La contabilità semplificata con il regime di cassa
I nuovi registri contabili per le imprese in contabilità semplificata e con il criterio di cassa

da | 2 Apr 2017 | Diritto tributario e scienza delle finanze, Fare impresa | 0 commenti

Abbiamo già parlato della grande novità a favore delle imprese in contabilità semplificata, per effetto della quale tali imprese potranno pagare le tasse solo sui ricavi effettivamente incassati (c.d. regime “di cassa”, contrapposto al regime per competenza).

Adesso approfondiamo la tematica analizzando la nuova contabilità che dovranno adottare le imprese in contabilità semplificata con il regime di cassa.

Ricordiamo preliminarmente che il nuovo regime di cassa si applica obbligatoriamente alle imprese in contabilità semplificata con i requisiti prescritti dalla normativa. Chi non lo gradisce e vuole rimanere nel regime di competenza ha solo una strada da percorrere: optare verso il più complesso regime ordinario di contabilità.

Esistono 3 tipi di contabilità per le imprese che applicano il criterio di cassa, ciascuno dei quali prevede la tenuta di alcuni particolari registri contabili. Le imprese possono quindi scegliere, tra questi 3 tipi di contabilità e registri, quello a loro più adatto e conveniente.

 

Per una panoramica completa delle 3 soluzioni disponibili di contabilità, con tutti i pro ed i contro di ognuna di esse, pubblichiamo la seguente tabelle esplicativa, che fornisce pure un’indicazione di massima circa la scelta più conveniente in base al settore ove opera l’impresa.

Registri contabili (alternativi)

Descrizione della contabilità

Pro e Contro

Tipo di impresa al quale conviene il regime contabile

Registri IVA + Registri incassi e pagamenti

Oltre ai tradizionali Registri IVA, vanno tenuti 2 nuovi registri:

  1. Incassi
  2. Pagamenti

In questi nuovi registri vanno indicati cronologicamente, per ciascun ricavo o costo:

  • data di incasso/pagamento
  • importo incassato o pagato
  • estremi della fattura o altro documento emesso
  • generalità, indirizzo e Comune di residenza del soggetto che ha pagato o incassato (controparte)

Entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi, vanno anche annotati gli altri importi rilevanti per le imposte: plus e minusvalenze, salari e stipendi, ammortamenti, ecc

Pro

  • permette di non pagare tasse su ricavi non ancora incassati e quindi di spostare la tassazione di tali ricavi agli esercizi successivi

Contro

  • richiede la tenuta di 2 registri in più rispetto a quelli IVA e quindi una maggiore complessità nella gestione contabile, che deve essere analitica per ciascun componente di reddito (causa necessità di conoscere, per ciascuno, data di incasso e pagamento)
  • i costi sono deducibili al momento del pagamento e quindi non possono essere dedotti, con il conseguente risparmio d’imposta, già quando la fattura è ricevuta
  • impossibilità (o grossa difficoltà) per i commercianti al minuto di registrare le generalità dei clienti

La tenuta di questo sistema contabile è generalmente indicato per le imprese di media e grande dimensione che esercitano il commercio all’ingrosso

Registri IVA integrati

I tradizionali registri IVA sono integrati per ricomprendervi l’annotazione, entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi, dell’importo complessivo dei mancati incassi per fatture emesse e di quello per mancati pagamenti delle fatture ricevute.

Oltre naturalmente l’annotazione, entro lo stesso termine di cui sopra, degli altri importi rilevanti per le imposte: plus e minusvalenze, salari e stipendi, ammortamenti, ecc

Inoltre, al momento dell’effettivo incasso o pagamento, i ricavi o costi dovranno essere registrati separatamente entro 60 giorni.

Pro

  • oltre ai vantaggi di cui al punto precedente, questo regime permette una sostanziale facilità di registrazione, perché richiede solo l’annotazione di 2 annotazioni ulteriori: l’importo complessivo dei mancati incassi e quello dei mancati pagamenti nell’anno

Contro

  • oltre al fatto che anche in questo caso, come nel precedente, i costi non possono essere subito dedotti (dovendo aspettare il loro pagamento), c’è pure la difficoltà di dovere gestire cumulativamente l’importo totale dei ricavi non incassati e quello delle spese non pagate

La tenuta di questi registri è in linea di massima consigliabile agli artigiani ed alle PMI (Piccole e Medie Imprese) non al dettaglio, come ad es. ditte individuali, Snc, Sas, ecc

Registri IVA tradizionali (con presunzione di incasso e pagamento)

Previa opzione, che è vincolante per almeno 3 anni, si possono continuare a tenere i tradizionali registri IVA, senza alcuna ulteriore annotazione (tranne quelle solite relative ai componenti di fine anno: plus e minusvalenze, salari e stipendi, ammortamenti, ecc…).

In questo caso c’è infatti una presunzione legale per la quale la data di registrazione coincide esattamente con quella di incasso per i ricavi o di pagamento per i costi.

Pro

  • è la soluzione più facile perché non cambia niente rispetto al passato
  • permette di anticipare la deduzione dei costi anche quando questi non sono stati ancora pagati
  • continuano ad essere deducibili le perdite su crediti (in virtù del combinato disposto delle disposizioni), nonostante l’assenza concettuale, in questo particolare regime contabile, di “crediti” per effetto della virtuale coincidenza tra competenza e cassa

Contro

  • si pagano le tasse anche sui ricavi non ancora incassati
  • c’è il vincolo del triennio, periodo minimo di validità dell’opzione per questo regime

Questa forma contabile è indicata soprattutto per commercianti al minuto e pubblici esercizi, nonché in generale per tutte le imprese che incassano al momento dell’emissione del documento fiscale (fattura o scontrino)

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