Fonti dell'informazione
Indice
Capitolo secondo (seconda parte) NUOVE FORME DI COMUNICAZIONE
2 Le fonti dell’informazione
L’innovazione tecnologica ha ovviamente comportato delle rilevanti conseguenze nel campo dell’informazione. In particolare si è verificato un considerevole incremento del flusso delle informazioni, le quali giungono ormai, in virtù del computer e specialmente di Internet, da ogni punto della Terra e praticamente in tempo reale. Si è aperto un paesaggio dalle risorse straordinarie, in cui il percorso intangibile delle informazioni, delle comunicazioni, della moltiplicazione delle fonti e dei dati, crea, per la prima volta, una vera e propria espansione del mondo, pur restando sul posto e, fisicamente, all’interno degli stessi confini (Colombo, 1999). Questa situazione ha portato le imprese dell’informazione, soprattutto nella fase di raccolta delle notizie, a riorganizzare il proprio lavoro in funzione delle nuove esigenze, restando pur sempre conformi alla loro natura imprenditoriale, che punta ad una riduzione dei costi ed alla massimizzazione dei profitti. Così oggi si investe meno nell’attività di newsmaking (reperimento delle notizie), caratterizzata da un forte impiego di informazioni distribuite principalmente dalle agenzie di stampa e dalle fonti istituzionali, e si concentrano, invece, maggiori risorse nelle fasi di newsgathering (selezione) e di presentazione degli eventi. In altri termini si riscontra, da parte dei media, una netta preferenza per le fonti indirette o intermedie, che diffondono intenzionalmente le notizie, a scapito delle fonti dirette, che bisogna, con maggiore difficoltà, andare a cercare (Papuzzi, 2003). Tale cambiamento nella gestione della comunicazione ha avuto inevitabili effetti sull’organizzazione stessa del processo di lavoro, sugli improrogabili tempi di lavoro e su determinati criteri di scelta, codici, valori e stili. Effetti che, se da un lato standardizzano l’attività d’informazione pubblica rendendola più semplice e veloce, dall’altro danno origine ad una sorta di distorsione involontaria della notizia. Inoltre, lungo il percorso che porta un fatto a trasformarsi in notizia, i media si trovano coinvolti in un’attività di “negoziazione” tra i produttori degli eventi, cioè le fonti, e i destinatari dell’informazione, ovvero il pubblico. Questo rapporto, che solo in apparenza potrebbe sembrare lineare, è in realtà caratterizzato da una sostanziale circolarità, nel senso che la relazione fonti-media-pubblico presenta al suo interno diversi flussi di feedback , in quanto i tre elementi sono in grado di influenzarsi reciprocamente. Tra loro, infatti, è continuamente in atto una “contrattazione”, grazie alla quale la fonte è tale solo se riesce ad entrare in contatto con l’apparato dei media, che a sua volta può decidere di scartarla o cercare di ottenere da essa un certo tipo di informazioni, anche se il più delle volte è la fonte stessa ad avere maggiore “potere contrattuale”. Il tutto, poi, deve svolgersi tenendo sempre presenti le potenziali aspettative del pubblico, che costituiscono una variabile fondamentale nel processo di selezione delle notizie e che portano spesso a ricercare e confezionare prodotti brevi, in grado di suscitare sensazionalismo. Le fonti dell’informazione sono costituite dai fatti, dagli avvenimenti e dagli episodi con cui la vita si manifesta quotidianamente (Lepri, 1986). Esse sono diventate fondamentali nella nuova comunicazione digitale, perché per es. una notizia è tale solo perché una fonte l’ha resa disponibile ai media oppure perché i fatti, non parlando mai da soli, hanno bisogno sempre e comunque di un’interpretazione personale, che quantomeno evidenzia alcuni aspetti, tralasciandone altri. Ciò si verifica in quanto alla base di ogni atto ricettivo esiste un orizzonte d’attesa (Volli, 2000), che si costruisce nel tempo. Attualmente il reperimento delle notizie avviene per lo più attraverso le cosiddette fonti intermedie. Queste, grazie alle moderne tecnologie digitali, sono in grado di distribuire in maniera tempestiva un enorme quantitativo di materiali semilavorati, che spesso necessita solo di qualche piccola modifica per essere pubblicato. La notizia, quindi, ancor prima di giungere ai media, è selezionata e codificata da particolari tipologie di fonti. Tra la fonte primaria, cioè la realtà con i suoi protagonisti ed i suoi episodi, ed il sistema dei media, che la seleziona e la trasforma in notizia, si è venuta a creare una rete organizzata di strutture intermedie, la quale, in una fase preliminare, esegue la raccolta delle informazioni. Lo scopo è quello di offrire agli apparati dell’informazione un prodotto già in parte elaborato, in modo da ridurre notevolmente i tempi ed i costi del loro lavoro. Tali strutture sono essenzialmente le istituzioni e le agenzie di informazione, ma non si può trascurare l’altro grande protagonista delle fonti: Internet, che rappresenta ormai un tramite eccellente per la ricerca, la raccolta e la trasmissione di informazioni scritte, parlate e visive.
2.1 Internet: nuove opportunità e nuove problematiche
Il computer e la rete elettronica hanno rivoluzionato le modalità di raccolta delle informazioni. Oltre a rendere più veloce il processo di acquisizione delle notizie, essi hanno creato diversi canali, non tradizionali e più o meno attendibili, cui i media possono accedere con estrema facilità. Grazie alle incredibili potenzialità offerte dal computer, i media hanno l’opportunità di ricevere, in tempo reale e senza la necessità di spostamenti materiali, un numero infinito di informazioni. Oggi, infatti, è possibile collegarsi in tempi brevi ed a costi ridotti alle banche-dati, agli archivi informatici specializzati ed alla rete, che da sola offre un repertorio di fonti praticamente infinito. Così è possibile ottenere un enorme quantitativo di dati, assolutamente diversificati, che spesso, ma non sempre, presentano punti di vista alternativi. La moltiplicazione delle fonti, sotto questo aspetto, è un fatto molto vantaggioso, perché consente di ricostruire un reticolo credibile di eventi, non solo attraverso il confronto tra informazioni diverse, ma anche tramite l’integrazione di conoscenze che da sole potrebbero risultare parziali ed incomplete. In virtù di queste nuove opportunità offerte dalla tecnologia, le redazioni dei mass media possono consultare numerose fonti ed approfondire così i casi trattati, facendo nascere un nuovo modo di fare giornalismo, definito “elettronico investigativo” (Ward e Hansen, 2002). Nel mondo anglosassone è stata addirittura individuata una nuova tipologia di professionisti dell’informazione: gli addetti alle breaking news , ovvero coloro che sono continuamente impegnati a ricercare notizie in rete. Tuttavia anche tali vantaggi non sono immuni da difetti. Con la rete elettronica, infatti, i problemi si fanno ancora più complessi, dal momento che è sempre possibile introdurre in Internet nuovo materiale informativo che ha per fonte se stesso. Il rapporto diretto tra la fonte su Internet e l’utente finale della comunicazione sembra mettere in serio pericolo la mediazione tradizionale da parte dei media, facendola ricadere facilmente all’interno di fenomeni di legittimazione autoreferenziale (Papuzzi, 2003). Per esempio, ogni fonte d’informazione interessata alla circolazione di notizie sul proprio conto, troverà in Internet un ottimo alleato per far arrivare ai media ciò che ritiene opportuno rendere pubblico sulla propria attività. In tale situazione gli operatori dei media sono particolarmente esposti al rischio di un’accelerazione dei comportamenti e dei riflessi, senza un’adeguata capacità di riflessione e di compensazione intellettuale ed emotiva (Colombo, 1999). Essi possono essere ingannati ed usati, visto che chiunque sia interessato a fornire una personale e specifica presentazione dei fatti può farlo senza subire alcun tipo di filtro. E’ necessario quindi mantenere sempre verso le fonti un atteggiamento di sospensione e di attesa, indicando con chiarezza la fonte ed attribuendo ad essa non solo ciò che essa rivela, ma anche la responsabilità della rivelazione. I media pertanto sono invasi attualmente da un flusso incessante di informazioni, che li costringe ad un lavoro di verifica molto capillare e che rende estremamente delicate le operazioni di selezione, di decodifica e di attribuzione degli avvenimenti. Solo in questo modo è possibile giudicare cosa è attendibile e cosa invece non lo è, così da compiere una scelta accurata tra le numerose fonti a disposizione. Il risultato è che l’adeguato controllo di un numero così elevato di fonti richiede tempi sempre maggiori, che spesso non si hanno a disposizione a causa dell’altra importante esigenza della tempestività dell’informazione, tipica di un mercato comunicativo altamente competitivo. I mezzi di comunicazione sono quindi costretti a ordinare le informazioni secondo una gerarchia che privilegia il più delle volte le fonti ufficiali, ritenute più affidabili e credibili, e ciò anche per evitare la diffusione delle cosiddette “bufale mediatiche” raccolte in rete, verificatasi non di rado nella recente storia della comunicazione digitale.
2.2 La credibilità dei media ed il rapporto fiduciario con i lettori
La credibilità dei mass media e la fiducia che il pubblico ripone in essi dipendono da una molteplicità di fattori. Uno di questi è la corrispondenza di orientamenti ideologici o tecnico-professionali, ma in tale insieme di elementi rientrano anche la competenza culturale e l’autorevolezza (Lepri, 1986). Quest’ultima deriva, in particolare, da un’informazione sicura, attendibile, controllata e non smentibile. Proprio per il fatto che i media non sono in grado di garantire sempre l’attendibilità di tutte le fonti di cui dispongono e la correttezza di parte delle notizie fornite, si è riscontrato ultimamente un calo di fiducia da parte dei pubblici destinatari, in particolare dei lettori nei confronti della stampa. Invece, in maniera certamente paradossale, gli utenti non nutrono particolare sfiducia rispetto alle testate on line, dove in realtà è più facile trovare informazioni e fonti ufficiose. L’informazione su Internet è ritenuta credibile almeno quanto quella fornita dagli altri media, mentre, per quanto riguarda la carta stampata, i lettori sono in grado di mettere in atto alcune strategie (come p.es. la valutazione della notorietà di chi firma l’articolo) per distinguere l’informazione attendibile da quella che invece non lo è. La fiducia tra media e pubblico dovrebbe però essere riposta non tanto nella persona che scrive il pezzo, ma nella validità delle procedure che il sistema pone in essere fin dall’inizio, all’interno delle quali le fonti svolgono una funzione essenziale. All’origine della notizia c’è sempre e solo la fonte, che rappresenta, sia essa una persona, un documento o un’istituzione, il primo livello di discostamento dall’evento, nonché il primo passo nel processo di trasformazione dell’evento in notizia (Zucconi, 2000). Avere fiducia diventa, quindi, indispensabile quando la comunicazione tra i soggetti ha luogo senza che vi sia la possibilità, per ciascun singolo attore, di accertare direttamente la fondatezza delle posizioni e delle asserzioni dell’interlocutore (Simmel, 1984). I media sono un sistema a cui la pubblica opinione ha delegato la selezione e l’interpretazione di quei fatti che possono rientrare nella categoria delle cosiddette “emergenze sociali rilevanti” (Tuchman, 1995). D’altra parte, nella crescente complessità della società contemporanea, i media rispondono anche all’esigenza di semplificare la fruizione di informazioni in grado di agevolare la conoscenza della realtà sociale, rappresentando di conseguenza un tessuto connettivo importante, che facilita l’interazione sociale e, con essa, il mantenimento dell’ordine nella società (Sorrentino, 2002). E’ altresì fondamentale, per lo stesso motivo, il rapporto fiduciario che il sistema dei media instaura con le fonti, perché la fiducia è affidata all’attendibilità delle informazioni che le fonti forniscono ed ai criteri in base ai quali si stabilisce quali eventi possano essere considerati notizia . Ciò però non esime gli operatori dell’informazione dall’imprescindibile dovere di verificare ogni volta le fonti d’informazione.
2.3 Controllo, identificazione e citazione della fonte
Il pubblico non può fare a meno di fidarsi dell’informazione divulgata dai mass media, i quali dovrebbero assicurare un’informazione accurata e corretta. Affinché ciò avvenga il primo passo da compiere è sicuramente quello di operare un attento e scrupoloso controllo delle fonti, realizzabile mediante una decodificazione delle informazioni acquisite. In questo processo l’obiettività si dovrebbe esprimere in una valutazione scrupolosa dei dati raccolti, nella loro non preconcetta selezione, nel confronto tra versioni contraddittorie, nel dare spazio a voci diverse e contrapposte. Il tutto andrebbe poi svolto secondo requisiti che garantiscano il più possibile l’imparzialità e quindi in base a criteri selettivi legati all’interesse del fatto e non a quelli dei media che lo descrivono. Anche la citazione della fonte è una caratteristica fondamentale all’interno di un percorso finalizzato alla diffusione di notizie veritiere e corrette, ma essa richiede innanzitutto che la fonte stessa sia identificata. L’identificazione delle fonti d’informazione costituisce senz’altro una premessa essenziale per la circolazione di notizie attendibili. Infatti, dato che nessuna fonte è realmente neutra, conoscerne l’identità significa per il destinatario prendere coscienza della posizione assunta dal medium . Nello specifico, una classificazione delle modalità di identificazione delle fonti prevede quattro diverse possibilità (Papuzzi, 2003):
- off the record , quando la fonte non desidera in alcun modo che l’informazione rivelata venga utilizzata;
- deep background , se la fonte desidera restare anonima pur accettando che l’informazione sia utilizzata dai media;
- background , quando la fonte accetta di essere identificata in base alla funzione che esercita, ma non in forma anagrafica;
- on the record , se la fonte acconsente sia all’utilizzo dell’informazione, sia al fatto che le venga attribuita senza restrizioni.
E’ chiaro da tutto ciò che le fonti non rappresentano solo il punto di partenza, l’origine delle notizie, ma anche una parte integrante del processo produttivo dell’informazione. Possono condizionare molte delle fasi successive della produzione informativa e sono pure in grado di controllarla. I mass media decidono quindi se accertare l’esattezza delle informazioni che diffondono, possibilmente attraverso il confronto tra due o più fonti, oppure riportare la notizia citando esplicitamente la fonte, così da attribuire ad essa ogni responsabilità. E’ invece sicuramente da evitare la terza possibilità, cioè quella di raccontare il fatto come si presume che sia avvenuto, senza perdere tempo in controlli ed ignorando le fonti, le quali non sono pertanto né cercate, né citate, anche quando sarebbe possibile una loro verifica e identificazione. Tale comportamento è tuttavia frequente da parte dei media e comporta inevitabilmente lo scadimento della qualità dell’informazione. Per quanto riguarda il particolare rapporto che si viene a creare tra le fonti (soprattutto quelle cosiddette ufficiali, cioè in pratica gli organi e gli enti pubblici e le agenzie di stampa) ed i media, questo è piuttosto articolato, perché a volte le fonti non vogliono essere citate ed è il sistema mediatico ad insistere in tal senso per dare maggiore credibilità alla notizia, mentre altre volte sono le stesse fonti a cercare i media per fare in modo che venga reso pubblico ciò che è loro interesse divulgare. Spesso le fonti adottano una strategia informativa basata sulla somministrazione delle informazioni secondo logiche di convenienza ed opportunità, diffondendo le notizie nei tempi e nei modi che meglio si adattano ai loro obiettivi: Per esempio esse decidono (Cesareo, 1981):
- quali eventi e materiali sono idonei ad essere trasformati in notizie dagli organi di informazione e dalle agenzie di stampa;
- di rendere impossibile o molto difficile la ricerca attorno alle informazioni fornite e quindi la verifica della loro consistenza e provenienza;
- di accreditare pertanto come “autentici” determinati eventi o dati;
- di valorizzare al massimo il materiale informativo rilasciato e di pilotarne in certa misura l’effetto;
- di produrre processi comunicativi “convenienti”, mediante la diffusione delle sole informazioni “adeguate”, in circostanze e tempi opportuni.
In conclusione, è appena il caso di notare come il rischio di queste strategie manipolatorie da parte delle fonti, attuabili semplicemente con la produzione di auto-informazione, sia maggiormente significativo laddove esistano stretti legami del potere politico e/o economico con la stampa e gli altri mezzi di comunicazione, che si ritrovano, di conseguenza, ad assecondare le esigenze e gli interessi dei gruppi dominanti.
How do television emitters understand and measure audience satisfaction?
Regard Telkom University
Through the meter, an electronic device installed in televisions that automatically detects the channel they are tuned to and transmits the information to Auditel, the company that measures the television audience.