Il sistema non verbale concorre con quello tipicamente verbale a formare i canali Comunicazione. Pertanto la Comunicazione non verbale non è “accessoria” alla verbale, come pensano in molti, e non è neanche il semplice riverbero degli stati emotivi dell’uomo.
Secondo alcuni studiosi la comunicazione non verbale è innata nell’individuo, secondo altri essa deriva invece dall’ambiente. Attualmente la teoria dominante è una via di mezzo, perché si ritiene che alla comunicazione non verbale siano inestricabilmente legati sia fattori genetici, sia fattori culturali.
I canali non verbali sono classificabili in 5 sistemi:
- vocale (l’intonazione della voce)
- cinesico (i movimenti)
- aptico (il contatto fisico)
- prossemico (la distanza)
- cronemico (il tempo della comunicazione)
Sistema vocale
Riguarda tutti gli aspetti “paralinguistici” del parlare:
- intonazione
- intensità
- ritmo
- tono
Una stessa frase può quindi dare diversi effetti a seconda degli elementi paralinguistici utilizzati. Il sistema vocale è peraltro fortemente espressivo dello stato emotivo di chi parla.
Anche il “silenzio” è importantissimo, soprattutto nelle interazioni affettive. Esso è segno d’incertezza nella cultura occidentale, ma viceversa è segno di saggezza in quella orientale.
Sistema cinesico
È l’intera gamma dei movimenti del corpo:
- espressioni facciali. Sono sempre state viste come le espressioni dei sentimenti, tuttavia è da ricordare che esistono anche le espressioni “false“;
- postura del corpo. Segnala spesso il coinvolgimento nella conversazione, ma questo dipende molto anche dal “contesto” in cui ci si trova;
- gestualità delle mani. Accompagna frequentemente il normale linguaggio verbale, ma possiede pure un proprio codice, come dimostra il fatto che si gesticola anche quando si è soli (al telefono per esempio). Risente comunque molto della cultura d’appartenenza.
Sistema aptico
Si verifica con il contatto fisico tra i soggetti coinvolti nella Comunicazione e definisce inequivocabilmente il loro grado d’intimità (p.es., in ordine crescente d’intimità, la pacca sulla spalla, l’abbraccio di saluto, il tenersi per mano, ecc…).
È considerato di fondamentale importanza per lo sviluppo psico-fisico dei bambini (ad es. per Bowlby rappresenta una “base sicura“).
Sistema prossemico
Non è altro che la distanza o la modalità di occupare lo spazio tra mittente e destinatario della Comunicazione. C’è infatti una sorta di “zona rossa” tra i soggetti che comunicano in modalità faccia a faccia, la quale è penetrabile per ciascuno solo dalle persone affettivamente vicine, altrimenti scatta l’allarme.
Quindi per ognuno esiste una distanza rappresentativa dell’alternativa “bisogno d’indipendenza” vs. “vicinanza delle persone care”.
Sistema cronemico
È il modo di concepire ed organizzare il tempo soggettivo della discussione.
Nel discorso, le pause, il ritmo, l’alternanza dei turni tra chi parla e chi ascolta, rispecchiano il tempo soggettivo della conversazione.
La Comunicazione efficace deve quindi rispettare i tempi altrui (si deve cioè saper ascoltare con calma).
Si tratta di un sistema molto trascurato, che invece nella Comunicazione del mondo moderno riveste una particolare importanza. Infatti nella cultura occidentale il tempo è ormai una risorsa scarsa, a causa della frenesia e dei ritmi raggiunti della vita quotidiana. Solo nelle culture orientali ancora non c’è questa angoscia.
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