Differenza tra tasso contrattuale e tasso effettivo
Spieghiamo in modo semplice perché esistono sempre 2 tassi per qualsiasi prestito

da | 7 Apr 2023 | Statistica e matematica | 0 commenti

Cerchiamo in questa dispensa di spiegare, in modo chiaro, la differenza tra tasso di interesse nominale e tasso di interesse effettivo.

Il tasso di interesse nominale è quello che l’ente creditizio (ad es. una banca) indica come tasso contrattuale al quale è regolato il finanziamento.

Il tasso di interesse effettivo è quello che, dal punto di vista finanziario, regola materialmente il finanziamento.

In altre parole, il tasso effettivo è il tasso appunto effettivo, cioè “vero”, in quanto è il valore che, secondo la matematica finanziaria, misura concretamente il peso degli interessi.

Il tasso nominale, invece, può essere considerato un’approssimazione del tasso di interesse effettivo e, come tale, il tasso nominale è sempre inferiore al tasso effettivo.

Proprio per questo ed allo scopo di tutelare il debitore da eventuali inganni, la legge impone che accanto alla pubblicità del tasso nominale sia sempre dichiarata anche l’entità del tasso effettivo.

Il tasso nominale è in genere abbreviato con la sigla TAN, mentre il tasso effettivo è spesso indicato con l’abbreviazione TAEG (tasso effettivo generale).

Ma perché esiste questa differenza, che a ben vedere è una grande complicazione, e cosa fa divergere i 2 tassi di interesse?

Cerchiamo di rispondere ordinatamente a queste domande.

Il motivo per cui nella pratica commerciale di banche e società finanziarie si usa il TAN anziché il TAEG è legato ad una vecchia consuetudine consolidatasi nel tempo, che solo recentemente ha trovato una forma di composizione con l’accennato obbligo, a carico del finanziatore, di dichiarare entrambi i tassi di interesse su ogni tipo di comunicazione.

Il motivo invece per il quale il tasso nominale è diverso dal tasso effettivo è più articolato.

Innanzitutto, il tasso effettivo è maggiore del tasso nominale perché il tasso effettivo tiene conto anche delle spese che il debitore deve sostenere per ottenere il prestito e durante tutto il periodo della sua durata.

Il TAEG, infatti, è una misura onnicomprensiva del costo del finanziamento ed è per questo che il suggerimento è sempre quello di confrontare i TAEG (e non i TAN) quando si vuole scegliere tra più finanziamenti per trovare il meno oneroso.

Ma il fatto che nel TAEG siano comprese anche le altre spese del prestito (oltre al costo degli intessi da pagare sul capitale) non è sufficiente a spiegare la diversa grandezza, a parità di condizioni, dei due tassi di interesse TAN e TAEG.

Infatti, anche se non ci fossero spese per il debitore, il TAEG sarebbe sempre maggiore del TAN. Ciò per il tipico meccanismo degli interessi composti.

Per capire il concetto, dobbiamo richiamare qualche (semplice) nozione di matematica finanziaria e, in particolare, dobbiamo calcolare il tasso effettivo partendo da quello nominale.

Innanzitutto indichiamo la formula per il calcolo della rata mensile di un prestito rateale in funzione del tasso di interesse nominale:

dove:
J è sempre il tasso nominale
R.mensile è l’importo della rata mensile
C è il capitale preso a prestito
n è il numero totale delle rate mensili

A questo punto possiamo riportare la fondamentale formula che esprime il collegamento tra tasso nominale e tasso effettivo (per rate mensili):

dove:
i è il tasso effettivo
J è il tasso nominale (contrattuale)

Infine, se vogliamo tenere conto anche delle spese del prestito, così d’avere un tasso effettivo che sia veramente effettivo e fare calcoli di convenienza, ecco come modificare la precedente formula in modo da riuscire a calcolare da soli il tasso che tiene conto delle spese e non dipendere da nessuno:

in cui:
y il tasso nominale che tiene conto delle spese
le spese di erogazione del prestito si tolgono dal capitale (com’è giusto che sia, perché l’importo concreto del prestito è al netto di queste spese)
le spese di incasso si aggiungono all’importo della rata mensile (com’è giusto che sia, perché si paga tutto insieme: rata e spese)

Nella formula sopra riportata, il tasso y che verifica l’uguaglianza è il tasso nominale di interesse che tiene conto delle spese del finanziamento. Per avere il tasso effettivo completo (con le spese) non ci rimane che applicare a y la formula di collegamento tra tasso nominale e tasso effettivo vista sopra.

Adesso facciamo un esempio per chiarire meglio le informazioni fornite.

La banca ci fa un prestito di 80.000 euro al 4% con rimborso in 180 rate mensili (15 anni), con 500 euro di spese iniziali e 2 euro di spese (di incasso) al pagamento di ogni rata. Sappiamo che il tasso indicato (4%) è nominale e quindi vogliamo calcolare il tasso effettivo (senza considerare le spese):

Come è evidente il tasso effettivo (4,0742%) è maggiore di quello nominale (4,00%).

Adesso, con qualche passaggio, andiamo a calcolare il tasso effettivo comprensivo delle spese.

Prima calcoliamo la rata mensile:

Poi calcoliamo il tasso nominale che tiene conto delle spese:

Usando ad es. Excel possiamo determinare il tasso nominale y che verifica l’uguaglianza e cioè che y è uguale a 4,1426%.

A questo punto dobbiamo trovare il tasso effettivo che tiene conto delle spese. Applichiamo quindi la formula di collegamento tra tasso nominale ed effettivo per trovare il tasso di interesse effettivo che tiene conto anche delle spese:

Riassumiamo il tutto:

tasso nominale = 4,00%

tasso effettivo senza spese = 4,07%

tasso effettivo comprensivo delle spese = 4,22%

È appena il caso di notare che il tasso effettivo del 4,22% è molto più alto del tasso nominale pubblicizzato dal finanziatore pari al 4,00%.

Come volevasi dimostrare.

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