La società liquida nella quale viviamo
Ecco, secondo Bauman, le caratteristiche della nostra società nell’attuale momento storico

da | 18 Ott 2016 | BLOG | 0 commenti

C’era una volta il postmodernismo.

Il postmodernismo non è una parolaccia, né un termine legato esclusivamente al mondo dell’arte. Il postmodernismo è la corrente di pensiero che ha descritto la nostra società per tanti anni (fino a qualche tempo fa), caratterizzandosi per la sua contrapposizione alla precedente rappresentazione sociale detta della “modernità”. Quest’ultima è entrata in crisi con il capitalismo maturo, in cui la prepotente invadenza della pubblicità e dei media ha finito per influenzare pesantemente le opinioni personali dei consumatori.

Secondo Umberto Eco il postmodernismo è stato un “contenitore” che ha accolto fenomeni diversi, spesso in modo incoerente, quali l’architettura, la filosofia, l’arte e la letteratura.

L’aspetto principale del periodo storico postmoderno è stata l’idea che non fosse più possibile, come in precedenza, spiegare il mondo utilizzando uno tra i tanti “modelli” di ordine sociale del passato (Eco parla di grandi narrazioni).

Con il postmodernismo si è criticato il passato, ironizzando su di esso, arrivando così a sfiorare la decadenza di tutti i valori (nichilismo).

Tuttavia anche il postmodernismo è entrato in crisi ed è cessato, sostituito da un presente non ancora completamente delineato.

 

Per Zygmunt Bauman questo nostro presente, che lui chiama società liquida, ha comunque delle caratteristiche già ben chiare e definite:

  1. La crisi degli Stati nazionali, o meglio del potere decisionale degli Stati nazionali, annientato dallo strapotere delle Entità sovranazionali.
    Qui il riferimento non è tanto alle Organizzazioni supernazionali come ad es. l’Unione Europea, la quale anzi dimostra attualmente ed in modo palese la sua totale incapacità di decidere, bensì alle grandi società private multinazionali. Le multinazionali producono dove vogliono, con i lavoratori nazionali sottopagati che vogliono, pagano le tasse come e dove fa loro comodo e, soprattutto, influenzano sensibilmente le politiche governative degli Stati nazionali e le economie di tutto il mondo.
    Ciò comporta di fatto l’annientamento degli Stati nazionali.hand-1030565_1920
  2. La crisi del singolo, inevitabile effetto della perdita dello Stato nazionale.
    Il singolo individuo, persa la comunità territoriale cui faceva riferimento per la soluzione dei suoi problemi di convivenza, si trova adesso isolato e perso, in quanto non si sente più parte di qualcosa e non può quindi chiedere allo Stato nazionale il soddisfacimento dei suoi bisogni primari.
    Si perdono anche inevitabilmente le ideologie, i partiti politici, la certezza del diritto e tutti gli altri valori tipici della modernità (e non è cosa da poco).
    Tutto si dissolve in una sorta di liquidità e da qui il nome di società liquida.
  3. Il culto dell’apparire, quale conseguenza della crisi del singolo e della sua perdita di ogni punto di riferimento.
    L’individuo vuole emergere dalla massa, apparire a tutti i costi. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che molte persone, prevalentemente giovani, hanno il culto sfrenato dell’apparire, del mostrarsi al pubblico. Esiste in questa società liquida il fenomeno evidente dell’apparire come valore – “l’apparire che prevale sull’essere” – ed è per tale ossessione che moltissimi soggetti, privi di qualunque particolare abilità, utilizzano i media e soprattutto la televisione per mostrarsi.
    Si tratta di un soggettivismo incontrollato (un iperindividualismo) per il quale l’individuo, tra l’altro, non vede più il prossimo come un compagno di avventura, ma come un avversario da guardare con sospetto.barn-946699_1920
  4. La precarizzazione derivante dal soggettivismo sregolato e dalla mancanza di valori.
    Nella società liquida, così come sopra descritta, non sono solo i singoli, ma la società stessa a vivere una forma di precarizzazione.
    Non essendoci più valori consolidati, il relativismo e la temporaneità delle mode, dei costumi, della morale e della persona stessa hanno inevitabilmente il sopravvento.
  5. Il consumismo ossessivo.
    Non il consumismo tipico della modernità, nato dalle rivoluzioni industriali e dal capitalismo, ma un consumismo eccessivo, smodato, in cui gli individui sono sempre alla ricerca del nuovo.
    Quindi non più la ricerca di beni finalizzati al soddisfacimento dei bisogni, magari in eccesso rispetto alle proprie esigenze, ma la ricerca dell’ultimo modello dei beni più ambiti (automobile, telefono mobile, abitazione, ecc…). Cioè un consumismo mirato al continuo possesso di oggetti di desiderio con cui appagarsi temporaneamente, che costituiscono uno status symbol per chi li può esibire: “l’avere che prevale sull’essere”.
  6. I movimenti di protesta e di indignazione, sia quelli che si caratterizzano per il loro carattere violento, sia quelli che si pongono come alternativa alle forze politiche tradizionali.
    Nella società liquida si affermano, proprio per quanto detto sopra, movimenti e correnti di pensiero che “sanno cosa non vogliono ma non cosa vogliono”.
    Si tratta di movimenti che tentano di smontare il sistema evidenziandone le falle e gli aspetti palesemente contraddittori, affermando spesso l’ovvio. Quando si trovano a gestire essi stessi il potere vanno frequentemente in difficoltà, perché sanno criticare ma non sanno costruire, se non avvicinandosi culturalmente ai soggetti che contestano.
    Questi movimenti trovano terreno fertile nell’insoddisfazione generale e nella perdita dei valori nazionali. Si tratta di un fenomeno che si sta mostrando in tutti i Paesi e che prende il nome di “populismo”.

penny-board-1557422_1920La società liquida è quindi la società attuale, quella in cui viviamo qui e adesso. Ovviamente, vivendo nel presente e riferendoci ad una società contemporanea, non si può sapere quanto questa società liquida durerà.

Essa rappresenta una sorta di “regno di mezzo”, che prima o poi sarà sostituito da qualcos’altro. Quindi un fenomeno temporaneo, come del resto lo sono state tutte le correnti di pensiero manifestatesi nella storia dell’uomo.

Quello che si dovrebbe fare, in attesa del “nuovo”, è rendersi conto di vivere in una società liquida, con le caratteristiche sopra delineate, che va affrontata, non con le vecchie soluzioni della modernità o del postmodernismo, ma con strumenti originali ed innovativi.

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