Tetto del 4% alla crescita delle rate dei mutui
Informazioni e software per conoscere meglio le disposizioni anti-crisi sui mutui onerosi

da | 13 Dic 2008 | Banca e bancari | 0 commenti

Il Decreto legge anti-crisi del 29 novembre 2008, n. 185, viene finalmente incontro a tutti i debitori di mutui a tasso variabile che, avendo visto crescere la rata periodica da pagare a causa dell’aumento dei tassi di interesse, sono in seria difficoltà nel rispettare il piano di rimborso (o di ammortamento) sottoscritto con l’istituto bancario.

Ecco i punti salienti del piano anti-crisi, diretto quindi ad abbassare entro limiti ragionevoli l’importo da corrispondere alle banche per la restituzione del prestito erogato:

 

Mutui interessati

Quelli a tasso non fisso presi per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione principale (sono escluse le abitazioni di categoria A1, A8 e A9: case signorili, ville e castelli).Sono compresi anche i mutui rinegoziati in base all’accordo ABI-Tesoro.Per i mutui oggetto di accollo si fa riferimento alla prima rata da pagare dopo il medesimo.

Debitori coinvolti

I debitori dei mutui devono essere persone fisiche.

Modalità dell’agevolazione

Mutui erogati fino al 31 ottobre 2008

E’ fissato un tetto del 4% al tasso di interesse sulle rate da corrispondere nel 2009.La differenza (tra l’eventuale maggior tasso ed il 4%) se la prende in carico lo Stato.Il tetto del 4% si applica solo per i mutuatari che hanno visto crescere il tasso di interesse dall’erogazione del prestito.Invece, per coloro che avevano inizialmente un tasso maggiore del 4%, il tetto è rappresentato dal tasso contrattualmente previsto alla data di sottoscrizione del mutuo.Ovviamente il tetto non si applica se la rata che si sta pagando è inferiore a quella derivante dall’applicazione della nuova regola.Se vuoi conoscere il tetto sul tuo mutuo in base all’euribor esistente al momento di erogazione, apri il nostro programma.

Mutui ipotecari a tasso variabile, erogati dopo il 1° gennaio 2009 e destinati all’acquisto dell’abitazione principale

Per i mutui sottoscritti dal 2009, è prevista l’applicazione del tasso BCE (anziché del più gravoso Euribor) come tasso di riferimento (o di indicizzazione).Ma in questo caso la banca può aumentare il tasso di interesse con lo spread, cioè con una maggiorazione rispetto al tasso di indicizzazione.

Pertanto, per i vecchi mutui stipulati fino al 31 ottobre 2008 si applica nel 2009, se favorevole al debitore, un tetto oltre il quale il tasso non può salire, meglio spiegato più sotto, mentre ai nuovi mutui del 2009 si applica il tasso BCE, cui la banca può però aggiungere una maggiorazione detta spread.

Riguardo i mutui stipulati nel periodo 1° novembre – 31 dicembre 2008, nel silenzio della legge, si ritiene che essi possano essere regolati dal tasso liberamente deciso dalla banca (ed accettato dal mutuatario).

Per maggiore chiarezza si riportano nella seguente tabella tutte le situazioni possibili per i vecchi mutui, con il tasso di interesse da applicare a ciascuna di esse.

Si tenga presente che debbono essere presi in considerazione 3 parametri (tasso attuale, 4% e tasso contrattuale iniziale), dal cui ordinamento, per ordine di grandezza decrescente, derivano in totale 6 possibili situazioni.

Parametri

Sigla

 

 

 

tasso contrattuale iniziale

TC

 

 

 

tasso attuale

TA

 

 

 

4%

4%

 

 

 

 

 

 

 

 

Situazioni possibili

Tasso di interesse

da applicare

Esempio

Descrizione

(tassi in ordine decrescente dall’alto al basso)

1° situazione

TA

4%

TA = 5,00%

E’ la situazione presa in considerazione dalla normativa per agevolare i debitori che hanno visto crescere il tasso variabile dall’erogazione del mutuo: il tetto al tasso è il 4%

4%

4%

TC

TC = 3,00%

2° situazione

TA

TC

TA = 6,00%

In questo caso il tasso di interesse iniziale è più alto del 4%, per cui il tetto è costituito dall’iniziale tasso contrattuale (TC = 5,00%)

TC

TC = 5,00%

4%

4%

3° situazione

TC

TA

TC = 6,00%

Anche in questa situazione il tasso iniziale è più alto del 4%, ma il tetto, rappresentato dal TC, sarebbe più penalizzante e pertanto si applica il tasso attuale (TA = 5,00%)

TA

TA = 5,00%

4%

4%

4° situazione

TC

TA

TC = 5,00%

Il tasso attuale è migliore (più basso) di tutti gli altri, per cui è conveniente mantenerlo senza applicare tetti (3,00%)

4%

4%

TA

TA = 3,00%

5° situazione

4%

TA

4%

In tale situazione il tetto sarebbe il 4%, ma essendo questo più penalizzante per il debitore si applica il tasso attuale (TA = 3,00%)

TA

TA = 3,00%

TC

TC = 2,50%

6° situazione

4%

TA

4%

Il tasso attuale è migliore (più basso) di tutti gli altri, per cui è conveniente mantenerlo senza applicare tetti (2,75%)

TC

TC = 3,00%

TA

TA = 2,75%

Infine, per quantificare senza fatica il tasso di interesse che funge da tetto al costo del mutuo, forniamo questo quadro interattivo in cui, inserendo pochi dati, si ottiene il tasso che dovrà essere applicato dalle banche nelle varie ipotesi temporali.

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