Stephen King
Un articolo su Stephen King

da | 1 Ott 2003 | Libri | 0 commenti

Stephen King – Il “mago del brivido” non terrorizza più?

Per gli amanti della lettura Stephen King non è solo l’incontrastato re (king appunto) del genere thriller/horror, ma è soprattutto il sinonimo di uno stile narrativo caratterizzato da un’eccezionale scorrevolezza del testo e da una particolare presa della trama sul lettore.

Nel vasto panorama contemporaneo degli autori di romanzi per il grande pubblico, pochi altri scrittori sono dotati dell’abilità di Stephen King nella costruzioni di frasi e periodi letterari di così facile e godibile lettura. A questa abilità si aggiunge poi una fantasia sfrenata ed a tutto campo che permette a Stephen King di spaziare fra le più svariate vicende umane e nei più profondi meandri dell’inconscio.

Stephen King ha scritto un numero incalcolabile di libri, molti dei quali sono puntualmente diventati dei best-sellers internazionali, frutto di una brillante attività di produzione letteraria. Quando non era ancora un campione d’incassi nel difficile campo della narrativa mondiale, Stephen King amava vantarsi di scrivere circa cento pagine al giorno. Questo può dare solo un’idea parziale dell’incredibile mole di lavoro creativo che ha contraddistinto la sua gioventù professionale. Un lavoro peraltro di altissima qualità e che ha visto molti suoi libri trasformarsi in adattamenti per mini-serial TV e sceneggiature per lo schermo cinematografico.

Ad ulteriore dimostrazione della grandezza di Stephen King ci sono le migliaia di fans, sparsi in tutto il mondo, che vivono costantemente in attesa di leggere la prossima uscita letteraria del loro autore preferito.

Tuttavia, i romanzi di Stephen King degli ultimi anni hanno evidenziato una vena letteraria non più così mordente e coinvolgente come il mago del brivido ci aveva abituati in passato. Le sue recenti produzioni sono risultate, con le dovute eccezioni, prive dei consueti colpi di scena, notoriamente contraddistinti dalla spiccata imprevedibilità e frutto di una creazione artistica pesantemente succube della sua macabra fantasia. Inoltre, le ultime trame si sono spesso dipanate su percorsi tortuosi e difficili da seguire, inusuali nelle opere di Stephen King, caratterizzate invece da un’azione generalmente lineare.

Alcuni dei suoi fans sono arrivati addirittura ad ipotizzare, maliziosamente, che l’ormai celebre Stephen King si limiti a firmare i lavori di giovani e rampanti scrittori in erba.

Abbiamo però una teoria molto verosimile che può spiegare il calo di tensione narrativa che Stephen King sta conoscendo. Ed è una teoria che ci ha suggerito lo stesso King nel libro “Mucchio d’ossa”, che è forse il più autobiografico di tutti i suoi romanzi. Il libro parla di uno scrittore che, dopo la perdita della moglie, non riesce più a scrivere, ma che, nonostante ciò, continua a pubblicare nuovi romanzi, utilizzando un trucco che nel libro viene definito “l’utilizzo delle castagne messe da parte”. E’ a questo punto che interviene una descrizione dell’attività di scrittore che travalica la pura fiction del racconto per delineare la situazione reale dei romanzieri situati nella fascia medio-alta della classifica delle vendite.

Secondo Stephen King un bravo scrittore, campione d’incassi, deve pubblicare un nuovo romanzo all’anno. Non più di uno perché altrimenti inflazionerebbe la sua immagine ed esaurirebbe la suspense e le aspettative per le vicende del protagonista delle storie. Non meno di uno perché i managers degli scrittori di successo non lo permettono, avendo interesse ad una produzione letteraria continua da parte dei loro clienti, per motivi squisitamente economici. Un libro all’anno è la giusta media che uno scrittore deve tenere, pur potendo i romanzieri d’alta classifica permettersi un intervallo di tempo maggiore tra una pubblicazione all’altra, come sostiene lo stesso Stephen King quando scrive che il pubblico può aspettare pazientemente anche 3/4 anni, pur di leggere le nuove avventure di Kay Scarpetta, riferendosi al personaggio letterario creato dalla fantasia della sua collega, la scrittrice di thriller medico-legali Patricia Cornwell.

Pubblicare un libro all’anno non significa però scriverne uno all’anno. Gli scrittori più prolifici (e Stephen King sicuramente lo è) arrivano a scrivere anche 3 o 4 libri in un anno. L’eccedenza di romanzi in bozza non pubblicati viene messa al sicuro (“le castagne sono messe da parte per formare la scorta”), magari proprio in una cassetta di sicurezza bancaria come fa il protagonista di “Mucchio d’ossa”. Questo importante archivio di materiale non dato alle stampe è utilizzato dallo scrittore nei periodi di “magra”, quando cioè egli non è riuscito a scrivere lavori soddisfacenti da inviare sul mercato editoriale a favore dei suoi esigenti lettori. Ecco allora come accade che vedano la luce opere letterarie realizzate anche molti anni prima e come si spiega che alcuni romanzieri continuino a pubblicare i loro libri pur non avendo scritto più niente o quasi niente per diversi anni.

Stephen King, prima di raggiungere il successo professionale, ha sicuramente creato più di quanto pubblicasse. La sua intensa e prolifica attività di scrittore ha fatto verosimilmente arricchire negli anni la sua biblioteca privata di molti volumi che non hanno mai conosciuto il mercato editoriale. Una volta raggiunto il successo e la conseguente agiatezza economica, Stephen King ha certamente ridotto il suo impressionante ritmo di creazione di racconti, limitandosi a scrivere per diletto anziché per lavoro. Ciò ha sicuramente richiesto un impegno ed una concentrazione sicuramente diverse e minori, non avendo più Stephen King le necessità ed i bisogni economici che poteva avere prima della celebrità, quando la sua “arte” era il tesoro che gli permetteva di trovare un editore disponibile a pubblicare le avventure che scriveva.

Si può quindi ragionevolmente presumere che sino a qualche anno fa, noi lettori abbiamo goduto dei racconti buttati giù nel periodo più intenso ed eccellente della sua vita e intelligentemente distribuiti per la stampa ad intervalli regolari di tempo. I libri editi successivamente sono invece quelli scritti nella seconda fase della vita professione di Stephen King, quando egli ha riservato minor tempo e minor attenzione all’attività per la quale è un incontrastato maestro: creare storie raccapriccianti, che mettono i brividi anche ai meno impressionabili e cariche di un’eccezionale tensione narrativa che tiene incollato l’ignaro lettore fino all’ultima pagina.

Vogliamo comunque concludere con una nota positiva riguardo il “nostro” amatissimo Stephen King. Infatti, anche se lo spirito con cui scrive, forse, non è più lo stesso di tanti anni fa, la classe e le capacità sono sempre le stesse, per cui possiamo sicuramente aspettarci di continuare al leggere piacevolissimi racconti impregnati del suo talento e della sua oscura fantasia.

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