Giorgio Faletti: io uccido
una recensione del romanzo di Giorgio Faletti

da | 26 Feb 2004 | Libri | 0 commenti

Giorgio Faletti: io uccido

Ho letto con piacere il romanzo di Giorgio Faletti “Io uccido” e sento di dover dire la mia sul risultato della nuova professione di scrittore, che sembrerebbe aver intrapreso il comico Giorgio Faletti, reso famoso negli anni ’80 da storiche trasmissioni televisive, prima fra tutti “Drive In”.

Il libro è bello, coinvolgente e da leggere tutto d’un fiato, dall’inizio alla fine. Si distingue anche per la sua prolissità, essendo lungo almeno il doppio, quanto a numero di pagine, degli altri similari romanzi.

Il racconto è del genere thriller poliziesco, per intenderci del tipo caccia al serial killer, e lo stile narrativo è quello dei grandi romanzieri americani: Devries, Cornwell, Kricton, solo per citare quelli con più assonanza riguardo il genere di trama.

Se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo del neonato scrittore Faletti, ma anche, perché no, per suggerirgli dei miglioramenti da apportare al suo prossimo best seller (sempre che Giorgio decida di continuare questa nuova carriera), possiamo annotare l’esistenza di qualche pecca nella costruzione di alcune frasi, che, non permettendo di individuare il soggetto grammaticale delle stesse, impedisce l’attribuzione delle esclamazioni (quelle tra virgolette) al personaggio che ne è l’autore.

Inoltre, in certe parti del libro, il commento delle situazioni, dell’ambientazione o delle varie figure, è spinto troppo all’eccesso, in modo tale da adombrare in chi legge la sensazione di un’artificiosa ed estranea incollatura di descrizioni, operata al solo scopo di rendere le descrizioni stesse del libro simili a quelle dei grandi maestri della narrativa.

Oltre a ciò, spiccano spesso alla memoria, durante la lettura, riferimenti a famose sequenze narrative o cinematografiche, quali per esempio “Il silenzio degli innocenti” o “Il collezionista di ossa“, come se Faletti avesse voluto scrivere un libro che fosse una specie di collage delle sue esperienze sui libri o al cinema. Tuttavia, l’assemblaggio di trame o, per dirla con linguaggio giuridico, il combinato disposto di altre tracce narrative, da senz’altro luogo ad un nuovo racconto, per molti versi originale, le cui vicende scorrono via in modo particolarmente avvincente e dinamico.

Che dire in conclusione dell’opera prima di Giorgio Faletti? Sei stato bravissimo Giorgio, cerca di correggere le piccole normali sbavature che uno scrittore può permettersi di compiere la prima volta, continua su questa strada e regalaci, prossimamente, un’altra trascinante avventura.

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