Corso di Economia Politica
Un corso completo e facile di economia politica

da | 8 Mag 2008 | Economia politica | 14 commenti

Introduzione

(lezione n. 1)

In questa lezione verrà introdotta la definizione di Economia Politica. Si parlerà inoltre del circuito economico, della distinzione tra microeconomia e macroeconomia e della frontiera di produzione

 

Definizione di economia politica

L’economia politica è la materia che studia il funzionamento di un “sistema economico”, “moderno” e di “tipo occidentale”.

Moderno, perché il riferimento è ai mercati ed all’apparato organizzativo dei paesi dell’era moderna.

Di tipo occidentale, perché il modello preso in considerazione è quello capitalistico, della libera iniziativa produttiva e della proprietà privata dei mezzi di produzione, in contrapposizione al modello di tipo “collettivista”, caratterizzato dalla proprietà statale degli stessi mezzi. Anzi, attualmente questo criterio distintivo tra le due filosofie economiche è superato. Si parla più correttamente di economie con centri di decisione decentralizzati, per riferirsi ai paesi capitalistici, e di economie con una scelta centralizzata, per identificare i paesi socialisti.

Rimane da analizzare il concetto di sistema economico per completare la definizione di economia. Un sistema economico è un insieme di soggetti ed istituzioni nell’ambito del quale si manifestano determinati fenomeni economici. E l’economia politica studia appunto il funzionamento di questi fenomeni, cioè le regole di comportamento, all’interno della collettività, dei flussi e delle grandezze economiche.

 

Il circuito economico

Qualsiasi collettività (sia essa una nazione o un insieme di nazioni, come la comunità internazionale) ha la necessità, per sopravvivere e raggiungere i suoi scopi, di soddisfare dei bisogni. Questi bisogni possono essere soddisfatti attraverso la disponibilità di determinati beni (risorse naturali o beni frutto della produzione), che siano appunto adatti ad eliminare i bisogni per i quali vengono utilizzati, cioè che abbiano la caratteristica dell’utilità (intesa come capacità di soddisfare i bisogni).

Il problema economico fondamentale è questo: mentre i bisogni sono per loro natura potenzialmente illimitati, i beni dotati di utilità economica (in grado cioè di soddisfare questi bisogni) sono necessariamente limitati. Infatti, sia le risorse esistenti in natura, sia i beni producibili dall’uomo, sono sempre in quantità limitata e non infinita. Se un bene fosse infinito (come l’aria che respiriamo) non sarebbe un bene economico.

E’ da questa contrapposizione tra illimitatezza dei bisogni e scarsità dei beni economici che nasce e si giustifica lo studio dell’economia politica.

Il sistema economico, qualunque esso sia, è costretto, per temperare la suddetta contrapposizione e cercare di soddisfare il maggior numero di bisogni (oppure, il che è lo stesso, per rendere disponibile ai suoi partecipanti il maggior numero di beni economici), ad organizzare il proprio apparato produttivo e distributivo in modo ottimale (efficiente), tale cioè da realizzare la migliore allocazione delle risorse.

Questa ricerca dell’ottimizzazione comporterà una serie di scelte riguardo:

• cosa produrre

• quanto produrre

• come produrre

• per chi produrre

L’economia politica studia pertanto le regole che guidano ed i meccanismi che producono queste importanti decisioni produttive e distributive.

Per quanto detto finora, un sistema economico, con i relativi flussi monetari e di beni e servizi, può essere rappresentato, in forma elementare, come in figura:

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Ci sono solamente due soggetti economici: le famiglie e le imprese (inseriremo più in là altri soggetti, come il sistema bancario, l’apparato pubblico ed il settore estero). Le famiglie, da un lato (mercato dei beni di consumo), domandano beni e servizi alle imprese pagandoli in moneta, dall’altro (mercato dei fattori produttivi), offrono esse stesse alle imprese le risorse, come il lavoro umano e gli altri servizi produttivi (terra e capitale), necessarie alla produzione e distribuzione dei beni, ricevendo in cambio salari ed altri redditi monetari (rendite ed interessi).

Il funzionamento della domanda e offerta da parte delle famiglie e delle imprese, sia sul mercato finale dei beni di consumo, sia sul mercato dei servizi produttivi, è quello che ci proponiamo di studiare nelle prossime lezioni.

 

Microeconomia e macroeconomia

A questo punto una precisazione è doverosa. L’economia politica si divide in due grandi filoni, a seconda dell’ottica con cui viene analizzata l’ottima ed efficiente allocazione delle risorse di cui abbiamo detto:

• microeconomia

• macroeconomia

La microeconomia studia le scelte dei singoli operatori economici nei singoli mercati (p.es. nel mercato del pesce, nel mercato televisivo, dell’acciaio, ecc…), arrivando ad individuare delle modalità secondo le quali il mercato reagisce e si muove.

La macroeconomia fa la stessa cosa ma a livello di aggregati economici, cioè considerando il sistema economico come un unico grande mercato, risultante dalla sommatoria di tutti i mercati che ne fanno parte. Pertanto, le grandezze economiche prese in considerazione sono le quantità aggregate del sistema, quali la produzione complessiva del paese, il livello generale dei prezzi, il tasso di inflazione, di disoccupazione, ecc…

Mentre la macroeconomia può essere approcciata da diverse teorie economiche (da quella neoclassica, la quale riteneva che per raggiungere l’efficienza economica basta lasciar fare al mercato, senza nessun intervento di politica economica da parte dello Stato, alla teoria della domanda e offerta globale, passando per Keynes ed i nuovi macroeconomisti classici), la microeconomia può esser vista solamente sotto due aspetti:

  • quello dell’equilibrio economico generale (metodo della “scuola di Losanna”), dove si tiene conto, nella ricerca dell’equilibrio di mercato, dei riflessi che la minima variazione di una qualsiasi grandezza può causare. Si ottiene quindi un equilibrio generale che considera tutti i cambiamenti di tutte le variabili che entrano in gioco. E’ il metodo sicuramente più esatto, visto che ormai viviamo in un villaggio globale, dove qualsiasi avvenimento produce reazioni e contro-reazioni in tutto il mondo, ma è anche un metodo che alla fine si riduce allo studio di un modello puramente matematico. Esso è composto da un numero elevato di equazioni e disequazioni, che fanno però perdere di vista i concetti fondamentali dell’economia, cioè la domanda e l’offerta di un bene
  • quello dell’equilibrio economico parziale di Alfred Marshall (metodo della “scuola di Cambridge”), dove lo studio dell’equilibrio di mercato è portato avanti tenendo ferme tutte le variabili che non c’entrano con quel mercato (cosiddetta regola del coeteris paribus: “a parità di altre condizioni”). E’ sicuramente il metodo meno verosimile, perché in realtà le altre condizioni (che per opportunità si tengono costanti) non sono affatto fisse, ma è un metodo che permette di comprendere meglio le regole fondamentali che determinano l’equilibrio di prezzo (P) e quantità prodotta (Q) in un mercato qualsiasi

Quest’ultimo metodo (dell’equilibrio economico parziale) è quello che utilizzeremo nelle lezioni successive per studiare come si arriva all’equilibrio microeconomico di un mercato.

 

La frontiera della produzione: scarsità ed efficienza

Riprendiamo adesso il discorso sulla illimitatezza dei bisogni e sulla scarsità delle risorse disponibili. Esso impone delle scelte di produzione e dà origine al problema economico dell’efficiente allocazione delle risorse. Una rappresentazione grafica, che permette di cogliere gli aspetti salienti di questi concetti, è quella della frontiera di produzione di un paese.

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figura 1

Ipotizziamo che un sistema economico produca solamente di due beni (bene A e bene B) e poniamo la quantità prodotta del bene A sull’asse delle ordinate e quella del bene B sull’asse delle ascisse.

Dato che la quantità di risorse, necessaria per la produzione di questi due beni, è limitata, le combinazioni possibili di produzione dei beni sono tutti i punti del grafico al di sotto della curva di frontiera o coincidenti con essa. Il nostro sistema può infatti decidere di produrre solo il bene B e in questo caso il punto di produzione si troverà sull’asse delle ascisse, oppure produrre solo il bene A e in questo caso il punto che individua il sistema produttivo si troverà sull’asse delle ordinate.

Oppure può, più intelligentemente, produrre entrambi i beni e in questo caso la combinazione possibile di produzione di una certa quantità di A e di una certa quantità di B, date le risorse disponibili, sarà un punto qualsiasi del grafico, non superiore alla frontiera. Quest’ultima identifica tutte le combinazioni possibili di produzione in cui le risorse a disposizione sono completamente sfruttate, cioè quelle combinazioni produttive dei due beni (o di un unico bene, nel caso dei due punti di intercetta A segnato e B segnato) che permettono una produzione senza sprechi di risorse. La curva di frontiera, in altre parole, rappresenta il limite massimo di produzione, oltre il quale non si può andare, per mancanza di risorse disponibili: ogni punto su quella curva definisce una possibile scelta di produzione, caratterizzata dal pieno impiego delle risorse a disposizione del sistema economico.

Nell’esempio di figura 1, sopra illustrato, il sistema si è posizionato su di un punto (Q) in cui la risultante combinazione produttiva (efficiente, perché sulla frontiera) è pari a 200 unità del bene B (su un max di 300) e 150 unità del bene A (su un max di 200).

Questa semplice raffigurazione del sistema, ci permette di fare le seguenti importanti considerazioni:

  • anche se è possibile optare per una produzione combinata del bene A e del bene B rappresentata da un punto al di sotto della frontiera, questa scelta sarebbe sicuramente inefficiente. Infatti, una produzione siffatta determinerebbe uno spreco di risorse (cioè una situazione non di pieno impiego delle risorse), perché si potrebbe aumentare la produzione del bene A senza dover rinunciare, in termini di diminuzione della quantità prodotta, al bene B e viceversa. Anzi, sarebbe possibile aumentare la quantità prodotta di entrambi i beni e dunque soddisfare maggiormente i bisogni della collettività. Nel grafico di figura 1 la quantità di equilibrio Q’ è una combinazione non efficiente. Infatti, arrivando ad un qualsiasi punto sulla frontiera compreso tra Q1 e Q2, si potrebbe aumentare la quantità di entrambi i beni;
  • solamente le scelte di produzione dei beni che si trovano sulla la frontiera sono efficienti. Ogni punto della frontiera determina una combinazione di produzione dei 2 beni di pieno impiego, perché permette di avere la massima produzione possibile con una quantità data di risorse (materie prime) disponibili. Il punto Q in figura 1 (cui corrisponde una produzione di 200 del bene B e 150 di A) è una combinazione efficiente;
  • i punti che stanno oltre la frontiera sono irraggiungibili, perché necessitano di un utilizzo di risorse superiore a quello a disposizione. Per cui questi punti, pur essendo desiderati dal sistema (il bisogno di beni è sempre infinito), sono impossibili da raggiungere ed evidenziano quindi la scarsità delle risorse che condiziona tutti i sistemi economici e impone drastiche scelte di produzione. Sempre in figura 1, la combinazione di prodotti espressa dal punto Q’’ è irrealizzabile;
  • inoltre, è possibile trarre un’altra osservazione dalla nostra figura. Ogni scelta che si effettua comporta sempre un sacrificio in termini di minor quantità prodotta di un bene. Se si decide di produrre più quantità del bene A si dovrà necessariamente rinunciare ad una certa quantità del bene B e viceversa. La limitatezza delle risorse impone sempre un trade-off, cioè un’alternativa, tra la decisione di produrre un bene piuttosto che altri e questo determina in ogni caso dei costi-opportunità;
  • abbiamo detto che l’economia politica trae origine proprio dal fatto che la scarsità delle materie prime impone delle scelte produttive, scelte che sono appunto oggetto di studio della nostra materia. In particolare, se è pacifico che l’allocazione ottimale delle risorse debba situarsi sulla frontiera di produzione, perché solo le combinazioni ivi ubicate sono efficienti, non è chiaro quale dei tanti punti che si trovano sulla frontiera è il più ottimale, in grado cioè di realizzare meglio l’efficiente allocazione delle risorse disponibili. E’ in questo momento che interviene l’economia politica, la quale individua, con le sue regole ed i suoi meccanismi, la scelta di produzione più efficiente tra tutte quelle possibili;
  • per concludere un’ultima osservazione. Un sistema economico non può e non deve accontentarsi di raggiungere la sua frontiera di produzione, ma deve cercare di spostare questa frontiera il più possibile verso l’esterno. Ciò allo scopo di aumentare la produzione di tutti i beni e quindi accontentare il maggior numero di componenti della collettività, soddisfacendo meglio i loro crescenti bisogni. In figura 2 osserviamo come, spostando la frontiera di produzione del sistema economico verso l’esterno, è possibile migliorare di molto la disponibilità dei beni. In particolare, tutti i punti compresi tra Q’ e Q’’ esprimono situazioni produttive in cui crescono le quantità di entrambi i beni (A e B) e aumenta quindi la ricchezza netta del sistema.

 

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figura 2

La crescita della frontiera, ovvero il suo spostamento verso l’esterno, è possibile con il “progresso”, al quale un paese deve sempre tendere. Questo progresso è alimentato dall’aumento delle attrezzature produttive, dall’incremento della produttività dei lavoratori e anche dal miglioramento delle conoscenze culturali e tecniche.

 

14 Commenti

  1. Silvia

    davvero complimenti per la chiarezza espositiva!!
    Semplice e completo, a portata di tutti.
    Bravi bravi bravi

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  2. Roberto IACONA

    DA UNA VISUALIZZATA VELOCE SEMBRA INVITANTE ALLO STUDIO

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  3. maria

    meravigliosi!

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  4. Luca

    Non si può non lasciare un commento per un lavoro così sublime..!
    Alcuni concetti sono espressi meglio qui che su molti testi universitari

    Complimenti davvero, PERFETTO!

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  5. Anto

    Sembra scritto da un extraterrestre per come è ben fatto.
    Complimenti!!!
    Di solito non lascio commenti…ma in questo caso faccio ben volentieri un’eccezione.
    Complimenti ancora!!!

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  6. Fulvia

    A dir poco spettacolari, sono rimasta inebriata dai suoi appunti mozzafiato. Davvero notevole la sua intelligenza e mi ha colpito molto personalmente i suoi ragionamenti davvero fondati nel profondo dell’anima. D’ora in poi le starò col fiato sul collo, perlusterò tutti gli articoli a tappeto.
    Diventerò un suo grande fan a manetta.

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  7. Domenico

    I migliori appunti che una mente umana abbia mai potuto concepire. In poche parole, potrebbero semplicemente cambiarvi la vita! Marx avrebbe detto di questi autori: ‘se avessi avuto metà del loro talento, sarei diventato uno degli economisti piu importanti della storia’. Non ci riuscirà……mai.

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  8. Bruna Manzoni

    Davvero molto chiaro e utile. Grazie

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  9. Filippo

    Veramente chiaro ed esauriente. Nessun libro di testo universitario contiene una trattazione così ben fatta. Complimenti.

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  10. Tiziano

    ottimo davvero chiaro e coinciso

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  11. Giancarlo

    OTTIMO!

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  12. Riccardo

    god save steve round! 🙂

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  13. Michelle

    Queste sono le migliori spiegazioni di economia politica reperibili su Internet.

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  14. Manolo

    Una lezione davvero molto chiara e senza lungaggini inutili che nn permettono di capire. Ottimo.

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