Estinguere i debiti con il Piano del consumatore
Ecco come le famiglie possono sanare i loro debiti ed uscire dal disagio finanziario

da | 5 Mag 2020 | Diritto pubblico privato ed internazionale | 0 commenti

Pochi sanno che i privati e le famiglie possono attivare un procedimento per uscire dai debiti (e ritrovare la serenità) quando si trovano in una situazione di forte indebitamento.

Soprattutto in questo periodo emergenziale, che ha bloccato le piccole attività imprenditoriali del nostro paese, molti privati si trovano – purtroppo – in condizioni finanziarie difficili, perché hanno preso prestiti che non sono in grado di rimborsare puntualmente.

Per queste persone esiste una procedura – stabilita dalla legge – con la quale è possibile “tirarsi fuori” dai debiti contratti e ritornare quindi a sorridere, eliminando completamente – in caso di buon esito della procedura – le preoccupazioni per i ritardati pagamenti, con tutte le sgradevoli conseguenze che dal non rispetto delle scadenze derivano (pignoramento dello stipendio o della pensione, ipoteca legale sulla casa, fermo amministrativo dell’auto, ecc…).

Stiamo parlando del Piano del consumatore, previsto dalla legge n. 3 del 2012, che disciplina il sovraindebitamento, ovvero un altro modo per chiamare la situazione delle persone in difficoltà economica e finanziaria e quindi non più in grado di soddisfare gli impegni presi (sono, come si dice, in stato di insolvenza).

Per capire come funziona il Piano del consumatore e come fare per attivarlo, così da pagare in misura ridotta i propri debiti quando non si riesce ad onorarli regolarmente, forniamo la seguente tabella di facile lettura.

 

Il Piano del consumatore, la procedura per chi ha difficoltà a pagare i debiti

Chi può attivare la procedura nota come Piano del consumatore?

I privati, le famiglie, i consumatori ed in genere tutte le persone fisiche che si sono indebitate per motivi estranei all’attività di impresa o commerciale: hanno preso prestiti ad es. per l’acquisto della casa o dell’auto o semplicemente per avere della liquidità.

 

A chi rivolgersi per presentare un Piano del consumatore?

Il debitore in stato di difficoltà deve rivolgersi al soggetto appositamente creato nel nostro ordinamento, che si chiama Organismo di composizione della crisi (Occ).

Questi Occ devono iscriversi in un pubblico registro e quello più vicino cui rivolgersi può essere cercato su Internet. In genere sono costituiti da enti pubblici o da ordini professionali e camere di commercio.

 

Come funziona la procedura per il regolamento agevolato dei debiti?

L’Occ aiuta il debitore a formalizzare una proposta a contenuto libero. Questa proposta potrebbe ad esempio prevedere un pagamento in percentuale di tutti o alcuni debiti, oppure un pagamento totale o parziale a scadenze più allungate.

Qualsiasi idea per rendere compatibili i debiti con la capacità reddituale del debitore è buona allo scopo di formulare una valida proposta di accordo con i creditori.

Successivamente l’Occ presenta la proposta al Giudice competente, che è generalmente quello del luogo in cui il debitore ha la residenza.

Se il giudice è d’accordo, provvede all’omologazione del Piano del consumatore, con la conseguenza che gli impegni contenuti nel Piano diventano obbligatori per il debitore nei confronti di tutti i creditori anteriori all’accordo omologato.

Il rispetto degli impegni assunti comporta l’automatica liberazione del debitore da tutti i debiti residui, eccedenti la misura concordata.

 

I creditori intervengono nella procedura?

No, l’accordo è valido dopo l’omologazione del Giudice senza che i creditori possano esprimere il loro giudizio sulla proposta. Non c’è un voto sul contenuto del Piano da parte dei creditori, come avviene invece nelle procedure fallimentari.

I creditori possono solo sollevare contestazioni.

 

Il futuro del Piano del Consumatore?

Attualmente non è previsto un accordo in caso di totale incapienza del debitore, cioè quando questi non è in grado di offrire niente ai suoi creditori: in questo caso quindi il Giudice non omologa il Piano.

In futuro però, ovvero quando a settembre 2021 entrerà in vigore il Codice della crisi, sarà possibile la “riabilitazione” del debitore anche nell’eventualità di una sua totale incapienza, cioè nel caso in cui ai creditori non venga offerta “alcuna utilità”. Una possibilità che può essere fatta valere per una sola volta e comunque con l’obbligo a carico del debitore di pagare i debiti, entro i quattro anni successivi, laddove sopravvengano ulteriori entrate, tali da consentire il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10%.

 

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