Tutti parlano di PNRR. Ma cos’è di preciso questo PNRR (o Recovery Plan) e, soprattutto, qual è il suo contenuto?
Visto che tale documento indirizzerà rigorosamente nei prossimi anni le decisioni e le politiche economiche del governo italiano, offriamo ai nostri lettori un quadro, sintetico ma completo, dei principali punti del Recovery Plan o meglio del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Cos’è il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)
Tutto nasce dalla decisione dell’Unione Europea di contrastare la pandemia da Coronavirus mediante l’approvazione del Next generation EU (NGEU), anche detto Recovery Found o Fondo per la ripresa.
In sostanza l’Europa ha messo a disposizione dei Paesi membri dell’Unione i soldi di un fondo speciale allo scopo di finanziare la ripresa economica degli Stati nel triennio 2021-2023.
Questo fondo è a sua volta finanziato dall’emissione di titoli di credito europei, meglio conosciuti come Recovery bond.
I singoli Paesi però, per poter beneficiare della quota del fondo di loro spettanza, devono presentare agli organi dell’UE un piano nazionale dettagliato degli interventi da realizzare. Questo piano deve quindi contenere la descrizione dei progetti strutturali e di riforma che lo Stato si impegna ad eseguire nel periodo di riferimento.
Il piano italiano si chiama Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), oppure più semplicemente Recovery Plan.
Pertanto questo documento è importantissimo, perché – una volta divenuto definitivo – indirizzerà tutte le decisioni di politica economica del governo italiano, ripercuotendosi inevitabilmente nella vita di tutti i cittadini.
Cosa dice il PNRR
Il PNRR italiano per l’utilizzo dei fondi del Next Generation EU è stato inviato dal governo Draghi alla Commissione Europea il 30 aprile 2021. Esso fa seguito, con alcune importanti modifiche, alla precedente bozza approvata il 12 gennaio 2021 dal governo Conte 2. Il documento inviato potrebbe subire variazioni per effetto di eventuali richieste da parte della Commissione europea.
Il PNRR inviato attribuisce molte risorse agli investimenti pubblici, cioè a progetti con benefici economici di lungo respiro, a discapito di misure estemporanee (come ad es. gli incentivi a determinati soggetti) che hanno sicuramente il vantaggio di scaturire effetti positivi a breve, ma non gettano le basi durature per quelle riforme strutturali di cui il paese ha immenso bisogno.
L’impegno finanziario complessivo per i programmi di riforma e le voci di spesa del PNRR è veramente notevole: circa 235 miliardi di euro (contro i 223 del documento predisposto da Conte).
Per una comprensione immediata del PNRR (e per il suo confronto con il precedente documento del governo Conte 2), non c’è niente di meglio di presentare la seguente tabella in cui rappresentiamo il peso percentuale di ciascun intervento, così da fornire in un colpo d’occhio le priorità di politica economica del governo italiano e la diversa attribuzione delle risorse tra queste priorità decisa dai governi Conte 2 e Draghi. La destinazione proporzionale delle risorse tra le diverse misure previste nel Piano è infatti il miglior indicatore delle novità che ci aspettano nei prossimi anni. E ciò, forse, a prescindere dal governo che ci sarà.
DRAGHI |
CONTE |
CONFR. |
|||
Interventi in ordine di rilevanza percentuale |
(miliardi/€) |
(%) |
(miliardi/€) |
(%) |
|
RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA |
69,9 |
30% |
68,9 |
31% |
↓ |
Transizione energetica e mobilità locale sostenibile |
25,4 |
11% |
18,2 |
8% |
↑ |
Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici |
22,2 |
9% |
29,3 |
13% |
↓ |
Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica |
15,4 |
7% |
15 |
7% |
↔ |
Impresa Verde ed Economia Circolare |
6,9 |
3% |
6,3 |
3% |
↔ |
DIGITALIZZ., INNOVAZ., COMPETITIVITÀ E CULTURA |
49,9 |
21% |
46,2 |
21% |
↔ |
Digitalizz., innovaz. e competitività sistema produttivo |
30,6 |
13% |
26,7 |
12% |
↑ |
Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella P.A. |
11,2 |
5% |
11,4 |
5% |
↔ |
Turismo e Cultura 4.0 |
8,1 |
3% |
8 |
4% |
↓ |
ISTRUZIONE E RICERCA |
33,8 |
14% |
28,5 |
13% |
↑ |
Potenziamento delle competenze e diritto allo studio |
20,9 |
9% |
16,7 |
7% |
↑ |
Dalla ricerca all’impresa |
12,9 |
5% |
11,8 |
5% |
↔ |
INFRASTRUTTURE PER MOBILITÀ SOSTENIBILE |
31,5 |
13% |
32 |
14% |
↓ |
Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0 |
28 |
12% |
28,3 |
13% |
↓ |
Intermodalità e logistica integrata |
3,5 |
1% |
3,7 |
2% |
↓ |
INCLUSIONE E COESIONE |
29,8 |
13% |
27,6 |
12% |
↑ |
Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore |
12,8 |
5% |
10,8 |
5% |
↔ |
Politiche per il Lavoro |
12,6 |
5% |
12,6 |
6% |
↓ |
Interventi speciali di coesione territoriale |
4,4 |
2% |
4,2 |
2% |
↔ |
SALUTE |
20,2 |
9% |
19,7 |
9% |
↔ |
Innovaz., ricerca e digitalizz. dell’assistenza sanitaria |
11,2 |
5% |
11,8 |
5% |
↔ |
Assistenza di prossimità e telemedicina |
9 |
4% |
7,9 |
4% |
↔ |
TOTALE |
235,1 |
100% |
222,9 |
100% |
– |
Fonte: elaborazione Studiamo.it su dati bozza PNRR.
Eventuali apparenti errori nelle somme sono dovuti agli arrotondamenti.
Come si vede dalla tabella, i progetti più importanti, quelli che avranno la priorità nell’agenda del governo (qualunque esso sarà), sembrano essere in ordine:
- la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo (13%)
- l’alta velocità ferroviaria e la manutenzione stradale 4.0 (12%)
- la transizione energetica e la mobilità locale sostenibile (11%)
Importante anche rilevare l’impatto sul PIL delle misure contenute nel PNRR o Recovery Plan. Ecco una tabella con questa importante informazione (sempre confrontando i dati tra Conte 2 e Draghi):
Impatto sul PIL |
||||||
(dati in %) |
anni |
|||||
2021 |
2022 |
2023 |
2024 |
2025 |
2026 |
|
DRAGHI |
5,5 |
1,2 |
1,9 |
2,4 |
3,1 |
3,6 |
CONTE |
0,5 |
0,7 |
1,5 |
1,9 |
2,5 |
3 |
Fonte: OCPI su dati bozza PNRR.
Commento delle misure del PNRR
Sicuramente è encomiabile il fatto che, come già sopra accennato, si siano privilegiato nel PNRR gli investimenti pubblici, la realizzazione delle grandi opere ed i progetti strutturali.
Questo tipo di spese determina infatti un contributo positivo molto più consistente e stabile al prodotto nazionale, rispetto alle spese correnti come ad es. i trasferimenti verso categorie di cittadini.
Tuttavia il maggior beneficio delle spese per investimento è in parte compensato da un significativo svantaggio: l’effetto economico si avverte nel lungo termine (quando la grande opera è ultimata ed entra a regime) e di conseguenza diminuiscono gli effetti di segno positivo nel breve e medio periodo, a causa del venire meno dei costi per incentivi sostituiti appunto dagli investimenti pubblici.
Si ravvisano pertanto due grandi punti interrogativi negli interventi del Recovery Plan.
- ancora una volta è importante saper rispondere alla domanda: l’Italia è in grado di realizzare in modo efficace infrastrutture/grandi investimenti e soprattutto è capace di farlo in tempi quanto meno decenti? Sul governo Draghi ci si può contare, ma quanto durerà questo governo? E il prossimo sarà altrettanto affidabile? Ancora una volta il problema è politico. Ecco perchè assume grande importanza la possibilità di contare su una legge elettorale capace di garantire quanto meno la stabilità degli esecutivi
- altra domanda: riuscirà il nostro paese a completare le riforme strutturali necessarie ad avere finalmente una pubblica amministrazione efficace, agile e la cui azione sia sempre improntata alla misurazione dei risultati raggiunti? Avere in Italia una pubblica amministrazione funzionante è infatti condizione essenziale per l’attuazione di qualsiasi progetto a lungo respiro
Servono riforme strutturali dell’amministrazione pubblica, a cominciare da quelle riguardanti la semplificazione burocratica e la giustizia!
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