La stampa italiana e Benedetto XVI
Una tesina universitaria sui rapporti tra la stampa e Benedetto XVI

da | 5 Lug 2006 | Comunicazione | 0 commenti

Enciclica Deus Caritas Est

Il 25 gennaio 2006 è stata presentata alla stampa in Vaticano “Dio è amore”, la prima enciclica di Papa Benedetto XVI.
Si tratta di un’opera redatta in 73 pagine e 42 paragrafi, divisa in due parti: la prima, scritta dal teologo Ratzinger, parla dell’ “amore” nelle sue varie forme; la seconda invece, più interessante, è scritta dal Papa in qualità di Capo della Chiesa, e descrive l’esercizio concreto dell’amore verso il prossimo, con importanti riferimenti alla società, all’economia ed alla politica.

2.1 – I grandi temi dell’attualità

Quando un giornale illustra il contenuto di un discorso o di un documento scritto, è possibile rintracciare il pensiero dell’autore già dalla scelta dei passaggi testuali che egli ha ritenuto di prendere in considerazione, tralasciando gli altri. Ciò è vero soprattutto in questo caso, in cui il testo spiegato è un’enciclica papale particolarmente ricca di temi socialmente rilevanti, la cui selezione da parte del giornalista non può che configurare dei valori di significazione, per lui e per l’eventuale linea editoriale che esprime.

2.1.1. – La lettura di “Repubblica”

Così, ad esempio, il quotidiano “Repubblica” ha manifestato il suo interesse (in positivo ed in negativo) per i seguenti specifici argomenti dell’enciclica scritta dal Papa durante il suo soggiorno estivo in Val d’Aosta e Castel Gandolfo:

l’ ”eros”, com’era chiamato nell’antica Grecia l’amore tra uomo e donna. Questa dimensione dell’amore portata dal cristianesimo è spesso associata ad un rifiuto, ma non è così, dice il Papa. L’eros ha bisogno di disciplina, di purificazione e di maturazione per non perdere la sua dignità originaria e non degradare a puro “sesso”, diventando una merce;
il marxismo e la globalizzazione. Nell’enciclica è spiegato che il marxismo aveva indicato nella rivoluzione mondiale e nella sua preparazione la panacea per la problematica sociale, ma questo sogno non si è avverato. Anzi, nell’attuale difficile situazione che il mondo sta attraversando, anche a causa della globalizzazione dell’economia (più volte criticata nel testo), la dottrina sociale della Chiesa è diventata un’indicazione fondamentale, che fornisce orientamenti validi, da affrontare nel dialogo sociale. Il Papa invita a non lasciarsi tentare dall’ideologia marxista ed a trovare la forza di resistere ad essa;
la politica, ha il compito di creare un giusto ordine della società e dello Stato, ma la Chiesa ha il dovere di dare il proprio contributo alla formazione delle coscienze, in modo che le vere esigenze della giustizia siano percepite, riconosciute e realizzate.

2.1.2 – La lettura de “Il Corriere della sera”

Parzialmente sovrapposte, ma con accenti diversi, le materie dell’enciclica papale scelte e discusse dal “Corriere della sera”. Esse sono trattate in una forma meno estremizzata e quindi più favorevole al mondo cattolico.

le due dimensioni dell’amore. E’ evidenziata la necessità di non distinguere l’eros dall’agape (ovvero “l’amore fondato nella fede e da essa plasmato”). Quando questi elementi sono uniti trovano una sintesi perfetta, nella quale prevale la concezione dell’amore di donare all’altro e di ricerca dell’altro. Quando invece si radicalizza l’opposizione fra i due termini, si perde la vera essenza dell’amore ed il cristianesimo viene disgiunto dai contesti fondamentali della vita umana;
caritas e amore sono un binomio necessario per il Pontefice, perché solo attraverso di esso può svolgersi l’attività degli organismi caritativi laici e cattolici. Un’attività che deve essere sganciata e indipendente dai partiti e dalle ideologie, in quanto non è un mezzo per cambiare il mondo, ma è la realizzazione “qui ed ora” dell’amore di cui l’uomo ha sempre bisogno.

2.1.3 – La lettura di “Panorama”

Infine, il settimanale “Panorama” ha privilegiato i seguenti temi, affrontati con tonalità ancora differenti, più convenzionali:

il sesso, ovvero una merce che si può comprare e vendere. Anche l’uomo stesso può diventare merce e pertanto Benedetto XVI mette in guardia l’uomo contemporaneo dall’attuale tendenza ad “esaltare il corpo”, in un modo definito “ingannevole”;
il matrimonio, di cui l’enciclica ne difende l’unicità in quanto unione sacramentale della coppia. Esso corrisponde all’immagine del Dio monoteistico, la quale, basata su un amore esclusivo, “diventa l’icona del rapporto di Dio col suo popolo”;
l’astensione della Chiesa dalla politica. La Chiesa non deve “prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta e possibile”. Nei rapporti tra Stato e Chiesa, quest’ultima deve avere un’azione limitata in campo politico, perché agli uomini di Chiesa spetta solo di fornire “un contributo specifico”, mediante “la formazione etica”, affinché le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili.

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