Introduzione
Indice
Parte I – La finanza pubblica ed il Bilancio dello Stato
La scienza delle finanze si occupa dell’attività finanziaria pubblica, ovvero di quei meccanismi e principi che regolano l’operato dello Stato e degli Enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) rivolto a reperire le risorse necessarie all’erogazione dei servizi pubblici.
Da una parte abbiamo quindi le entrate pubbliche, rappresentate da tutti i proventi che i soggetti pubblici riscuotono in forza di norme obbligatorie, dall’altra le spese pubbliche, costituite dalle uscite con le quali gli stessi soggetti provvedono ad erogare i servizi pubblici, il cui scopo dichiarato è quello di soddisfare gli interessi della collettività.
Pertanto nella finanza pubblica i soggetti attivi sono lo Stato e gli Enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) che impongono (in forza del loro potere d’imperio) tributi alla collettività, mentre i soggetti passivi sono i contribuenti che questi stessi tributi sono obbligati a pagare.
Il rapporto giuridico tra tali soggetti prevede infatti che le entrate riscosse siano utilizzate dai soggetti pubblici attivi per sostenere le spese necessarie all’erogazione dei servizi pubblici, i quali costituiscono quindi la controprestazione delle imposte versate dai contribuenti (parte passiva del rapporto).
I servizi pubblici servono a soddisfare i bisogni collettivi dei cittadini.
I bisogni delle persone, infatti, si dividono in individuali e collettivi. I primi (magiare, vestirsi, divertirsi, ecc…) vengono soddisfatti direttamente dagli individui.
Ai bisogni collettivi provvedono invece i soggetti pubblici visti sopra, perché essi sono bisogni che le persone avvertono in quanto membri di una collettività e proprio per questo sono anche detti bisogni pubblici (istruzione, giustizia, difesa, ordine pubblico, salute, trasporti, ecc…).
I bisogni pubblici sono ulteriormente distinguibili in generali e speciali.
I bisogni generali, soddisfatti dai servizi pubblici generali, sono per loro natura indivisibili, nel senso che il vantaggio nascente dalla loro erogazione riguarda tutta la collettività e non è possibile quantificarlo per il singolo cittadino membro di tale collettività (ne sono esempi l’ordine pubblico, la difesa, ecc…).
I servizi pubblici speciali sono invece divisibili per singolo fruitore ed è quindi possibile calcolare l’utilità che ciascun individuo ricava dal loro godimento (il trasporto urbano o la semplice produzione di un certificato pubblico sono esempi di servizi speciali, tariffabili come tali alle singole persone richiedenti il servizio).
Come vedremo le imposte pagate dalla collettività vanno a finanziare l’erogazione dei servizi generali, mentre le tasse sono il prezzo da pagare dai singoli per ricevere i servizi speciali.
Abbiamo detto che l’attività finanziaria pubblica consiste sostanzialmente nella riscossione di entrate e nel sostenimento di spese, finalizzate alla produzione di servizi collettivi (o pubblici).
La differenza fra entrate e spese dà luogo, anche nel settore pubblico (così come in quello privato: p.es. nelle imprese), ad un avanzo pubblico, ovvero ad un surplus di risorse.
Tuttavia nelle economie moderne tale differenza è spesso e volentieri negativa, cioè le spese superano le entrate nel periodo considerato (l’anno finanziario): in questo caso avremo un deficit pubblico e vedremo in seguito quali sono i modi per finanziarlo o, come si dice, “coprirlo” (vedremo che lo Stato fa ricorso soprattutto al debito pubblico), perché, come tutti i bilanci, anche quello statale non può sostenere più spese di quante sono le entrate monetarie.
Entrate pubbliche (costituite soprattutto dai tributi) |
Spese pubbliche (finanziano i servizi collettivi) |
Deficit pubblico (coperto con il ricorso al debito pubblico) |
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per i piccoli artigiani e i loro dipendenti che resterebbero disoccupati con la domanda contratta, potrebbe essere praticabile la soluzione della fiscalizzazione degli oneri sociali? aiutatemi!
mi chiedo se possiamo inserire tra gli interventi citati anche la Massima Concorrenza in tutti isettori economici privati, per contrapporre l’inflazione e stimolare l’occupazione
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