Don DeLillo – Giocatori
Recensione del libro “Giocatori” di Don DeLillo.
“Siamo immersi in un’ambiguità orrendamente umoristica, uno spettacolo di gente ridicola che fa cose orribili a persone totalmente sciocche”
Don Delillo, Giocatori (pag. 8)
Lyle e Pammy sono la classica coppia borghese americana, apparentemente felice e soddisfatta del proprio lavoro e della propria vita sentimentale. In realtà però l’unico intenso legame fra i due sembra essere l’abitudine.
Per sfuggire all’atroce meccanismo della noia che li divora giorno dopo giorno, iniziano a vivere due vite praticamente parallele. Lyle comincia una relazione pericolosa con una segretaria, ex hostess, che lo introduce in una cellula terrorista, che vuole assaltare Wall Street in cui lui stesso lavora. Pammy parte per il Maine con due amici omosessuali, e per gioco, o forse per il fascino del “proibito”, diventa l’amante di uno dei due.
Imprevedibili le conseguenze dei loro insensati gesti. Don DeLillo, eletto all’unanimità come uno degli autori americani più interessanti degli ultimi anni, ha pubblicato questo suo quinto romanzo nel 1977, anche se in Italia è stato tradotto solo nel 1993, e riproposto in una nuova edizione Einaudi nel 2005.
Come in altri suoi testi, anche “Giocatori” ha come topic le nevrosi della società americana, con le sue tradizioni, i suoi miti, le sue religioni, le sue mode.
I protagonisti sono vittime quasi incolpevoli di quella società, e per sottrarsi alle sue regole rischiano anche la vita, si perdono in strade senza uscita, in cerca di un brivido che la quotidianità non sembra più offrire.
Il ritmo del libro segue rigorosamente il ritmo delle azioni umane, alternando momenti di intensa vivacità, a lunghe pause in cui Pammy e Lyle si muovono nel mondo come funamboli “sopra una lunga corda tesa nel vuoto”, in cerca di un equilibrio che forse non troveranno mai.
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