Ljudmila Ulickaja – Le bugie delle donne
Recensione del libro ” Le bugie delle donne ” di Ljudmila Ulickaja.
“E’ possibile paragonare una grande menzogna maschile, strategica, architettonica, antica, come il discorso di Caino, alle care bugie femminili, che non racchiudono alcuno scopo o inganno, anzi nemmeno un interesse personale? (…)
Le fandonie femminili, a differenza di quelle maschili, pragmatiche, sono un tema assai appassionante. Le donne fanno tutto diversamente, in un altro modo pensano, sentono, soffrono e… mentono. Santo cielo, come mentono! Il discorso riguarda, naturalmente, solo quelle che, a differenza di Penelope, hanno questo dono. Di sfuggita, per caso, senza scopo, appassionatamente, all’improvviso, a poco a poco, in modo incoerente, disperato, assolutamente immotivato. Quelle che ne sono dotate mentono dalla prima all’ultima parola. E che fascino, talento, ingenuità e insolenza, ispirazione creativa e splendore! Non c’è posto qui per il calcolo, l’interesse, l’intrigo pianificato. Non è che una canzone, una favola, un enigma. Ma un enigma senza risposta. La bugia femmin ile è un fenomeno naturale, allo stesso modo di una betulla, del latte o di un calabrone”.
E si può raccontare di bugie in modo avvincente, coinvolgente, amaro e nello stesso tempo ironico? Ljudmila Ulickaja ci riesce benissimo! Sarà perché è una famosa autrice di popolari pièces teatrali, ma quel suo modo di descrivere e sviluppare una storia, ti porta all’istante, con la mente, a teatro: leggere il libro ti dà la sensazione di assistere ad una rappresentazione scenica, a volte una commedia, a volte una tragedia. E non mancano i colpi di scena!
Questo libro ti cattura, riesce a farti “battere il cuore” e “chiudere lo stomaco” anche solo all’interno di una stessa pagina: facendoti provare l’ironia, la voglia di vivere, la tristezza, i drammi, con quel suo modo molto particolare di descrivere le situazioni…:
“Il bambino assomigliava a un riccio: i capelli scuretti, ispidi, a spazzola, il naso allungato, curioso, stretto stretto in punta, le buffe abitudini di una creatura autosufficiente, sempre lì a fiutare il vento, e la sua assoluta ritrosia alle carezze, ai contatti, per non parlare poi dei baci materni. Ma anche la mamma, con ogni evidenza, apparteneva alla razza dei ricci: nemmeno lei lo toccava, addirittura non gli tendeva la mano sul ripido sentiero, quando risalivano dalla spiaggia verso casa. E così lui la precedeva arrampicandosi, mentre lei andava lenta dietro, lasciandogli la possibilità di aggrapparsi da solo ai ciuffi d’erba, di tirarsi su, scivolare giù e di nuovo salire per la scorciatoia che portava a casa, evitando la curva pianeggiante della strada maestra per cui passavano i villeggianti normali.”
E’ un libro che si legge tutto d’un fiato, che ti fa innamorare del suo stile, che ti avvolge con il fascino e l’eleganza che penetra tra le righe nel descrivere persino la morte. E il tema, le bugie delle donne, è quantomeno originale…Perché le donne mentono? Sono bugie utili, che servono? Celano calcolo, interessi, intrighi? Per rispondere a questa domanda, l’autrice ci porterà a conoscere delle donne incantevoli: giovani, vecchie, più o meno rispettabili. Donne dal grande fascino, capaci di conquistare raccontando una “loro verità”, con le loro piccole grandi bugie impunite.
Per poi scoprire che le donne mentono prevalentemente a se stesse, per sopravvivere. Senza necessità apparente. Per ragioni che trovano un senso solo dentro di loro. Che nessun altro, oltre a loro, può conoscere e capire.
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