Daniel Pennac – Il paradiso degli orchi
Recensione del libro “Il paradiso degli orchi ” di Daniel Pennac.
“L’uomo costruisce case perché è vivo, ma scrive libri perché si sa mortale.
Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.
La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui…Cosicché le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità”
Daniel Pennac – Come un romanzo
Daniel Pennac, pseudonimo di Daniele Pennacchioni, ex professore di lettere in un liceo parigino, è oggi considerato uno degli scrittori francesi viventi più interessanti e versatili.
Inizia la sua carriera da scrittore, in concomitanza con l’insegnamento che dura ben 28 anni, scrivendo libri per ragazzi, per poi occuparsi di saggistica ottenendo un grande successo con il saggio sulla lettura “Come un romanzo” del 1992, e approdare definitivamente alla narrativa, creando il personaggio del Signor Benjamin Malaussène, amatissimo dai giovani francesi.
“Il paradiso degli orchi”, pubblicato in Francia nel 1991 apre la saga di questo stranissimo personaggio che di professione fa il “capro espiatorio” in un grande magazzino, e che vive in un’assurda famiglia cui fa capo la madre, perennemente altrove, sforna di continuo marmocchi dei quali poi si occuperà, volente o nolente, Benjamin, una banda di fratelli tra cui la veggente, l’appassionata di fotografia, l’infermiera, il mezzo genio mezzo matto, il cane epilettico e l’amico fidato Théo, protettore dei vecchietti.
Ma l’improbabile famiglia è solo uno dei tanti aspetti incredibili della vita del nostro piccolo eroe, primo fra tutti certamente il lavoro, poi l’amore per una giornalista bella e affascinante…e cleptomane, o supposta tale, e non ultimo un insensato, quanto incomprensibile coinvolgimento del “nostro” in una serie di omicidi, forse opera di orchi cattivi, avvenuti proprio all’interno del grande magazzino.
Da sfondo a questo simpatico quadretto, la Parigi del quartiere Belleville, uno dei più pittoreschi e multietnici della città, dove Pennac vive da molti anni.
Linguaggio accattivante, ironia, e suspence sono gli ingredienti di un romanzo gradevolissimo alla lettura, ricco di sorprese e colpi di scena divertenti quanto inquietanti, adatto a qualunque lettore, dai più esigenti, ai ragazzi di ogni età. Un libro assolutamente da leggere.
Ah, Pennac. Le sue perle di saggezza mi hanno seprme illuminato.Proprio di recente mi era tornato in mente questo mitico autore, scrivendo un commento ad un post della Barbato, per un rimando suggestivo al famoso “Film Unico” del romanzo “Signor Malaussene”.