JAG – Il fascino della divisa
Una recensione del serial TV JAG

da | 19 Ago 2004 | Cinema e televisione | 0 commenti

Nel panorama dei grandi serial televisivi un posto speciale spetta meritatamente anche a “JAG”, che ha appena superato negli USA l’invidiabile quota delle 200 puntate, senza accusare ancora la benché minima flessione di ascolti.

Iniziato nel 1995 e giunto ormai alla 9° stagione, JAG è nato da un’idea dell’esperto e famoso Donald P. Bellisario (ricordate “Magnum P. I.?) che, insieme all’altro grande della TV americana Aaron Spelling, sembra avere il tocco di Re Mida per quanto riguarda la creazione delle produzioni televisive più popolari, destinate ad essere esportate e godute in tutto il mondo.

In Italia, dopo la riproposta delle repliche nella fascia cosiddetta pre-serale, vedremo (speriamo) le puntate inedite su Rai 2 , con la nuova stagione televisiva.

La trama è apparentemente semplice: gli avvocati in divisa, protagonisti del serial, si occupano dei casi giudiziari attribuiti alla competenza del Judge Advocate General, ovvero J.A.G., la struttura giudiziaria che in America cura le controversie legate a vicende militari.

In realtà la serie JAG è molto di più di questa versione militare di indagini e deposizioni in Aula alla “Perry Mason”. Le storie sono una formidabile miscela di sana avventura ed interminabili e sempre sorprendenti colpi di scena, spesso anche indesiderati, come, solo per fare un esempio, la mutilazione alla gamba di uno dei protagonisti (il Ten. Bud Roberts, interpretato dal bravo attore Patrick Labyorteaux). Quando mai, in una serie TV, uno dei protagonisti principali viene ferito così gravemente?

Quello che poi colpisce maggiormente sono le belle sceneggiature, che fanno spesso riferimento alla realtà. Non sono mancate puntate dedicate alla strage delle torri gemelle dell’11 settembre e alla Guerra del Golfo contro l’Iraq, tutte osservate dal curioso e particolare punto di vista legale-forense, cioè attraverso un dibattimento giudiziario nell’Aula del Tribunale militare.

Il tutto condito da quello che sembra essere il punto di forza del serial, ci riferiamo ai caratteristici e poliedrici legami d’amicizia, affetto e passione tra i personaggi. A dare volto e parole a questi sentimenti ci pensano i bravissimi attori protagonisti:

  • David James Elliot, interprete del Cap. Harmon “Harm” Rabb, il comandante che dopo aver rinunciato a pilotare aerei per un problema fisico si occupa, come avvocato, dei casi giudiziari dove sono chiamati in causa militari o riguardanti le strutture della difesa;
  • Catherine Bell, ovvero il Ten. Col. Sarah “Mac” McKenzie, il personaggio femminile del JAG, che ingaggia con il Cap. Rabb un sottile legame amoroso, fatto non solo di promesse, rispetto e profonda amicizia, ma anche di feroci battaglie giudiziarie, quando si ritrovano come parti avverse in Tribunale;
  • John M. Jackson, che riveste i panni dell’Amm. A.J. Chegwidden, l’austero, probo ed apparentemente insensibile capo del JAG, cui spetta l’ingrato compito di conciliare e sostenere le vicende umane degli altri membri del cast, oltre che ovviamente attribuire e seguire i casi legali sottoposti alla competenza del suo ufficio;
  • Patrick Labyorteaux, interprete del simpaticissimo Ten. Bud Roberts, il volto più umano del serial, con il compito di portare la sua simpatia e devozione al lavoro ovunque ce ne sia bisogno, all’interno della magistratura militare del JAG ove si svolgono le vicende;
  • Karri Turner, nei panni del Ten. (j.g.) Harriet Sims, che, insieme al Ten. Roberts, suo marito nella fiction, rappresenta il quadro familiare di riferimento per tutti gli altri avvocati, nell’articolato contesto delle storie che si dipanano.

A cosa è dovuto il successo internazionale di JAG? Parafrasando quanto detto in altre circostanze e per altre motivazioni da uno psicologo, possiamo affermare che il successo di questo serial TV è dovuto al fatto che, in un mondo in cui regna l’incertezza e non c’è più sicurezza su niente, la presunzione o, se vogliamo, la speranza di vivere, sia pur fittiziamente, su un’isola felice, dove tutti si vogliono bene e si rispettano, e dove i problemi, immancabili, sono affrontati sempre con il sostegno degli altri componenti del gruppo, come avviene nella realtà virtuale dell’ufficio del JAG, garantisce quella tranquillità e fiducia di cui tutti hanno inevitabilmente bisogno.

Al di là di queste motivazioni prettamente psicologiche, ci piace pensare però che il fascino di JAG sia dovuto alla sicurezza, non di vivere su un’isola felice, ma più semplicemente di accendere la TV e godersi, ogni tanto, una bella storia d’amore e d’avventura.

Per concludere, ci preme sottolineare come, di tutti i numerosi rapporti umani che si intrecciano in JAG, è soprattutto la burrascosa storia d’amore tra Harm e Mac a farla da leone, tanto da costituire sicuramente la chiave di volta della serie TV. Ancora una volta, quindi, possiamo dire che, alla fine, quello che vince è comunque il sentimento. E’ l’evolversi di esso a tenere incollati davanti allo schermo moltissimi spettatori in tutte le parti del mondo, anche più delle splendide storie che ci racconta quest’ormai mitico serial televisivo.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share This