alternative: mutuo a tasso fisso e variabile.
La scelta finale ricadrà ovviamente sul mutuo che, alla fine del piano di rimborso, ci avrà fatto maggiormente risparmiare, cioè sul prestito più conveniente dal punto di vista finanziario secondo il metodo del TIR (Tasso Interno di Rendimento), come vogliono le regole di una sana e rigorosa matematica finanziaria.
L’unica accortezza è quella di dover stimare, in linea di massima, l’andamento futuro del tasso di interesse sul mutuo variabile, momento delicato, attenuato però – come vedremo – dal fatto che con il nostro programma è possibile fare quante simulazioni si vogliono.
Per facilitare la valutazione del futuro andamento del tasso di interesse ci si può orientare, in generale, su un suo probabile percorso nel tempo: con i dati già inseriti che vi trovate di fronte nel programma abbiamo ad esempio stimato, su un prestito di € 80 mila, un forte stress del tasso di interesse variabile, ovvero una sua impennata subito dopo l’erogazione del mutuo, che lo porta a ridosso del valore di quello fisso, per poi crescere ulteriormente ed in modo costante durante tutto il periodo di rimborso fino ad arrivare, a fine mutuo, ad una grandezza più che doppia rispetto a quella del tasso fisso.
Come potete vedere dai dati già presenti nel programma il risultato, molto controintuitivo, è comunque a favore del tasso variabile, che mantiene la sua convenienza anche nel caso ipotizzato di una forte crescita dei tassi di mercato durante il periodo di rimborso. Ciò di per sé dovrebbe indurre ad una profonda riflessione tutte le persone che si apprestano a contrarre un prestito ed a scegliere quindi tra tasso fisso e variabile.
Il programma applica in automatico tassi di interesse frazionati, in aumento o in diminuzione, all’interno dei periodi delimitati dai valori ipotizzati.
I dati da inserire sono veramente pochi e vanno inseriti nelle celle bianche del programma, le uniche non bloccate. I dati in questione sono i seguenti (usate la virgola e non il punto per i decimali):
- l’importo del mutuo
- la durata del finanziamento espressa in numero di rate mensili (sia per il fisso che per il variabile)
- il tasso di interesse da pagare (sia il fisso, sia quello iniziale per il mutuo a rata variabile)
- le spese per il mutuo, distinte in spese iniziali (tutte quelle richieste per ottenere il prestito) e spese ricorrenti, da pagare ad ogni scadenza delle rate (come ad es. le commissioni d’incasso rata)
- i presunti tassi di interesse futuri del mutuo a tasso variabile, ipotizzabili in 4 momenti diversi del piano di rimborso
Con questi pochi valori il programma calcola automaticamente i seguenti importanti parametri:
- le rate mensili (sia quella fissa, sia la rata iniziale del mutuo a tasso variabile)
- i tassi effettivi dei 2 tipi di prestiti, tenuto conto delle spese sostenute per la loro erogazione, che costituiscono delle informazioni fondamentali, perché in virtù di queste può anche desumersi la non convenienza a prendere i finanziamenti in esame, e rivolgersi ad altre banche
- la somma complessiva degli interessi da pagare per entrambe le possibilità (tasso fisso e tasso variabile), e quindi…
- il mutuo più conveniente in base alle ipotesi definite
- il prestito più conveniente secondo il metodo del Tasso Interno di Rendimento (TIR) tra le due ipotesi di fisso e variabile
C’è anche un gradevole grafico ad ulteriore supporto della decisione da prendere, che mostra il confronto andamentale dei due tassi di interesse.
Ecco il programma, divertitevi ad usarlo per le vostre decisioni di finanziamento.
(usate la virgola e non il punto per i decimali e lasciate le percentuali nelle celle dei tassi)
Come sempre abbiamo messo tutto il nostro impegno nella realizzazione del programma, ma ovviamente esso rimane un mero esercizio didattico, messo a disposizione degli utenti (peraltro gratuitamente) esclusivamente per scopi illustrativi. Non possiamo quindi garantire la correttezza dei risultati elaborati e pertanto ci esoneriamo completamente da qualsiasi responsabilità per i danni derivanti dall’uso del programma stesso.
Come è possibile modificare nei dati stimati il valore dopo cui avere il presunto tasso? Attualmente è troppo alto…
Digitando il valore nella cella
Bellissimo