Alessandro Magno morì nel 323 a.C. a 33 anni e di conseguenza i suoi generali (chiamati diadochi) ne approfittarono per dividersi l’impero da lui conquistato.
Essi formarono 4 regni indipendenti:
- la Macedonia degli antigonidi, con capitale Pella
- l’Egitto dei tolomei, con capitale Alessandria
- la Siria dei seleucidi, con capitale Antiochia
- Pergamo degli attalidi, con capitale Pergamo
Il regno di Macedonia comprendeva anche la Grecia, perché quest’ultima non poteva competere economicamente e militarmente con gli altri grandi regni.
Oltre a queste divisioni alcune città greche, allo scopo di affermare la loro indipendenza, si raggrupparono in confederazioni:
- la lega etolica, che comprendeva città della Grecia continentale e considerata rozza e primitiva
- la lega achea, che comprendeva città del Peloponneso
Ma la libertà venne dai romani, che ne dichiararono l’indipendenza dopo la vittoria a Cinocefale nel 191 a.C. Un’indipendenza però che durò poco, a causa dei contrasti tra le città greche e dell’ostilità della lega achea verso Roma. Più precisamente l’indipendenza finì nel 146 a.C. con il sacco di Corinto.
Il cambiamento più importante per le città greche nell’età ellenistica fu il passaggio dalla polis alla monarchia.
Le ragioni di questo cambiamento furono:
- la degradazione delle polis dopo la guerra del Peloponneso
- le teorizzazioni dei filosofi, tutti critici verso il disordine della democrazia
- i contatti con l’oriente composto da grandi regni
Il nuovo “basileus” (sovrano) aveva una serie di caratteri peculiari:
- la vittoria, che da ornamento effimero di ogni mortale diventò connotazione permanente dell’uomo superiore
- l’appoggio degli dei, che portano il basileus ad essere vittorioso
- il talento politico e la giustizia
- la sua volontà come legge vivente
- l’uso abile della propaganda
- l’ammirazione e la gratitudine da parte dei sudditi che vedevano in lui l’unico soccorritore e difensore
Il monarca ellenistico riuniva in sé le funzioni di comandante militare, legislatore, giudice e sacerdote, ma normalmente queste funzioni venivano delegate a una piramide di istituzioni al cui vertice stavano:
- la corte, una schiera composta da amici, familiari collaboratori devoti che vivevano con lui insieme ai servi
- i capi dei distretti territoriali, chiamati satrapi in Siria e nomarchi in Egitto
- quest’ultimi erano affiancati da strateghi con compiti militari
- gli amministratori, con compiti finanziari e fiscali
Ulteriori trasformazioni si ebbero:
- nell’economia, che migliorò sensibilmente, con riguardo sia all’agricoltura (che si sviluppò maggiormente in Egitto), che al commercio (che si sviluppò tra Siria e Grecia e spostò il cuore del mediterraneo verso oriente)
- nelle città, divenute centrali amministrative dipendenti dalla capitale, che adottarono la pianta geometrica e uno stile semplice e regolare. L’agorà (la piazza centrale delle città) divenne luogo di incontro e commercio, mentre la casa non subì rilevanti trasformazioni
- nello stile di vita, rivolto ora al decoro esteriore e al recupero del privato, in una sorta di stile “borghese”
In particolare, l’uomo, prima occupato nell’attività politica, riscoprì il ruolo di padre e sposo, mentre la donna, prima con pochissime libertà, si aprì a svariati interessi e attività. Allo steso tempo i bambini, prima un po’ trascurati, conquistarono un loro spazio autonomo.
Fu Droysen a definire “ellenistica” l’età compresa tra la morte di Alessandro e l’affermazione del cristianesimo, caratterizzata dall’incontro della civiltà greca con quella orientale (poi gli studiosi decisero di anticipare la fine del periodo alla conquista di Roma della Grecia).
Gli elementi principale di questo incontro fra cultura greca e orientale furono:
- l’impiego di una lingua comune o koinè, risultata dall’unione del dialetto attico con quello ionico
- il diffondersi dell’individualismo, causato dall’indifferenza forzata verso la politica
- il fenomeno del mecenatismo, dovuto al fatto che la cultura dovette ispirarsi agli orientamenti monarchici. La cultura venne usata dal monarca per rafforzare le sue idee politiche, assicurarsi lustro e prestigio, e come strumento di pressione
Le capitali dei regni ellenistici ebbero tutte un rilevante sviluppo, anche se a diversi livelli:
- Alessandria divenne presto il cuore del commercio internazionale grazie alla vicinanza del Nilo e del Mediterraneo. Divenne anche famosa per le frequenti feste e per le occasioni di divertimento che offriva. Il complesso architettonico più importante e spettacolare era il Palazzo Reale che ricopriva un intero quartiere e che comprendeva il Museo, dove lavoravano i più illustri scienziati dell’epoca, e la Biblioteca, la più ricca dell’antichità incendiata durante la guerra con Roma nel 47 a.C.
- Pergamo riuscì a creare una nutrita Biblioteca e ad erigere una monumentale Acropoli
- Antiochia era caratterizzata dal cosmopolitismo in quanto punto d’incontro tra le rotte del mediterraneo e le carovaniere dell’interno
- Atene rimaneva la capitale della filosofia (con lo sviluppo dello stoicismo e dell’epicureismo) e del teatro (con i lavori di Menandro, Posidippo, e Apollodoro)
I personaggi di spicco dell’epoca sono stati:
- Per la filologia alessandrina, Zenodoto (che per primo curò l’edizione critica di Omero), Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia (che estese l’indagine critica alla prosa)
- Per la filologia di Pergamo, Cratete di Mallo (individuò la componente determinante dei fenomeni linguistici nell’”anomalia”, cioè nello scarto della norma col variare dell’uso, in contrapposizione con Aristofane ed Aristarco che individuarono questa componente nell’”analogia”, cioè nella tendenza razionalizzante della lingua)
- Per la scienza, Aristarco (che dedusse la teoria eliocentrica, avendo scoperto che il sole era più grande della terra), Euclide (che organizzò e perfezionò il sapere geometrico nel suo trattato “Elementi”) e Archimede (il primo fisico)
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