Evoluzione del potere dei media e comunicazione digitale
Una tesi di Laurea sul potere dei media e la comunicazione digitale

da | 23 Nov 2006 | Comunicazione | 2 commenti

Messaggi commerciali visivi

Capitolo quarto (terza parte) ANALISI QUANTITATIVA DELLE IMMAGINI PUBBLICITARIE RISPETTO ALLA PRESENZA DI BAMBINI

5 Valutazioni finali

5.1 L’evoluzione dei messaggi commerciali visivi

A conclusione della ricerca sull’analisi quantitativa delle immagini pubblicitarie rispetto alla presenza dei bambini negli anni 1970 e 1971, si può provare a tracciare qualche valutazione complessiva. I bambini erano in quegli anni ampiamente “utilizzati” nelle immagini di tipo pubblicitario pubblicate sulla stampa, soprattutto nelle fotografie. Il motivo di questo largo protagonismo dei minori nelle pubblicità è sostanzialmente da ricercare nella semplicità con cui nel periodo considerato si faceva attività promozionale. La cornice pubblicitaria era sorprendentemente elementare e finalizzata a trasmettere al destinatario un messaggio facilmente comprensibile ed oltremodo ingenuo nella sua struttura. Esempi di messaggi che si intendevano far acquisire nei convincimenti del consumatore erano “compra la pastina “X” perché fa bene al tuo bambino”, oppure “compra il detersivo “Y” perché tutte le massaie lo usano”, o ancora “acquista la merenda “Z” perché così farai parte del nostro gruppo di ragazzi sorridenti” e via dicendo. Insomma, l’obiettivo delle imprese era solo quello di vendere il più possibile e non quelli attuali e molto più complessi consistenti nel far conoscere la marca di tutti i beni prodotti, nel promuovere l’intera immagine aziendale, nel fidelizzare il cliente al brand o nell’escogitare meccanismi per costringere il consumatore a rivolgersi sempre allo stesso produttore (come p.es. i concorsi a premio, le ricariche, i numerosi gadget , etc…). Ovviamente le pubblicità visive risentivano di questo clima di estrema semplicità e mostravano di conseguenza testi di agevole comprensione e situazioni di altrettanta facile memorizzazione. Le immagini rappresentavano scene simpatiche e ricche di familiarità, in grado di ammiccare continuamente all’indirizzo di chi le leggeva. C’era un grande uso di sorrisi e di ambienti domestici, sempre allo scopo di proiettare, a favore dei destinatari finali (i consumatori), messaggi carichi di valori positivi, di partecipazione e di condivisione del loro contenuto. In una cultura del genere riguardo il modo di fare pubblicità è chiaro che il bambino rivestiva un ruolo primario, perché era capace, meglio di chiunque altro, di catalizzare tutte le emozioni positive di questo primordiale stile pubblicitario. I minori come protagonisti della scena pubblicitaria suscitavano accostamenti e messaggi impliciti, che costituivano un ottimo moltiplicatore degli effetti attivati dall’utilizzo dei primi elementari fattori di persuasione psicologica. Ora tutto questo appartiene al passato, i ritmi della vita sono diventati molto più rapidi e le aziende hanno pertanto obiettivi diversi e maggiori rispetto a quelli degli anni ’70. La pubblicità pertanto, come tutti gli altri aspetti manageriali, si è evoluta verso forme più complesse e difficili. Non è più sufficiente per vendere un dentifricio far vedere un bambino che sorride con uno spazzolino in mano. I testi e le forme delle odierne immagini pubblicitarie sono profondamente cambiati e le situazioni rappresentate sono più articolate, perché frutto del tentativo di composizione di molteplici esigenze. In particolare l’ossessiva ricerca di emozioni sempre più intense è solo uno degli aspetti della nuova promozione commerciale, anche se certamente il più sensazionale e pericoloso.

2 Commenti

  1. Telkom University

    How do television emitters understand and measure audience satisfaction?

    Regard Telkom University

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    • Steve Round

      Through the meter, an electronic device installed in televisions that automatically detects the channel they are tuned to and transmits the information to Auditel, the company that measures the television audience.

      Rispondi

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