Il governo ha trovato i fondi necessari a raggiungere gli obiettivi di bilancio. Ci è riuscito tirando fuori dal cilindro un’imposta straordinaria a carico delle banche.
L’imposta sarà del 40% sull’incremento del margine di interesse negli anni 2021/23 (il margine di interesse è la differenza tra gli interessi attivi percepiti sui prestiti e quelli passivi pagati ai depositanti).
Il riferimento agli extraprofitti è ambiguo, perché in realtà non bisogna guardare all’utile degli anni indicati ma appunto alla differenza positiva del margine di interesse.
Il presupposto è che le banche stiano beneficiando della crescita dei tassi di interesse sui finanziamenti (ad es. sui mutui a tasso variabile), ma non abbiano parimenti alzato i tassi di interesse sui depositi riconosciuti ai loro clienti. E ciò è in parte vero.
Pertanto, le banche grazie a questa asimmetria di tasso tra depositi e prestiti hanno ampliato la forbice dei tassi e quindi i loro profitti da intermediazione creditizia.
Su questa differenza, calcolata facendo riferimento al 2021, si abbatte la consistente tassa straordinaria del 40%.
Sono previste delle franchigie per il calcolo dell’incremento del margine di interesse, che sono pari al 5% per il 2022 rispetto al 2021 ed al 10% per il 2023 sempre rispetto al 2021.
L’imposta straordinaria è dovuta solo se il margine di interesse incrementale è maggiore delle franchigie indicate e l’imponibile finale, sul quale si applica il 40%, è il maggiore tra gli importi differenziali relativi ai due anni detratte le franchigie.
L’imposta è da pagare entro giugno 2024.
Inoltre, l’importo dell’imposta straordinaria non può in ogni caso superare il 25% del patrimonio netto rilevato alla data di chiusura dell’esercizio 2022, né lo 0,1% del totale attivo.
Studiamo.it offre a fondo pagina un semplice programma per calcolare la tassazione dovuta. È sufficiente inserire i valori dei margini di interesse relativi ai 3 anni 2021/23 nelle celle bianche del programma.
Il nostro programma serve anche a quantificare, in modo approssimato, l’elevatissima somma che confluirà nelle casse dello Stato per questa nuova imposta una tantum a carico delle banche.
Se nel 2021 le banche italiane hanno realizzato complessivamente circa 38,4 miliardi di euro di margine di interesse e nel 2022 la stessa grandezza è stata pari a 45,5 mld di euro, ipotizzando che tutte le banche siano sopra le franchigie (ed entro i tetti fissati) e che nel 2023 ci sia un aumento del 10% della stessa grandezza (prudenzialmente stimato, anche perché in questo II semestre del 2023 le banche hanno la possibilità di alzare i tassi sui depositi), il carico fiscale dell’imposta straordinaria sarebbe la bellezza di ca. 2,8 miliardi di euro, così come appresso calcolati dal nostro programma. Ma molto probabilmente il tetto dello 0,1% sul totale attivo fisserà il prelievo fiscale finale ad un valore tra 2 e 2,5 mld di euro.
2021 |
2022 |
2023 (E) |
||
Margine di interesse |
38.400.000.000 |
45.500.000.000 |
50.050.000.000 |
|
Imponibile |
7.100.000.000 |
|||
Tassazione |
2.840.000.000 |
|||
Insomma, un’eccezionale entrata straordinaria per le casse dello Stato. Peraltro, neanche deducibile dalle imposte ordinarie.
Ecco perché in apertura di questo pezzo abbiamo scritto che il governo ha trovato i fondi di cui aveva bisogno per centrare i grandi e principali obiettivi del suo programma.
Di seguito, il nostro programma di calcolo:
Abbiamo messo tutto il nostro impegno nella realizzazione del programma e nella stesura dell’articolo, ma essi hanno esclusivamente finalità di orientamento, soprattutto in un settore come quello tributario in cui le modifiche sono quasi quotidiane.
Pertanto non fate affidamento sui risultati del programma, né sulle informazioni contenute nel testo. Ci esoneriamo quindi da qualsiasi responsabilità per i danni derivanti dall’uso dei dati forniti.
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