Ritenute sugli interessi (e imposte sostitutive)
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma gli interessi che percepiamo su qualsiasi prodotto che li riconosce (dal semplice deposito bancario o dal conto deposito fino al titolo obbligazionario o alla polizza assicurativa) sono sempre diminuiti di una somma variabile, trattenuta per andare nelle casse dello Stato a titolo di imposta per quel particolare reddito (cosiddetta “ritenuta fiscale”).
Tant’è che, nelle pubblicità dei prodotti bancari, il tasso sbandierato (tasso “lordo”) è generalmente poco rappresentativo del reale incasso derivante dall’investimento, perché questo è appunto “gonfiato” della ritenuta: il reddito effettivo è quindi quasi sempre più basso di quello pubblicizzato, in quanto il tasso percepito è il tasso “netto”, non quello “lordo” spesso dichiarato al momento del contratto (anche se in qualcuno dei fogli firmati la distinzione è obbligatoriamente formulata).
Tra questi tassi vige pertanto il seguente importante legame:
tasso netto = tasso lordo – ritenuta
Ma quanto “pesa” la ritenuta fiscale?
Nella tabella che segue una semplice sintesi dell’entità della ritenuta per tutti i principali prodotti.
Prodotto |
Ritenuta (o imposta sostitutiva) |
Conti correnti |
20% |
Conti deposito |
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Libretti di risparmio |
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Certificati di deposito |
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Obbligazioni private |
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Pronti contro Termine |
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Fondi comuni (esclusa la parte investita in titoli di Stato) |
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Sicav (esclusa la parte investita in titoli di Stato) |
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Polizze vita (esclusa la parte investita in titoli di Stato) |
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Partecipazioni non qualificate |
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Titoli di Stato (italiani ed esteri) |
12,50% |
Buoni fruttiferi postali (facendo così contente le banche che possono competere con Poste italiane in situazione di “quasi” parità) |
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Piani di risparmio appositamente istituiti |
Imposta di bollo
Oltre a pagare una somma (occulta perché generalmente non ce ne accorgiamo) sugli interessi percepiti per qualsiasi prodotto, paghiamo anche (e stavolta ce ne accorgiamo perché ci viene addebitata) un importo come imposta di bollo per il tipo di strumento sul quale abbiamo investito o semplicemente depositato i nostri soldi.
L’imposta di bollo è diversa a seconda del tipo di prodotto bancario o finanziario.
E’ utile quantificare anche l’imposta di bollo, così da conoscere in anticipo quanto ci costa il particolare strumento di cui siamo intestatari. Costo che di fatto diminuisce il rendimento effettivo del prodotto in questione.
Anche per l’imposta di bollo abbiamo sintetizzato i dati nella tabella, di facile lettura, appresso riportata.
Prodotto |
Imposta di bollo |
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Comunicazioni relative a prodotti finanziari, compresi i depositi bancari e postali |
Persone fisiche |
0,15% (0,20% dal 2014)
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Soggetti diversi dalle persone fisiche |
0,15% (0,20% dal 2014) (con un massimo di 14.000 euro) |
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Estratti conto e rendiconti dei libretti di risparmio (anche postali) |
Persone fisiche |
34,20 euro (non dovute se la giacenza media annua non supera complessivamente € 5.000) |
Soggetti diversi dalle persone fisiche |
100 euro |
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Non pagano l’imposta di bollo i Buoni postali fruttiferi con un valore di rimborso complessivamente non superiore a 5.000 euro
(facendo così contente le banche che possono competere con Poste italiane in situazione di “quasi” parità) |
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