Domanda di lavoro delle imprese
Indice
MICROECONOMIA (lezione n. 7)
In questa lezione si giungerà, attraverso la ricerca dell’ “efficienza di produzione”, alla costruzione della domanda di lavoro delle imprese
Efficienza nella produzione
Così come abbiamo studiato il comportamento di un consumatore razionale, per elaborare la teoria del prezzo, così adesso studieremo il comportamento di una impresa razionale per elaborare la teoria dell’efficienza di produzione. Infatti, un’impresa ha un comportamento razionale quando organizza, nel modo più efficiente possibile, i suoi diversi processi produttivi.
Esistono 2 modi per avere una produzione efficiente:
1) dato un certo costo per l’acquisto dei fattori produttivi, raggiungere la massima produzione possibile.
2) data una certa produzione, limitare al minimo il costo dei fattori produttivi.
A queste 2 visioni dell’efficienza corrispondono 2 diverse strade da percorrere per trovare l’equilibrio nella teoria della produzione e quindi costruire la curva della domanda di lavoro. Vedremo come queste due strade porteranno comunque allo stesso risultato, nel senso che le conclusioni raggiunte saranno le stesse in entrambi i casi.
Inoltre, è dimostrabile che la condizione di efficienza della produzione (in qualunque modo si raggiunga) equivale alla condizione di massimo profitto. Per cui anche se volessimo elaborare una teoria economica che persegua l’obiettivo di realizzare, per l’impresa, il massimo profitto possibile, anziché l’efficienza produttiva, giungeremmo alle stesse conclusioni della teoria che ci accingiamo a studiare.
Isoquanti di produzione ed isocosti
Cominciamo con il caso in cui teniamo fermo il costo dei fattori produttivi e massimizziamo la quantità prodotta.
Questo significa che l’impresa ha a disposizione una somma di denaro prestabilita, non modificabile, da impiegare nell’acquisto dei fattori produttivi. Se ipotizziamo che la scelta tra i fattori produttivi si riduca a 2 soli fattori, il lavoro e le macchine, siamo già in grado di disegnare graficamente un vincolo di bilancio per la ns. impresa.
Il suddetto vincolo si chiama retta di isocosto, perché ogni punto su di essa rappresenta la massima quantità di entrambi i fattori (tranne gli estremi, dove si utilizza, per la produzione, un solo fattore) che l’impresa può permettersi con la somma data.
Già sappiamo che l’impresa utilizzerà per il suo processo produttivo una combinazione dei fattori espressa da un punto dell’isocosto, perché i punti che si trovano oltre di esso sono irraggiungibili, mentre i punti entro l’isocosto causano uno spreco di denaro, che rimane inutilizzato per l’acquisto dei 2 fattori.
Rimane da chiarire quale punto, in particolare, configura la combinazione ottimale (efficiente) dei 2 fattori produttivi. Tale punto ci sarà indicato dalla curva d’indifferenza.
La curva d’indifferenza indicata si chiama isoquanto di produzione o isoprodotto, perché ogni punto su di esso rappresenta una combinazione dei 2 fattori, tecnicamente efficiente, che permette di produrre la stessa quantità Q1.
L’isoquanto di produzione si costruisce considerando tutte le possibili combinazioni di fattori che producono la stessa quantità (Q1). In tabella, p. es., sono indicate alcune combinazioni dei fattori (ore lavorate e numero macchine) che permettono di produrre la quantità 5.
Produzione totale (costante) | Quantità di macchine | Quantità (ore) di lavoro necessario |
5 | 2 | 6,78 |
5 | 5 | 5 |
5 | 8 | 4,27 |
5 | 11 | 3,84 |
5 | 15 | 3,47 |
Procedendo allo stesso modo per diversi livelli di quantità di prodotto, è possibile ottenere una famiglia di isoprodotti, ciascun componente della quale esprime la combinazione di fattori necessaria a raggiungere una diversa quantità prodotta.
Ancora una volta notiamo che gli isoquanti di produzione più alti rappresentano produzioni più elevate, rispetto agli isoquanti inferiori. Ciò perché una quantità maggiore di entrambi i fattori permette di realizzare sicuramente produzioni più consistenti.
Le funzioni matematiche che descrivono gli isocosti e gli isoprodotti sono le seguenti:
Isocosto Pk / W
dove Pk è il prezzo delle macchine e W è il salario (prezzo del lavoro)
Isoprodotto SMTS = (incremento della quantità di lavoro) / (incremento del numero di macchine)
dove la sigla SMTS sta per saggio marginale tecnico di sostituzione.
Adesso consideriamo la seconda strada per raggiungere il nostro equilibrio. Cioè il caso in cui teniamo ferma la quantità di prodotto e minimizziamo i costi dei fattori produttivi.
Questo significa che l’impresa vuole produrre una quantità prestabilita, non modificabile, utilizzando allo scopo qualsiasi quantità dei due fattori sia necessaria.
I termini del problema sono invertiti. In questo caso è la produzione a rimanere costante, mentre il costo per l’acquisto dei fattori produttivi è variabile.
Graficamente ciò comporta che avremo solo una curva di isoquanto di produzione (quella corrispondente al livello produttivo che si vuole ottenere) ed una famiglia di isocosti.
Vediamo adesso come si realizza l’equilibrio nell’un caso e nell’altro.
Nel primo caso l’equilibrio si avrà come in figura:
La combinazione efficiente dei fattori è L* e m*, perché essa configura l’unico punto in cui, data una certa somma di denaro da impiegare nell’acquisto dei fattori, è possibile raggiungere la massima produzione.
Nel secondo caso l’equilibrio si avrà come in figura:
La combinazione efficiente è sempre la stessa L* e m*, perché essa configura l’unico punto in cui, dato un certo livello di produzione, è possibile limitare i costi dei fattori al minimo.
Come si vede, qualsiasi strada intrapresa per trovare l’equilibrio, consistente nell’efficienza produttiva, porta alla medesima combinazione ottimale dei fattori impiegati nella produzione.
In entrambi i casi, l’equilibrio si avrà nel punto ove le funzioni dell’isocosto e dell’isoprodotto si uguagliano:
SMTS = Pk / W
Questa equazione d’equilibrio, è bene ricordarlo, verifica anche la condizione di massimo profitto dell’impresa.
Variazioni del salario e costruzione della domanda di lavoro
Rimane un unico passaggio da effettuare per avere tutti gli strumenti necessari per costruire la domanda di lavoro da parte delle imprese. Si tratta del solito esperimento di variazione dei salari, necessario a verificare se la quantità di lavoro domandata aumenta o diminuisce. Se riusciamo a dimostrare che un aumento di W comporta una riduzione della domanda di lavoro delle imprese, avremo dimostrato l’andamento decrescente della domanda di lavoro (come quella di tutte le domande) e ne avremo giustificato la costruzione con inclinazione negativa (il salario W e la quantità di lavoro domandata sono in relazione inversa fra di loro).
Aumentiamo dunque il salario W per vedere cosa succede nell’equilibrio appena visto.
L’aumento del salario comporta una variazione dell’isocosto (da L segnato/W a L’ segnato/W), perché ora è possibile acquistare una minore quantità di ore lavorate con la somma a disposizione. Di conseguenza, il nuovo equilibrio si forma, sulla nuova retta di isocosto, in un punto che comporta senz’altro una minore domanda del fattore lavoro.
Conclusione: all’aumentare del salario W diminuisce la domanda di lavoro da parte delle imprese e quindi possiamo costruire anche questa domanda con la consueta inclinazione negativa.
davvero complimenti per la chiarezza espositiva!!
Semplice e completo, a portata di tutti.
Bravi bravi bravi
DA UNA VISUALIZZATA VELOCE SEMBRA INVITANTE ALLO STUDIO
meravigliosi!
Non si può non lasciare un commento per un lavoro così sublime..!
Alcuni concetti sono espressi meglio qui che su molti testi universitari
Complimenti davvero, PERFETTO!
Sembra scritto da un extraterrestre per come è ben fatto.
Complimenti!!!
Di solito non lascio commenti…ma in questo caso faccio ben volentieri un’eccezione.
Complimenti ancora!!!
A dir poco spettacolari, sono rimasta inebriata dai suoi appunti mozzafiato. Davvero notevole la sua intelligenza e mi ha colpito molto personalmente i suoi ragionamenti davvero fondati nel profondo dell’anima. D’ora in poi le starò col fiato sul collo, perlusterò tutti gli articoli a tappeto.
Diventerò un suo grande fan a manetta.
I migliori appunti che una mente umana abbia mai potuto concepire. In poche parole, potrebbero semplicemente cambiarvi la vita! Marx avrebbe detto di questi autori: ‘se avessi avuto metà del loro talento, sarei diventato uno degli economisti piu importanti della storia’. Non ci riuscirà……mai.
Davvero molto chiaro e utile. Grazie
Veramente chiaro ed esauriente. Nessun libro di testo universitario contiene una trattazione così ben fatta. Complimenti.
ottimo davvero chiaro e coinciso
OTTIMO!
god save steve round! 🙂
Queste sono le migliori spiegazioni di economia politica reperibili su Internet.
Una lezione davvero molto chiara e senza lungaggini inutili che nn permettono di capire. Ottimo.