Il giardino dei giochi dimenticati – G. Reali e N. Barbiero
Recensione del libro di G. Reali e N. Barbiero ” Il giardino dei giochi dimenticati “
Giro per le strade della città. Quei pochi giardini che si incontrano durante il cammino sono curati, ma scarni: qualche siepe, pochi alberi, panchine tra percorsi di ghiaia. E, rigorosamente, cartelli che ricordano “Vietato calpestare le aiuole”, “Vietato giocare a pallone”. Se sei fortunata, puoi improvvisare un percorso-vitae: 25 flessioni, 30 addominali, qualche salto. Hop Hop Hop ! Et voilà, in forma! E aver la sensazione di aver gustato, anche se solo per pochi minuti, quel parco così scarno, ma prezioso. Poi vedo qualche famigliola con pargoli al seguito, seguire la stradina ghiaiosa, muniti di passeggini tecnologici e copertine colorate. Qualche sportivo. E cani che giocano con rametti raccolti dai loro padroncini.
C’è n’è davvero poco, di verde, in città! Penso all’infanzia passata tutti i pomeriggi nei quartieri di periferia, indossando sempre tuta e scarpe da tennis…ogni volta tornare a casa, e trovare tua madre che guarda sconfortata lo stato di quella tuta.
Sì, perché io sono stata fortunata: vicino al grigio cortile del condominio, c’era un grande pezzo di terra che sarebbe poi diventato, dopo diversi anni, un parco pubblico. Ma allora, erano solo dune di terra e sabbia, la presenza di una ruspa, e qualche papavero che compariva timido vicino a fiordalisi e bocche di leone. Noi bambini ci divertivamo un sacco! Certo, c’era anche il Game Boy, una vera novità in quegli anni, ma i giochi elettronici non mi affascinavano. Preferivo buttarmi per terra, creare delle piste per giocare a biglie (ve le ricordate, le biglie dai mille colori, piccole o giganti, o anche quelle tonde grandi con dentro le immagini dei ciclisti).. si improvvisavano vere e proprie sfide che avrebbero fatto invidia alla Parigi-Dakar, usavamo persino i tappi di bottiglie! E poi tantissimi giochi con il pallone: quando si era in tanti si giocava a pallavolo, a palla prigioniera… E quando eravamo solo noi femminucce spesso si saltava all’elastico, come giovani cavallette !
Per questo tuffo nel passato, in questa mia infanzia spensierata, di bimba vivace, che urlava e si divertiva in mezzo a prati incolti e “giardini improvvisati”, devo ringraziare il libro di Giorgio Reali e Niccolò Barbiero, “Il giardino dei giochi dimenticati”, perché di questi giochi “poveri” e di poche risorse ma di tanta fantasia, ne troverete diversi!
E’ un manuale che ha attinto dall’Enciclopedia dei Giochi preziose informazioni, e che riporta gran parte dei giochi che hanno contraddistinto l’infanzia di migliaia di bambini nel mondo, citandone spesso anche le origini. Pensate un po’ al calcio-balilla per esempio: forse non lo sapete ma è stato inventato nella Germania degli anni ’30, è chiamato in alcune regioni “bigliardino”, in altre “calciomanetta”. Il torneo più importante che si gioca in Italia ogni anno si tiene a Senato, in Lombardia, ma la sede italiana è a Castellamonte in Piemonte. Le freccette invece sono originarie dell’Inghilterra. A Cervia ogni anno da non perdere è il Festival dell’Aquilone.
Sono tante le informazioni che trovate in questo manuale: e, per ogni gioco, c’è un’accurata descrizione! Utile quindi anche per le mamme e i papà, come strumento per creare i giochi insieme ai propri bimbi. E, come ultima chicca, troverete una lista dei 100 “giochi da salvare”, votati da 23.487 bambini italiani. Ai primi posti: il girotondo, l’altalena, il triciclo, e le biglie !!!! La Lego è al 12° posto, il Piccolo Chimico al 94°!!! Per ultimo, indovinate un po’ : lo skateboard.
E’ un manuale consigliabilissimo, scritto nel 2002, e già arrivato alla sua quinta ristampa. Assolutamente da non perdere.
Ho mangiato le ciliegie
Le ho mangiate in compagnia
Guai a te se fai la spia.
Spia uno
Spia due
Spia tre
A star fuori tocca a te.
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