Caterina va in città
Una recensione del film 'Caterina va in città'

da | 1 Gen 1970 | Cinema e televisione | 0 commenti

Giancarlo (Sergio Castellitto), insegnante di ragioneria in un liceo di provincia ottiene il trasferimento a Roma. Nel suo viaggio verso il riscatto sociale e professionale Giancarlo porta con sé la famiglia al completo: Agata (Margherita Buy), la moglie provinciale che vive solo tra le pareti domestiche, e Caterina (Alice Teghil), ingenua tredicenne che spinta dalle ambizioni del padre tenta di inserirsi tra le figlie della “buona società” che frequentano la sua scuola.

CaterinaCaterina col suo candore conquista l’amicizia di Margherita, figlia di due noti intellettuali di sinistra, e di Daniela, figlia di un ministro esponente della destra. Ma l’esperienza romana rappresenterà per tutta la famiglia una svolta inaspettata.

Senza allontanarsi molto dai temi già trattati in “Ovosodo” o “Ferie d’agosto”, Virzì dipinge, attraverso la voce narrante di Caterina, il ritratto della tipica famiglia di provincia. Giancarlo è un mediocre professore dalle ambizioni letterarie frustrate; Agata è una donna che vive nell’ombra, la sua mente non sembra allenata a partorire pensieri e, con la sua aria perennemente trasognata, tenta di assecondare le velleità di un marito opprimente. Caterina è ingenua, ha uno stupore delicato di fronte alla vita e, stordita dalle prime esperienze adolescenziali, si lascia condurre senza ribellioni verso la maturazione. Accanto a loro, i rozzi parenti di provincia; una esuberante classe di terza media equamente schierata a destra e a sinistra; una ricca famiglia di intellettuali incapaci di comunicare coi propri figli; una nobile famiglia di destra in cui l’educazione dei figli è affidata a segretarie e autisti.

Insomma un quadro apparentemente scontato della società italiana dove tutto ci appare volutamente esagerato. Ma, forse, è perché il regista Virzì, più che farci identificare con quei personaggi e quelle situazioni, vuole farci sorridere delle nostre debolezze, delle nostre mediocrità, gettando, a mio avviso, un sottile velo d’ironia sugli ovvi e risaputi mali della nostra società.

Oltre ai bravissimi Castellitto e Buy, il cast è arricchito dalle interpretazioni di Flavio Bucci e Claudio Amendola, e le comparsate di Michele Placido, Maurizio Costanzo e Roberto Benigni.

Caterina va in città
Regia:Paolo Virzì
Origine: Italia 2002
Genere: Drammatico
Durata: 90′
Distribuzione: 01 Distribution
Nelle sale italiane dal 24 Ottobre 2003

Questa recensione è stata concessa a Studiamo-Web da:

il-vulcanico

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share This