Corso di Economia Politica
Un corso completo e facile di economia politica

da | 8 Mag 2008 | Economia politica | 14 commenti

Offerta di lavoro in economia

MICROECONOMIA (lezione n. 6)

In questa lezione analizzeremo l’offerta di lavoro da parte dei lavoratori, rivolta sia all’intera economia, sia (più efficacemente) al singolo settore economico

 

Introduzione

Conclusa la trattazione di quella parte del circuito economico (v. lezione 1) riguardante il mercato dei beni di consumo, passiamo ora a discutere dell’altra “metà del cielo”, cioè della parte del circuito economico inerente la domanda e l’offerta di fattori produttivi (terra, capitale lavoro). In particolare parleremo del mercato del lavoro, che è sicuramente, insieme al mercato della moneta, uno dei principali collegamenti fra i vari settori dell’economia.

In questa lezione analizzeremo l’offerta, in termini di ore lavorate, proveniente dai lavoratori e vedremo come quest’offerta è discussa nell’ambito della più generale teoria economica delle scelte del consumatore-lavoratore.

 

Nella lezione successiva vedremo la domanda di lavoro, sempre in termini di ore-lavoro, proveniente dalle imprese, mentre nella lezione n. 8 introdurremo, nel discorso sul mercato del lavoro, il ruolo dei sindacati dei lavoratori, data l’importanza assunta da questi ultimi nelle economie occidentali.

Sempre nella lezione n. 8, a chiusura della parte di microeconomia di questo corso, si accennerà anche all’equilibrio nel mercato degli altri fattori produttivi: la terra ed i beni capitali.

L’offerta di lavoro, o meglio di ore-lavoro, proviene dalle famiglie di lavoratori. Dal punto di vista della teoria del consumatore-lavoratore, la scelta da parte del lavoratore di offrire lavoro può essere vista come un’alternativa fra il tempo libero ed il consumo.

Infatti, come ricorderete, nella teoria del consumatore (che dava origine alla domanda di beni di consumo) l’alternativa era fra 2 beni, adesso, anche per il lavoratore (per costruire la sua offerta di lavoro), l’alternativa è fra due beni: il bene tempo libero, al quale egli deve rinunciare se decide di lavorare di più (più ore lavoro = meno ore tempo libero), ed il bene consumo, cioè la possibilità di spendere il reddito derivante dal lavoro effettuato, per acquistare tutti quei prodotti di cui il lavoratore ha bisogno (bei primari) o che comunque gradisce (beni di lusso). In altre parole, il bene consumo deve essere inteso come un bene-paniere, che raggruppa in sé tutti i beni di consumo che possono essere comprati nel mercato dei beni (alimenti, vestiti, divertimenti, viaggi, ecc…).

Quindi, nel grafico che rappresenta la teoria delle scelte del lavoratore avremo, come valori degli assi, sulle ascisse, il tempo libero cui egli deve rinunciare per lavorare, e, sulle ordinate, il consumo che può effettuare in virtù del reddito (salario) ricevuto per lavorare. Se è vero che maggiore è il tempo lavorato e minore è il tempo libero, è anche vero che maggiore è il tempo lavorato e maggiore è la possibilità di consumare beni sul mercato. E’ questa l’alternativa del lavoratore sulla base della quale costruiremo l’equilibrio e che ci permetterà di definire la curva dell’offerta di lavoro.

Anche in questo caso utilizzeremo la teoria marginalista, per la quale l’equilibrio tra 2 grandezze, lo ripetiamo, si realizza quando i loro valori marginali (dell’ultima unità) sono uguali.

Di conseguenza, se assegniamo alle due grandezze viste sopra (consumo e tempo libero) dei valori in termini di utilità totale

Consumo

Tempo libero (ore)

Utilità totale

1

4

2

2

8

5,66

3

12

6

4

16

8

5

22

10,49

 

possiamo ricavare, calcolando le variazioni dell’utilità totale per ciascuna grandezza, l’utilità marginale del tempo libero (e anche del consumo)

Variazione del tempo libero

Variazione dell’utilità totale

Utilità marginale del tempo libero

6

6,38

1,06

3

2

0,67

5

2,75

0,55

9

3,98

0,44

 

Si dimostra che l’utilità totale è massima quando le utilità marginali dei 2 beni, tempo libero e consumo, sono uguali

Umt = Umc

dove Umt=(utilità marg. tempo libero) e Umc=(utilità marg. consumo), ponderate però con i rispettivi prezzi, che per il tempo libero è il salario (W), inteso come costo-opportunità.

Per cui, in ultima analisi, avremo l’equilibrio di massima utilità totale quando

Umt/W = Umc/P

Nella nostra costruzione i valori di P (prezzo del paniere di beni=livello generale dei prezzi di mercato) e di W (salario monetario per ora lavorata) sono assunti come costanti.

 

Curve d’indifferenza e vincolo di bilancio

Utilizzando gli strumenti fornitici dalla considerazione dell’utilità totale, possiamo costruire, anche per il lavoratore, una famiglia di curve d’indifferenza. I punti su ciascuna di esse esprimono le combinazioni di consumo e tempo libero che, a parità di utilità totale, sono indifferenti al lavoratore. Inoltre, la curva d’indifferenza più esterna rappresenta l’utilità totale maggiore rispetto a quelle più vicine all’origine. Questo perché più la curva si allontana dall’origine e più i suoi punti permettono di ottenere una maggiore quantità di entrambi i beni (tempo libero e consumo).

 lez6-1 

La funzione matematica che descrive le curve d’indifferenza è detta (come per la domanda del consumatore) saggio marginale di sostituzione. Questo saggio è dato dal rapporto

Sms = (incremento del bene di consumo) / (incremento del tempo libero)

Il vincolo di bilancio del lavoratore, dato per costante il salario W, è rappresentato in questo grafico:

 lez6-2 

in cui il bene consumo raffigurato è quello reale (C/P), che considera le variazioni dei prezzi P (livello generale dei prezzi).

Il vincolo di bilancio esprime un concetto molto semplice. Più aumenta il tempo libero (fino ad arrivare al massimo, cioè T) e meno si lavora, meno si lavora e meno si consuma, per mancanza del reddito da lavoro (W). Viceversa, più diminuisce il tempo libero (fino ad arrivare al minimo, cioè zero) e più si lavora, più si lavora e più si hanno i mezzi (salario W) da spendere in beni di consumo (fino al massimo consumo, cioè C segnato/P).

La funzione che “sta sotto” il vincolo di bilancio del lavoratore e che esprime anche la sua inclinazione è

W/P

L’equilibrio nelle scelte del lavoratore, in cui le utilità marginali del tempo libero e del consumo sono uguali (Umt=Umc), si ha quando si verifica l’uguaglianza delle 2 funzioni: vincolo di bilancio e curva d’indifferenza

Sms = W/P

Graficamente:

lez6-3
 

Il grafico superiore rappresenta il consueto equilibrio, nel quale la curva d’indifferenza con la più alta utilità totale raggiungibile tange il vincolo di bilancio.

Il grafico inferiore esprime le ore lavorate d’equilibrio come ore complementari a quelle dedicate al tempo libero. Infatti, vale sempre la seguente espressione:

Tempo totale = Tempo libero + Tempo lavorato

 

Variazioni del salario e costruzione dell’offerta di lavoro

Per arrivare a costruire la curva d’offerta del lavoro, dobbiamo prima fare un altro passaggio. In particolare, dobbiamo fare un esperimento che ci dica come si modifica l’equilibrio al variare del prezzo del lavoro, cioè W.

Immaginiamo quindi un aumento del salario W. Il vincolo di bilancio si modificherà come in figura, passando dalla retta (T, C segnato/P) alla retta (T, C’ segnato/P).

lez6-4
 

Questo perché l’aumento del salario W, a parità di tutte le altre grandezze, comporta la possibilità di un maggior consumo per le stesse ore lavorate (o di tempo libero).

Dove si posizionerà il nuovo equilibrio? Dipende.

Dipende infatti dall’ampiezza dell’effetto sostituzione e dall’ampiezza dell’effetto reddito, presenti anche nel mercato del lavoro (come in quello del consumatore, v. lezione 3).

Se l’effetto sostituzione (fra consumo e tempo libero) prevale sull’effetto reddito, l’aumento del salario comporta una riduzione del tempo libero (il lavoratore è indotto dal più alto salario a lavorare di più per guadagnare maggiormente) e quindi il nuovo equilibrio sarà più prossimo al punto C del grafico. Se l’effetto reddito (la maggiore ricchezza induce a ridurre le ore lavorate) prevale sull’effetto sostituzione, l’aumento del salario comporta un aumento del tempo libero (il lavoratore sentendosi più “agiato” si gode di più la vita) e quindi la nuova combinazione d’equilibrio sarà più prossima al punto D del grafico.

L’equilibrio finale, conseguente all’aumento del salario W, sarà dunque un qualsiasi punto compreso nell’intervallo fra C e D (estremi inclusi). Il punto esatto lo deciderà la curva d’indifferenza, espressione delle preferenze del lavoratore, tangente la retta nell’intervallo anzidetto.

Nella figura seguente 2 possibili soluzioni:

lez6-5
 

Grazie all’esperimento sull’aumento del salario appena completato, è ora possibile costruire la curva d’offerta del lavoro. Questa curva sarà crescente, come in tutti i casi d’offerta, perché esprime una relazione diretta fra la quantità di lavoro in ore ed il salario reale (W/P, cioè il salario che considera i prezzi).

lez6-6
 

Il punto di partenza (W segnato/P) rappresenta il salario minimo di partecipazione, cioè il salario di sussistenza, al di sotto del quale il lavoratore non offre il proprio lavoro, perché considera questa retribuzione troppo bassa.

Arrivati ad un certo livello del salario reale (molto alto), la curva potrebbe assumere un andamento decrescente, come in figura.

 lez6-7 

Questo perché, come abbiamo visto facendo l’esperimento sull’aumento del salario, l’effetto reddito, per salari altissimi, potrebbe dominare l’effetto sostituzione. Il lavoratore che riceve un salario elevato può, infatti, decidere di ridurre il lavoro e coltivare maggiormente il suo tempo libero. E’ il caso dei grandi dirigenti d’azienda (top manager), che, arrivati oltre un certo reddito familiare o ad una certa età, si possono permette di trascurare il lavoro.

Quanto abbiamo detto finora vale come offerta del lavoro indirizzata all’intera economia, cioè all’intero sistema economico di un paese.

E’ molto più indicativo, però, considerare, anziché l’offerta suddetta, l’offerta del lavoro rivolta ad un singolo settore economico, come l’industria, l’agricoltura, l’artigianato, il terziario (i servizi) o il terziario avanzato (i servizi dell’alta tecnologia).

Il risultato che si ottiene considerando l’offerta nei singoli settori produttivi è maggiormente attendibile e ricco di significati, perché nella realtà l’offerta di lavoro si rivolge ai singoli settori dell’economia e non all’intera economia. E’, infatti, impensabile ritenere che un contadino offra il suo lavoro anche nell’industria o nel terziario, così com’è inverosimile pensare che un operaio si offra nel settore dell’artigianato o del terziario avanzato.

Il grafico che rappresenta l’offerta rivolta ai singoli settori produttivi di un paese è il seguente:

 lez6-8 

Questa figura ci dà un’ulteriore informazione di grandissima importanza. Infatti, scopriamo che la curva d’offerta in un settore (p. es. l’agricoltura) si può spostare anche in conseguenza della modificazione del salario (W1) di un altro settore (p. es. l’industria).

Nell’esempio in figura, la nuova offerta colorata è conseguenza dell’aumento del salario W1 nell’altro settore economico. I lavoratori abbandonano il settore in cui lavorano per cercare lavoro nel settore in cui c’è stato l’aumento del salario retributivo, come si deduce dal fatto che la nuova curva colorata indica una minor offerta di ore lavorative a parità di salario monetario.

Ciò è conseguenza degli aumenti salariali negli altri settori produttivi (W1, W2, ecc…), che inducono i lavoratori a “riconvertirsi” al mercato del lavoro dei settori con salari più alti.

Conclusione: l’offerta di lavoro di un settore produttivo è influenzata dalle modificazioni dei salari relativi (W1, W2, W3, ecc…) degli altri settori produttivi.

Anche l’equilibrio fra domanda e offerta nel mercato del lavoro (dando per conosciuta la domanda di lavoro proveniente dalle imprese, che studieremo nella lezione successiva) può essere visto nell’ambito di un settore oppure dell’intera economia.

Dal punto di vista del singolo settore economico, l’equilibrio si realizza sempre all’intersezione fra la domanda e l’offerta di lavoro,

 lez6-9 

ma l’offerta può modificarsi (spostarsi), e quindi cambiare il punto d’equilibrio, anche in conseguenza della variazione dei salari relativi nei mercati del lavoro degli altri settori produttivi.

Inoltre, la rappresentazione del mercato del lavoro nel singolo settore ci dice pure che, quando il settore si espande (p. es. per aumenti della sua produttività), aumentano sia l’occupazione del settore, che il relativo salario monetario. Ciò è evidenziato dallo spostamento della curva di domanda verso l’alto:

lez6-10
 

Il grafico del mercato del lavoro nell’intera economia ci fornisce, invece, un quadro d’insieme dei vari settori economici,

 lez6-11 

nel quale gli spostamenti dell’offerta non deriveranno più dalla variazione dei salari relativi, in quanto il salario reale d’equilibrio è già il risultato dell’equilibrio dei salari relativi.

Tuttavia, questo grafico è utile per affermare che la posizione della curva d’offerta dipende dalla quantità (stock) di capitale umano (lavoratori) a disposizione del sistema economico, mentre la posizione della curva di domanda dipende dallo stock di capitale fisico (beni capitali) anch’esso a disposizione del sistema.

Tecnologia e capitale – umano e fisico – sono dunque le forze che danno impulso e linfa vitale al mercato del lavoro.

 

14 Commenti

  1. Silvia

    davvero complimenti per la chiarezza espositiva!!
    Semplice e completo, a portata di tutti.
    Bravi bravi bravi

    Rispondi
  2. Roberto IACONA

    DA UNA VISUALIZZATA VELOCE SEMBRA INVITANTE ALLO STUDIO

    Rispondi
  3. maria

    meravigliosi!

    Rispondi
  4. Luca

    Non si può non lasciare un commento per un lavoro così sublime..!
    Alcuni concetti sono espressi meglio qui che su molti testi universitari

    Complimenti davvero, PERFETTO!

    Rispondi
  5. Anto

    Sembra scritto da un extraterrestre per come è ben fatto.
    Complimenti!!!
    Di solito non lascio commenti…ma in questo caso faccio ben volentieri un’eccezione.
    Complimenti ancora!!!

    Rispondi
  6. Fulvia

    A dir poco spettacolari, sono rimasta inebriata dai suoi appunti mozzafiato. Davvero notevole la sua intelligenza e mi ha colpito molto personalmente i suoi ragionamenti davvero fondati nel profondo dell’anima. D’ora in poi le starò col fiato sul collo, perlusterò tutti gli articoli a tappeto.
    Diventerò un suo grande fan a manetta.

    Rispondi
  7. Domenico

    I migliori appunti che una mente umana abbia mai potuto concepire. In poche parole, potrebbero semplicemente cambiarvi la vita! Marx avrebbe detto di questi autori: ‘se avessi avuto metà del loro talento, sarei diventato uno degli economisti piu importanti della storia’. Non ci riuscirà……mai.

    Rispondi
  8. Bruna Manzoni

    Davvero molto chiaro e utile. Grazie

    Rispondi
  9. Filippo

    Veramente chiaro ed esauriente. Nessun libro di testo universitario contiene una trattazione così ben fatta. Complimenti.

    Rispondi
  10. Tiziano

    ottimo davvero chiaro e coinciso

    Rispondi
  11. Giancarlo

    OTTIMO!

    Rispondi
  12. Riccardo

    god save steve round! 🙂

    Rispondi
  13. Michelle

    Queste sono le migliori spiegazioni di economia politica reperibili su Internet.

    Rispondi
  14. Manolo

    Una lezione davvero molto chiara e senza lungaggini inutili che nn permettono di capire. Ottimo.

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share This