Della Natura e dell'Origine della Mente
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Parallelismo psico-fisico, critica a Cartesio
Definita, in modo sufficientemente chiaro, la parte del discorso spinoziano intorno alla sostanza, adesso in questa sezione, vado ad approfondire la questione intorno alla natura degli attributi della sostanza che sono conoscibili all’uomo, la cosa estesa ed il pensiero.
Dopo averle declassate dalla condizione propria di sostanze, Spinoza considera la res extensa e la res cogitans come attributi della sostanza conoscibili all’uomo, ma esse, seguendo Cartesio, sono tra loro eterogenee, nel senso che spirito non può essere materia e viceversa. Se non possono definirsi complementari, per Spinoza significa che la soluzione trovata da Cartesio, ovvero la congiunzione negli spazi oscillanti della ghiandola pineale, è un comodo escamotage insufficiente a dimostrare come si possano definire le relazioni che esistono, badate, tra l’esteso ed il pensante.
Il rigore è una grande tecnica argomentativa, però come vi sarà già parso, ingabbia. Anche per chi accetta le definizioni principali del discorso, può apparire forzato prorpio quel certo volgere verso un ordine determinato del discorso, però ammettendo tale forzatura, la critica o salta tutto e rifiuta l’intero apparato, oppure deve essere in grado di scalcificare certe certezze.
Se dico che se una cosa è materiale non può essere determinata da cose immateriali, dico che, per forza di cose, la mente non può influire sui corpi. Ma l’evidenza mostra che invece questa relazione c’è! Dov’è il nodo di congiunzione?
Spinoza tende a risolvere la questione in modo interessante. La parola chiave è parallelismo. Gli attributi, pensiero e corpo per semplificare, sono sì due attributi distinti ed eterogenei della sostanza, ma sono altresì parte di un’unica eterna e geometricamente ordinata sostanza. Questo vuol dire che nella loro indipendenza, essi altro non sono che manifestazione di una stessa natura. Chiarisco subito. L’ordine unitario del cosmo, fa si che le differenze tra corpo e mente ineriscano solo apparentemente, infatti, esse sono manifestazioni che hanno una corrispondenza biunivoca (Eticha, II). Corrono parallelemente, ovvero, tendono a espletarsi in modo diverso, ma quello che la mente percepisce o quello che il corpo esprime, convergono dalla medesima fonte unitaria che fa si che tra ciò che si pensa e ciò che è, non vi siano impossibilità gnoseologiche.
Contro Cartesio
Secondo il filosofo francese, tra le cose pensate e quelle estese vi erano profonde differenze qualitative, il pensiero è libero, inesteso e consapevole, le cose estese sono invece determinate, inconsapevoli e spaziali, ciò non può che causare una divergenza, errore, nella comprensione e nelle capacità di comprensione, Spinoza invece ritiene che le differenze tra il pensiero e le cose rifuggano da questa complessità perché originate nel medesimo brodo iniziale percorrono percorsi paralleli ma che alla fine non oscurano la conoscenza dell’intelletto anzi se ben usato, l’intelletto non ha ostacoli nel percepire la natura del cosmo.
Rendere chiari i concetti dell’Etica di Spinoza è arduo. Qui l’impresa riesce egregiamente. Se ne ricava una “illuminante percezione di terzo genere”. Grazie
molto ben fatto davvero un bel sito
molto ben fatto