Sarbanes Oxley Act
Informativa finanziaria e market abuse: quali prospettive?
Lo avevano chiamato “l’11 settembre del liberismo e del capitalismo”. L’ormai famoso (e purtroppo da molti economisti dimenticato) caso Enron (seguito poi da altre drammatiche crisi aziendali come Worldcom, Global Crossing, etc.) spinsero gli Stati Uniti ad approvare, il 30 luglio 2002 il Sarbanes Oxley Act.
Questo provvedimento introduce rilevanti modifiche ad alcuni aspetti della disciplina finanziaria con lo scopo di conferire certezza ed affidabilità all’informativa di mercato sull’andamento delle società e di promuovere la correttezza di tutti quei soggetti che, avvalendosi della veste di amministratori, di consulenti o di controllori dell’attività d’impresa, operano nei mercati finanziari.
In particolare, il Sarbanes Oxley Act si caratterizza per i seguenti punti qualificanti:
- introduzione di un organo di vigilanza sui revisori contabili;
- previsione di regole per assicurare l’indipendenza dei revisori contabili, limitando, tra l’altro, la possibilità di fornire servizi diversi dall’attività di revisione alla società che ha conferito l’incarico;
- imposizione di comitati di audit composti da amministratori indipendenti;
- obbligo di certificazione del bilancio in capo agli amministratori delegati ed ai direttori finanziari;
- regolamentazione più rigorosa delle operazioni in titoli effettuate dagli insider, imponendo una più tempestiva informazione al pubblico e vietando le operazioni in determinati periodi;
- divieti di prestiti agli insider da parte della società;
- aggravamento delle sanzioni civili e penali in caso di frode nei confronti degli investitori;
- concessione di maggiori risorse alla SEC.
Il provvedimento in argomento (Sarbanes Oxley Act) sicuramente si pone come un elemento assolutamente garantista nei confronti del mercato prevenendo i fenomeni di market abuse, ma interviene anche in modo formale e sostanziale nell’organizzazione e nel funzionamento in molte imprese (almeno in quelle che possono, e spesso riescono, ad influenzare l’andamento del mercato) prevedendo la Corporate Responsability.
Secondo il Sarbanes Oxley Act il comitato di audit (posto possibilmente all’interno del consiglio di amministrazione) è direttamente responsabile per la nomina, i compensi e il monitoraggio del lavoro svolto dagli amministratori delle società e deve essere indipendente dal management della società (è stata prevista anche l’impossibilità di ricevere compensi per consulenze o di essere soci delle società collegate o controllate dalla società nella quale essi operano).
Per quanto riguarda gli amministratori viene prevista una responsabilità personale ed oggettiva del CEO e del CFO per il contenuto delle informazioni finanziarie e dei bilanci delle società. Viene infatti richiesto di certificare ed attestare personalmente la veridicità dei documenti contabili e delle informazioni diffuse nel mercato, divenendo in tal modo responsabili per qualsiasi incongruenza o errore ritrovato nel bilancio. Qualora venga accertato qualche abuso in tal senso o vengano accertate delle distrazioni dal patrimonio societario, gli amministratori ed i funzionari di società quotate ritenuti responsabili di tali reati (o che abbiano tratto beneficio da false notizie o manipolazioni contabili diffuse sul mercato) saranno tenuti a restituire quanto illegittimamente guadagnato.
Inoltre, qualora gli stessi amministratori e funzionari siano stati coinvolti in frodi, fallimenti e bancarotte, questi saranno interdetti dall’esercizio di qualsiasi funzione presso ogni altra società.
Ulteriori altri controlli sono previsti anche in capo al Chief Legal Counsel o al CEO della società: questi ultimi hanno l’obbligo di informare l’audit committee o, in mancanza di questo, il consiglio di amministrazione delle anomalie amministrative.
Sicuramente però il punto cruciale del Sarbanes Oxley Act è la nuova normativa sulla informativa finanziaria.
L’informativa finanziaria che viene prevista riguarda innanzitutto i prestiti ed i benefits che la società concede ad amministratori ed excecutive officiers che devono essere preventivamente comunicati alla SEC. Sempre in questo senso si pone anche il divieto di concedere prestiti ad amministratori e manager, sia in modo diretto sia in modo indiretto, attraverso società controllate e collegate con esclusione di mutui e finanziamenti per il credito al consumo.
Ancora, al fine di ottenere una rappresentazione contabile completa, gli amministratori ed i manager sono tenuti a comunicare, fra l’altro, le off-balance sheet transactions (transazioni fuori bilancio), le loro proprietà azionarie superiori al 10% ed ogni cambiamento delle stesse.
Il Sarbanes Oxley Act, ad ogni modo, non pone l’accento solo sui controlli degli operatori interni alla società, ma prevede specifiche restrizioni anche per quanto riguarda eventuali conflitti di interesse degli analisti finanziari.
Al fine di prevenire le ipotesi di conflitto che potrebbero rendere non obiettive le relazioni degli analisti finanziari (il cui operato risulta spesso determinante per le scelte di investimento del mercato) si dispone che broker e dealer che partecipano, o abbiano partecipato, ad un’offerta pubblica di titoli in veste di sottoscrittori o di negoziatori devono pubblicare o distribuire ricerche o relazioni riguardanti i titoli trattati. Al fine di tutelare l’indipendenza di giudizio degli analisti dalla società presso la quale prestano la loro opera, viene prevista la cosiddetta anti-retaliation rule, in base alla quale l’analista non può essere oggetto di licenziamento né può essere economicamente penalizzato per il solo fatto di avere redatto una relazione negativa.
Per quanto riguarda il regime sanzionatorio, il Sarbanes Oxley Act prevede un sistema particolarmente rigoroso.
In materia di ostacolo alla giustizia, si dispone che chiunque distrugga, falsifichi, occulti o manometta dei documenti la fine di ostacolare indagini è passibile di sanzioni pecuniarie o con la detenzione fino a venti anni. In particolare, onde evitare la distruzione dei documenti contabili, viene previsto che le società di revisione conservino gli stessi documenti in archivio per un periodo non inferiore a cinque anni decorrenti dal periodo fiscale durante il quale gli stessi sono stati redatti.
Ma quali sono i principali effetti del Sarbanes Oxley Act sull’organizzazione delle imprese?
Era facilmente ipotizzabile un aumento degli investimenti nell’IT e nell’amministrazione, al fine di ridurre sensibilmente i tempi impiegati dai dipendenti per la redazione della documentazione sui requisiti di conformità ed una semplificazione dei cicli di reporting.
Tutto questo è stato apportato negli Usa come pronta risposta agli avvenimenti che negli anni passati hanno scosso l’economia statunitense.
Cosa sta succedendo, di riflesso, in Italia? Ormai da diverso tempo si discute di un progetto di legge analogo: il testo in elaborazione però sembra più il compromesso tra tutela degli interessi precostituiti delle istituzioni finanziarie e copertura degli scandali finanziari che negli ultimi due anni hanno sconvolto l’economia, il risparmio ed il mercato italiani. Il testo in elaborazione ha un impianto molto ampio, che comprende l’assetto delle Authority, le regole di funzionamento delle imprese, la responsabilità degli amministratori e le sanzioni penali per i reati societari.
L’approvazione del disegno di legge è ormai prossima, ma si pone come una risposta lacunosa, tardiva, priva di significativi elementi innovativi capaci di risolvere le innumerevoli questioni sollevate dalla crisi del mercato finanziario italiano.
Complimenti per l’articolo, esaustivo ma sintetico al tempo stesso. L’autore avrebbe dovuto firmarsi anche con il cognome.