Fenomenologia delle teste dure
Scopriamo chi sono i “capiscioni”, cioè le persone che sanno e capiscono sempre tutto (ma spesso sono i più ignoranti)

da | 21 Ago 2015 | BLOG, Società | 0 commenti

Sicuramente anche voi conoscete qualcuno che può, a ragione, definirsi capiscione. O comunque vi sarà capitato almeno una volta nella vita di avere, disgraziatamente, una discussione con qualcuno di questi soggetti.

I capiscioni o teste dure o capetoste, sono quelle persone che nelle conversazioni sono portatori della verità universale e guai a voi se solo provate ad intaccare queste loro convinzioni assolute (io le chiamo “dogmi personali”) o, peggio ancora, a far cambiar loro idea su qualcosa, perché nel migliore dei casi non vi ascoltano proprio.

Sono cioè quelle persone che, potete dir loro qualsiasi cosa, appena avete finito di parlare continuano a dire le stesse cose dette prima del vostro intervento (come se non aveste parlato affatto), pontificando su di esse come se fossero oro colato. In altre parole i capiscioni sono completamente privi di “empatia”, ovvero della capacità (importantissima) di ascoltare il prossimo, e credono fermamente, fino al ridicolo, nelle loro personali – e spesso sbagliate – “verità”.

Sono una delle peggiori categorie di individui, perché essi esprimono sostanzialmente una perenne “prepotenza”, sia pure solo nel parlare, impedendo di fatto qualsiasi forma di dialogo costruttivo.

 

Non sapevo però che dei capiscioni si è occupata anche la scienza sociologica, la quale ha addirittura sviluppato una classificazione di questi soggetti.

La sintetizzo qui di seguito perché mi sembra molto simpatica ed appropriata.

I coerenti con se stessi fino alla morte

Sono quelle persone che, una volta fatta un’affermazione, la difendono fino al ridicolo senza porsi mai il problema se questa sia sbagliata. Per loro la coerenza è il bene supremo, più della verità sulla questione in discussione.

Per tali individui ammettere di avere torto è inammissibile e quindi la loro tesi, solo perché già pronunciata, costituirà da quel momento in poi la verità assoluta.

Personalmente questi soggetti sono quelli che preferisco, poiché una volta individuati riesco, con un po’ di sana dialettica, a fargli dire o fare cose assurde e insensate, solo perché devono rimanere coerenti con quanto precedentemente affermato. E ciò, soprattutto nell’ambiente di lavoro, è una grande soddisfazione.

I sostenitori della soluzione più evidente

Sono gli individui che decidono dove sta la verità a seconda di chi si avvantaggia da questa. Adottano cioè un criterio di scelta basato sulla forma più elementare di semplicità nel ragionamento, perché hanno paura della complessità che governa la vita quotidiana e quindi rimangono il più lontano possibile da qualsiasi difficoltà di pensiero. Una volta adottata una decisione, quella più semplice tra le alternative, la difendono fino alla morte e dunque anche i componenti di questa categoria non cambiano mai idea.

Sono convinti di detenere la verità universale perché ritengono che la loro scelta sia quella più razionale, quando invece, ancora una volta, hanno optato per la soluzione meno dispendiosa di energie intellettuali (che non posseggono).

Per capirci sono quelle persone le quali, davanti ad esempio ad una presunta nuova cura dei tumori, affermano con sicurezza assoluta (senza magari sapere niente sull’argomento) che questa nuova cura è stata boicottata, perché “ci sono troppi interessi economici legati ai tradizionali trattamenti di chemioterapia”, non capendo che il vero business per le industrie farmaceutiche sarebbero proprio le medicine alternative per curare il cancro.

Le pecore del pensiero maggioritario

Sono i soggetti che difendono un’idea solo perché è quella della maggioranza delle persone o perché, per abitudine, hanno sempre pensato che questa corrisponda alla verità. Seguono dunque il gregge come fanno le pecore.

Nelle loro menti non c’è alcuno spazio a favore del pensiero critico. Sono intellettualmente pigri ed abitudinari e quindi, ogni volta che devono prendere una decisione, preferiscono seguire la via della consuetudine o quella scelta dalla maggioranza.

Tra i capiscioni sono quelli con l’età media più alta.

Essi corrispondono agli “apocalittici” di cui ha scritto Umberto Eco per distinguere le persone a seconda della loro risposta alle novità ed ai cambiamenti (gli “apocalittici” sono appunto gli individui che hanno terrore delle novità, mentre gli “integrati” sono i soggetti che tengono subito conto di queste novità nelle loro riflessioni).

Per capirci gli appartenenti alle “pecore” sono coloro che pensavano, prima del 2000, che il millennium bug avrebbe portato alla fine del mondo, solo perchè lo dicevano in molti, o coloro che i giorni precedenti la prima guerra del golfo hanno saccheggiato i supermercati, solo perchè qualcuno aveva affermato sconsideratamente che, in conseguenza della guerra, sarebbero mancate le provviste in tutto il mondo.

I dogmatici medievali

Sono le persone che, in via residuale, semplicemente credono in qualcosa senza dare alcuna chance al libero pensiero ed alla razionalità, elevando così la loro tesi a principio di fede indiscutibile.

Pur di difendere le loro convinzioni vanno contro la fisica, la scienza e, più frequentemente, il buon senso, senza farsi nessun problema di quanto ciò li renda ridicoli agli occhi degli altri.

Anche se è molto probabile che tutti i capiscioni appartengano alle categorie sociali di bassa cultura, i dogmatici medievali sono certamente i più ignoranti di tutti.

Ai dogmatici medievali dedico laffermazione di James Russell Lowell: “solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”.
Ma forse la più pertinente e azzeccata è quella di Ralph Waldo Emerson: “la sciocca coerenza è l’ossessione delle piccole menti”.

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