I motivi dell’invasione russa in Ucraina
Cerchiamo di capire le cause del conflitto fra Russia e Ucraina

da | 26 Feb 2022 | Storia | 0 commenti

È tornata la guerra in Europa. Una guerra stupida e disperata, come tutte le guerre.

I media ci informano con un flusso continuo di quello che accade e, purtroppo, del numero delle vittime.

Ma quali sono i motivi di questa guerra? Perché la Russia ha invaso l’Ucraina, che fino al 1991 costituiva un suo territorio?

Soprattutto i giovani non hanno la più pallida idea della storia dei due paesi in guerra e di come si siano modificati nel tempo i controversi rapporti tra Kiev e Mosca.

Nel tentativo quindi di fornire una chiave di lettura della guerra tra Russia e Ucraina, andiamo ad elencare le tappe fondamentali che hanno caratterizzato la storia dell’Ucraina e delle sue relazioni con Mosca.

Anni

Avvenimenti

1991

L’Ucraina dichiara la sua indipendenza dall’ex Urss.

L’indipendenza viene poi confermata da un referendum, il cui esito dà un’idea dello spirito di separatismo degli ucraini: il 92% della popolazione vota a favore dell’indipendenza.

1992-2003

Al vertice dell’Ucraina si susseguono due Presidenti: Leonid Kravčuk (1991-1994) e, per due mandati, Lwonis Kučma (1994-2004).

Si tratta di politici filo-russi, come ci si potrebbe aspettare da una nazione da poco resasi indipendente, che quindi considera l’ex madrepatria Russia un partner privilegiato con cui intraprendere relazioni d’affari.

Sono anni caratterizzati da scandali ed episodi di corruzione.

2004

Viene eletto Presidente Viktor Janukovyč, già ex primo ministro del Presidente uscente Kučma e sostenitore anch’egli di una politica filo-russa, che si impone sull’altro candidato, Viktor Juščenko, favorevole invece ad una politica di progressivo distacco dalla Russia a favore di migliori relazioni con UE e Nato.

La vivace accusa di brogli elettorali su questa tornata elettorale induce il popolo ucraino alla “Rivoluzione arancione” (dal colore utilizzato in campagna elettorale da Juščenko), che ha per protagonista la controversa Julija Tymošenko, la quale diventerà negli anni un personaggio chiave del paese.

La Rivoluzione arancione culmina con la ripetizione del voto presidenziale e l’elezione di Juščenko, uscito vittorioso dal nuovo turno elettorale.

Si apre quindi, per la prima volta, una fase filo-occidentale per l’Ucraina.

2005-2009

La politica filo-occidentale del governo ucraino porta la Nato a dichiarare, nel 2008, l’intenzione di includere in futuro l’Ucraina nell’Alleanza atlantica, dopo che precedentemente (quattro anni prima) questa sorte era toccata a tre stati dell’ex blocco sovietico: Estonia, Lettonia e Lituania.

Ma non sono anni felici per l’Ucraina. La presidenza Juščenko deve affrontare molti dissidi interni, accompagnati dalla profonda crisi economica in cui sprofonda il paese per effetto della contingente crisi finanziaria.

Tra le difficoltà che il governo deve affrontare, spiccano le accuse di malversazione di fondi pubblici rivolte all’imprenditrice Julija Tymošenko, per due volte prima ministra durante il mandato elettorale di Juščenko e protagonista della Rivoluzione arancione.

Queste vicende si concluderanno nel 2011 con il carcere per la Tymošenko, condannata per aver firmato forniture di gas considerate onerose per l’economia del paese. La donna politica si difende sostenendo che le accuse sono montature costruite ad hoc dai suoi avversari per danneggiarla.

2010-2013

Nel 2010 ritorna al potere (dopo la breve apparizione del 2004) Viktor Janukovyč, vincitore di stretta misura delle elezioni presidenziali proprio a danno di Julija Tymošenko.

Come detto, Janukovyč è un politico filo-russo e come tale inizia il riavvicinamento con Mosca, interrompendo di conseguenza le trattative in corso con la UE.

La presa di distanza da Bruxelles del nuovo governo ucraino provoca nel 2013 forti proteste e sanguinosi scontri di piazza da parte degli ucraini europeisti, noti come Euromaidan.

2014

Queste violente manifestazioni ottengono molti risultati: la deposizione del Presidente Janukovyč scappato da Kiev, l’elezione straordinaria del Presidente ad interim Oleksandr Turčynov da parte del Parlamento e la scarcerazione di Julija Tymošenko, che aveva già incassato nel 2013 la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo con cui si dichiarava “illegale” la sua detenzione.

Il vento ucraino di riavvicinamento all’UE non piace a Mosca. Infatti la Russia, per tutta risposta, invade e annette la penisola ucraina della Crimea, avendo cura di “legittimare” questo atto militare riscuotendo, lo stesso anno, il voto favorevole al referendum sull’autodeterminazione della Crimea. Un referendum tra la popolazione della Crimea dichiarato non valido da una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Sta di fatto che all’annessione della Crimea segue immediatamente quella della regione del Donbass, formata dalle due provincie di Donetsk e Luhansk, ad opera di militanti filo-russi appoggiati politicamente e militarmente dalla Russia (chiamati “omini verdi”). Anche in questo caso si “legittima” l’intervento con una doppia consultazione referendaria che proclama l’indipendenza da Kiev del territorio.

Successivamente, a giugno 2014, vengono indette in Ucraina elezioni presidenziali che portano l’imprenditore Petro Porošenko alla Presidenza del paese. Il nuovo Presidente firma, subito dopo la sua elezione, un “Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea”.

2015-2021

Nel territorio del Donbass la situazione è sempre più incandescente, perché scontri armati ed episodi di violenza si susseguono di fatto ininterrottamente, nonostante intervenga nel 2015 l’Accordo di Minsk tra Francia, Germania, Russia e Ucraina. Con questo trattato le parti dichiarano il cessate il fuoco (non rispettato), prevedendo una road map per riconoscere lo status speciale alle due province.

Nel 2019 viene eletto Presidente dell’Ucraina un ex attore, Volodymyr Zelensky.

Zelensky, come del resto il suo predecessore Porošenko, è sostenitore di una politica di frattura con Mosca e di apertura all’occidente ed all’UE.

2022

La storia diventa cronaca: la Russia invade militarmente l’Ucraina.

È guerra tra i due paesi.

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