Cosa significa digitale ?
Spieghiamo il significato dei termini “digitale” e “digitalizzazione”

da | 8 Gen 2016 | Informatica | 2 commenti

BB8Viviamo senza ombra di dubbio nell’era della rivoluzione tecnologica. Mai infatti nella storia dell’uomo c’è stato un periodo in cui le innovazioni sono state così veloci e repentine. Negli ultimi decenni abbiamo assistito allo stravolgimento del nostro stile di vita, a seguito soprattutto dell’introduzione di nuovi “strumenti” o di nuove funzionalità di vecchi strumenti, tutti inevitabilmente legati all’elettronica.

Il digitale ha fatto il suo ingresso in modo maestoso ed irruento nel nostro mondo, assorbendo progressivamente gran parte di quegli oggetti o sistemi che sapevamo funzionare in modo “analogico”, scoprendone in alcuni casi anche di nuovi: TV, orologi, stereo, automobili, telefoni portatili e “macchine” in genere.

Ma cosa vuol dire digitale? Non tutti hanno un’idea chiara del significato di questo termine, così come non tutti sanno cosa rappresenti l’importante processo di digitalizzazione, nonostante che da esso dipenda tutto il mondo dei computer (mondo di cui, ormai, non possiamo più fare a meno).

 

L’aggettivo digitale è spesso (erroneamente) considerato sinonimo di tecnologico o di elettronico, quando invece il termine ha tutt’altra valenza.

Il significato di digitale è il seguente: capacità di una grandezza di assumere valori discreti, valori cioè la cui differenza minima tra un dato e l’altro non è mai inferiore ad una certa quantità.tape-617207_1920

L’opposto di digitale è “analogico”, che invece rappresenta il modo di essere di quelle grandezze in grado di assumere qualsiasi valore intermedio tra un dato e l’altro delle loro misurazioni (definite “continue”). L’orologio tradizionale con le lancette, insieme ed in contrapposizione a quello al quarzo con l’ora indicata in cifre, sono la migliore immagine della distinzione tra analogico e digitale.

Pertanto il termine digitalizzazione sta a indicare il processo con il quale si trasforma una grandezza continua in una grandezza discreta, quest’ultima caratterizzata da valori che procedono a salti.

La capacità di una grandezza di essere digitale non è di poco conto: questa sua qualità le permette infatti di essere processata in modo automatizzato (per es. tramite computer), con grandi vantaggi di tempo, costi e, soprattutto, fatica umana. Processo che non sarebbe possibile in caso di grandezza analogica, i cui valori, rappresentando un “movimento nel continuo”, mal si prestano ad essere trattati da una routine automatica.

music-1059115_1920L’esempio più evidente della differenza tra grandezze analogiche (formate da valori continui) e digitali (composte invece da tanti valori discreti), nonché dei grandi benefici della digitalizzazione e della conseguente possibilità di utilizzare “materiale” digitale, è quello della pellicola di un filmato: finché questa è rappresentata dalla classica bobina (o “pizza” in gergo cinematografico), essa presenta evidenti difficoltà ad essere trattata e manipolata. Diversamente il file avi o mpeg di un filmato (che altro non è che la bobina digitalizzata, composta di tante piccole informazioni – sequenze – discrete) può essere facilmente montato e lavorato.

Il trattamento automatico delle informazioni, ricavabile dalle grandezze digitali, è quindi sicuramente il principale vantaggio dei dati posti in forma digitalizzata.

2 Commenti

  1. Francesco

    Complimenti, queste poche righe hanno condensato i miei anni di studi e di lavoro in modo semplice ed elegante.

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  2. Daniele

    Grazie del chiarimento. Effettivamente è molto confuso con tecnologico, elettronico. Oro ne capisco anche il motivo.

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