Voglio leggere solo cose positive nell’elezione di Sergio Mattarella a nuovo inquilino del Quirinale.
Innanzitutto il numero di scrutini andati a vuoto: solo tre. Nella storia della Repubblica hanno fatto meglio del Presidente Mattarella solo Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi, che sono stati eletti al primo scrutinio (ma ai loro tempi lo scontro politico era molto, ma molto, meno vivace).
Poi il numero dei voti: 665, ad un soffio dai 2/3 degli aventi diritto (pari al quorum che avrebbe permesso l’elezione anche nei primi tre scrutini, i quali necessitano di una maggioranza qualificata, uguale appunto ai 2/3 dei grandi elettori). Anche in questo caso solo Cossiga, Ciampi e, prima di loro, Gronchi hanno fatto meglio di Sergio Mattarella nei primi 4 scrutini.
L’elezione di Mattarella rappresenta allegoricamente l’Italia che, pur tra mille difficoltà, vuole andare avanti, chiedendo stabilità e certezze.
Che mandato sarà quello di Mattarella? Se lo chiedono in molti.
La speranza è che sia il settennato presidenziale in cui avverrà la tanto sospirata ripresa economica: la stabilità politica è infatti condizione necessaria – anche se non sufficiente – per la stabilità economica.
Intanto bisogna essere ottimisti: già questo farebbe un gran bene al nostro Paese.
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