Telefilm e serial TV
Breve storia dei telefilm e dei serial TV

da | 26 Gen 2010 | Cinema e televisione | 1 commento

Nato negli USA come semplice riempitore pomeridiano, il genere televisivo telefilm ha saputo ben presto conquistarsi un suo prestigioso mercato, fino ad arrivare oggi ad un giro d’affari da far invidia persino al business “storico” dei film cinematografici di Hollywood.

I primi telefilm andavano in onda di pomeriggio, duravano circa 30 minuti ed erano per lo più commedie brillanti, antenate delle attuali sit-com.

In seguito hanno preso il sopravvento telefilm d’azione, non più comici, e della durata di circa 40 minuti.

 

Sit-com
Telefilm divertenti, ricchi di battute e gag, dalla trama estremamente elementare, girati quasi sempre in interno e spesso accompagnati da risate artificiali che, incredibile ma vero, hanno la funzione di coinvolgere lo spettatore e spingerlo a fare altrettanto (pare che la cosa funzioni).

Negli Stati Uniti per esempio sono state trasmesse delle series che, agli albori della TV (quindi circa 15/20 anni prima di noi), hanno incantato i telespettatori americani.I telefilm della prima generazione erano tecnicamente delle series e molte di esse hanno fatto la storia della televisione, sia qui in Italia, sia nei Paesi di origine. Inizialmente i loro protagonisti erano molto seriosi, poi si è capito che la simpatia e l’ambientazione scherzosa paga e quindi i produttori hanno reso i personaggi principali più sorridenti.

Basti citare Perry Mason, Bonanza, Lucy show (da noi sconosciuta, ma per la quale negli USA sono letteralmente impazziti) e Mary Tyler Moore. Quest’ultima serie ha dato luogo a molte altre serie televisive, in cui i protagonisti provenivano dal cast di Mary Tyler (uno per tutti: il bravissimo Lou Grant). Come a dire: gli spin-off non sono affatto un’invenzione moderna.

 

Spin-off
Serie televisiva nata dalla costola di un’altra serie, di cui riprende uno o più personaggi oppure un certo contesto e dalla quale se ne può più o meno discostare come intreccio narrativo.Esempi di serie “gemelle”, con lo stessa trama, sono tutti i telefilm CSI (Miami e NY, che non si differenziano dal CSI originale ambientato a Las Vegas).Un  esempio invece di serie che si discosta dal suo progenitore è NCIS, la quale ha una trama completamente diversa dalla serie madre: JAG – avvocati in divisa.Gli spin-off hanno storia antica: oltre ai citati Mary Tyler Moor e figli, ricordiamo anche la serie Enos, nata da un personaggio di Hazzard.

In Italia negli anni ’70 e primi anni ’80 c’è stato il boom delle series americane: Furia, Tre nipoti ed un maggiordomo, Star Trek, Love Boat, Happy Days, Starsky & Hutch, Supercar, L’uomo bionico, La donna bionica e tante altre di malinconica memoria.Dalla Germania, solo per citare altri esempi, abbiamo avuto la serie “storica” di Pippi Calzelunghe e, più tardi, quella del L’ispettore Derrick. Dal Regno Unito un titolo emblematico della TV anni Settanta: Spazio 1999.

Tutte queste serie televisive avevano in pratica lo stesso semplicissimo filo narrativo, sia che parlassero delle missioni dell’Enterprise (Star Trek), sia che l’oggetto del racconto fosse la cattura dei cattivi, come nelle serie poliziesche (p.es. in Colombo): c’è un evento che stravolge il naturale ordine costituito del telefilm e tutto il tempo della puntata è impiegato nel tentativo (sempre riuscito) di ricomporre l’ordine perduto. Fino alla scena finale in cui una risata collettiva suggella il ritorno alla quiete domestica del telefilm.

Quanto detto vale però fino alla metà circa degli anni ’80, prima cioè della rivoluzione nella fiction televisiva costituita dal passaggio dalle series ai serial TV.

Per capire l’importanza di questa profonda trasformazione nel genere televisivo del telefilm, abbiamo esposto nella seguente tabella le caratteristiche principali delle series in contrapposizione a quelle dei serial.

Series Le puntate sono autonome l’una dall’altra (episodi chiusi), tant’è che se si stravolge l’ordine delle puntate (o spesso anche delle stagioni) nessuno se ne accorge.In nessun episodio si fa cenno a fatti avvenuti in precedenti puntate: le series non hanno memoria. I personaggi non si evolvono ma rimangono sempre gli stessi, con le loro perenni caratteristiche.  Non c’è nessun riferimento alla realtà: non si fa mai cenno a fatti o persone reali. Tutte le puntate sono pervase di un impressionante buonismo e da un palese intento pedagogico: ad esempio, nelle serie poliziesche, l’investigatore privato chiede sempre al suo futuro cliente il motivo per cui non si rivolge prima alla polizia. Come se si volesse spiegare allo spettatore quale sia il comportamento giusto da tenere in casi analoghi della vita reale.
Serial Le puntate hanno memoria, perché il racconto (o alcuni spunti del racconto) fanno riferimento a fatti successi in precedenti puntate.Il racconto continuo è iniziato con i serial tipo Dallas. Inizialmente Dallas nasce come series, poi diventa gradualmente il serial TV per eccellenza. I personaggi cambiano nel corso della serie, modificando anche profondamente il loro carattere ed il loro atteggiamento verso gli altri. Sempre più spesso essi sono coinvolti in incidenti o comunque in colpi di scena che li rendono diversi pure da un punto di vista fisico. L’ultima frontiera è la morte stessa del personaggio, che rappresenta un colpo di scena estremo, molto amato dai produttori.Indimenticabile la morte del Dr. Green (Ciccio) in E.R. – medici in prima linea.Più recente la morte dell’investigatore Brown alla scientifica di CSI. L’aggancio con la realtà è quasi sempre presente.Per esempio il serial Squadra Emergenza ha dedicato un’intera puntata alle vittime dell’11 settembre. Non esiste più il politicamente corretto ed è completamente scomparso l’intento pedagogico dei telefilm.Spesso sono i cattivi i veri protagonisti, come per es. in Dexter.

Ovviamente il passaggio dalle series ai serial è avvenuto gradualmente, nel corso degli anni ’80 e ’90, ed ancora adesso non è così marcato per tutti i telefilm: ci sono telefilm in cui la trama è continua, tant’è che se si perde una puntata si fa fatica a capire le vicende successive (come in Desperate Housewives o in Lost) e da qui la necessità di un riassunto pre-puntata all’inizio del telefilm, e ci sono invece telefilm in cui gli spunti che proseguono per più puntate sono pochissimi (p.es. Cold case e Senza traccia).

Se però vogliamo dare una data certa al passaggio epocale tra series e serial, la puntata di Magnum p.i. intitolata “Hai visto l’alba stamattina?” potrebbe essere indicata come quella della svolta televisiva seriale.

In questa puntata c’è infatti tutto quello che caratterizza il serial: la morte di un personaggio di contorno (fino ad allora non succedeva) con ricadute nelle puntate successive, il riferimento all’assassino del leader egiziano Sadat (nella fiction, il killer cui Magnum da la caccia è proprio il responsabile di questo reale fatto di cronaca) ed infine il cambiamento di carattere del protagonista che, dando un calcio al buonismo storico delle series, uccide a bruciapelo il cattivo disarmato.

Insomma, un evidente salto di qualità verso elementi di serialità ed esiti narrativi non più scontati.

Con il tempo ai serial TV si sono affiancati (almeno qui in Italia, negli USA i tempi sono diversi) altri due generi televisivi tra loro molto vicini: la soap-opera e la telenovela.

La prima, di origine statunitense, è un racconto continuativo con un ritmo anche molto lento, destinata soprattutto al pubblico delle casalinghe. La seconda, la telenovela di produzione sudamericana, differisce dalla prima per il ciclo narrativo chiuso (ha una finale, diversamente dalle soap) e per l’atmosfera più cupa, con una maggiore esaltazione degli aspetti intimi e sentimentali dei personaggi.

Le ultime tendenze del telefilm vedono lo strapotere dei serial a carattere scientifico-investigativo (vedi p.es. i 3 CSI, i 2 NCIS, ma anche Bones).

Anche il filone televisivo fantascientifico non va male. Basti citare alcuni serial molto popolari: dal datato X-files, ai più recenti Lost, Flash Forward e V (remake del vecchio V-Visitors).

1 commento

  1. Massimo

    Cerco sceneggiato ambientato ai tempi delle colonie penali in Australia, lo trasmetteva TVesse (Genova) poi passata nel palinsesto di Rete 4, trasmesso negli anni.

    Rispondi

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