I titoli pubblici hanno sempre storicamente costituito per gli italiani un bene rifugio, cioè un investimento sicuro dei propri risparmi, anche se negli ultimi anni essi hanno gradualmente perso il loro appeal.
Ciò per i bassi rendimenti che ormai, soprattutto nel breve termine, li caratterizza.
Esiste però una particolare categoria di titoli di Stato che recentemente va molto di moda, perché notevolmente gradita dal mercato.
Si tratta dei titoli di Stato indicizzati (ovvero “agganciati”) all’inflazione, il cui rendimento è diventato improvvisamente interessante a causa del fatto che sta, purtroppo, rialzando prepotentemente la testa quel fenomeno di aumento generale dei prezzi (l’inflazione appunto) di cui ci eravamo quasi dimenticati, in Italia così come nel resto del mondo.
I titoli pubblici indicizzati (quelli bravi li chiamano bond inflation) permettono infatti di proteggersi dall’inflazione, perché il loro rendimento cresce proporzionalmente all’inflazione mediante un meccanismo che adesso cercheremo di spiegare, mettendo a confronto i titoli indicizzati con i normali titoli di Stato non agganciati all’inflazione.
Se un titolo obbligazionario normale rende ogni semestre il suo valore nominale moltiplicato per il tasso annuo cedolare diviso due (la divisione per 2 è fatta perché le cedole sono in genere semestrali), ovvero:
con
C = valore nominale del titolo
t = tasso di rendimento nominale annuo
Esempio: un titolo di 50 mila euro all’1,5% semestrale frutta 375 euro.
un titolo di Stato indicizzato (come ad es. i BTP Italia, cioè i Buoni Ordinari del Tesoro Italia) rende invece il suo valore nominale moltiplicato per il tasso annuo cedolare diviso 2 moltiplicato ancora per il coefficiente di indicizzazione, ovvero:
con
(ad. es. se il prezzo di un prodotto a dicembre 2021 era pari a 100 ed a luglio 2022 è diventato 103, il coeff.ind. è uguale a 1,03).
Esempio: lo stesso titolo precedente, con un coefficiente di indicizzazione pari a 1,03 frutta 386,25 euro.
È proprio il coefficiente di indicizzazione all’inflazione che, in questo momento di forte tensione sui prezzi, rende i titoli pubblici indicizzati come i BTP Italia particolarmente convenienti per gli investitori. Esso è un ulteriore moltiplicatore del rendimento dei titoli di Stato.
Inoltre, i BTP Italia riescono ad evitare l’erosione del valore reale provocato dall’inflazione mediante una rivalutazione, oltre che del rendimento cedolare come abbiamo visto, anche del capitale sottoscritto. Ciò tecnicamente per effetto del prodotto tra il valore nominale del titolo e la differenza tra il coefficiente di indicizzazione e 1, cioè:
Pertanto, la remunerazione semestrale liquidata all’investitore è composta sia dalla cedola sia dalla quota di capitale rivalutato.
Giova ricordare che l’inflazione è sempre dannosa, perché diminuisce il rendimento di un investimento fino ad annullarlo completamente, arrivando addirittura ad intaccare il capitale investito. Vale infatti la seguente equazione:
Quando il tasso di inflazione supera il tasso di interesse dell’operazione e quindi il tasso reale diventa negativo, l’inflazione erode il potere d’acquisto del capitale investito.
Non ci sono comunque solo i BTP Italia a proteggere in qualche modo dall’inflazione. Ci sono anche altri titoli pubblici che, attraverso vari meccanismi di crescita dei tassi di interesse, offrono un ombrello contro la perdita del potere d’acquisto della moneta dovuta all’inflazione.
Ecco di seguito un elenco di titoli pubblici, preso dal sito del Mef, per i quali è prevista una qualche forma di variabilità del rendimento (aliquota fiscale 12,5%).
TITOLO |
DURATA |
REMUNERAZIONE |
TAGLIO MINIMO |
RIMBORSO |
CCTeu |
da 3 a 7 anni |
Cedole variabili semestrali, eventuale scarto d’emissione |
€ 1.000 |
Alla pari, in unica soluzione a scadenza |
BTP€i |
da 18 mesi a |
Cedole reali semestrali, eventuale scarto d’emissione e |
€ 1.000 |
In unica soluzione a scadenza |
BTP Italia |
da 4 a 8 anni |
Cedole reali semestrali, rivalutazione semestrale del |
€ 1.000 |
In unica soluzione a scadenza |
BTP Futura |
da 8 a 16 anni |
Cedole semestrali con meccanismo step-up a rendimenti |
€ 1.000 |
In unica soluzione a scadenza |
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