L’Inflazione
In poche parole l’Inflazione: cos’è, perché si verifica, quali danni comporta e come si cura

da | 12 Gen 2022 | Economia politica | 0 commenti

In questo periodo di recupero dalla pandemia, il mondo economico è preoccupato. Si sta infatti riaffacciando all’orizzonte uno dei grandi mali storici di molti paesi e dell’Italia in particolare: l’Inflazione.

Ma cos’è di preciso l’inflazione? Perché in certi periodi diventa così alta da preoccupare per la “tenuta” economica del paese? Ma soprattutto: quali danni provoca alle persone e come si può combattere?

Cerchiamo di rispondere ordinatamente alle domande che ci siamo posti.

L’inflazione

Il fenomeno dell’inflazione non è altro che l’aumento generale dei prezzi che si verifica in un certo periodo all’interno dello Stato.

L’aumento dei prezzi dei prodotti e servizi offerti sul mercato provoca delle distorsioni molto importanti nel sistema economico. Distorsioni che è meglio evitare e della più significativa delle quali parleremo di seguito, dopo aver visto le cause dell’inflazione.

Le cause dell’inflazione

L’inflazione, ovvero l’aumento dei prezzi, non avviene casualmente, ma è frutto di precise motivazioni che, semplificando, possono riassumersi nelle seguenti due:

  • aumento della domanda della generalità dei beni, ad esempio in conseguenza di un momento economico favorevole (come una fase di ripresa o di espansione della ricchezza nazionale). Questa motivazione spiega perché l’inflazione è spesso associata alla crescita del Pil nazionale. Infatti, più è veloce la crescita del reddito nazionale e più si alimenta e preoccupa l’inflazione.
  • incremento dei costi di produzione dei beni servizi, ad esempio in conseguenza della crescita improvvisa dei prezzi delle materie prime o delle altre risorse che servono alla produzione. Pertanto, ad ogni prezzo finale le imprese offrono una quantità minore dei beni prodotti, perché hanno maggiori costi di produzione. Questa motivazione è forse quella che sta attualmente interessando le economie mondiali, stante la crescita in atto ad es. del prezzo delle materie prime energetiche, in particolare del gas naturale.

Nei due grafici seguenti vediamo appunto come si verifica l’inflazione in base alle due motivazioni sopra indicate.

caso 1: inflazione tirata dalla domanda

caso 2: inflazione da costi di produzione

D= domanda; S= offerta; E= equilibrio;
E’= nuovo equilibrio; D’= nuova domanda post aumento

D= domanda; S= offerta; E= equilibrio;
E’= nuovo equilibrio; S’= nuova offerta dopo incremento costi

 

I danni dell’inflazione

L’inflazione provoca nel sistema economico molti gravi problemi, ma il danno di cui vogliamo parlare è quello che più ci riguarda da vicino come collettività. Il danno principale dell’inflazione è la circostanza, evidente, che a parità di reddito si possono comprare meno beni. Se una persona ha un reddito fisso, come ad es. un affitto di 500 euro al mese, con l’aumento inflazionistico dei prezzi questa somma permetterà di acquistare sempre meno prodotti rispetto ai periodi precedenti. E più aumenta l’inflazione e più le possibilità di acquisto si riducono.

Quanto sopra si esprime bene dicendo che l’inflazione è una quantità inversa al potere d’acquisto della moneta, cioè al valore reale (e non nominale) della moneta.

In termini matematici:

 

 

Come si combatte l’inflazione

L’argomento della cura dell’inflazione è interessante, quanto meno perché ci aiuta a capire meglio cosa dicono al telegiornale quando parlano di manovre da parte della BCE (Banca Centrale Europea).

È infatti la BCE (prima era la Banca d’Italia) ad avere il compito istituzionale di contrastare l’inflazione in tutti i paesi dell’area UE.

Finora, con l’inflazione bassa e sotto controllo, la BCE non ha avuto bisogno di attuare manovre contro l’inflazione. Anzi ha fatto esattamente l’opposto: ha agevolato gli stati membri nelle loro politiche di sostegno o di espansione dell’economia. Come lo ha fatto? Immettendo liquidità sui mercati. In pratica dando finanziamenti alle banche dell’Unione (che gli istituti bancari a loro volta utilizzano per finanziare imprese e famiglie) oppure acquistando titoli di Stato, così da raggiungere lo stesso scopo, ovvero l’aumento della moneta in circolazione nei diversi paesi europei. Tale sistema permette quindi, in ultima analisi, la crescita dei consumi delle famiglie e degli investimenti da parte delle imprese. Tutti effetti più che positivi per l’espansione del Pil nazionale.

Ora la BCE (quando lo riterrà opportuno) dovrà fare l’opposto per contenere l’inflazione: ridurre i tassi di crescita della moneta in circolazione. In pratica ciò sarà possibile attraverso operazioni di vendita dei titoli pubblici in possesso della BCE ad operatori istituzionali (per lo più alle banche europee). Queste vendite rastrelleranno la moneta in circolazione e l’effetto di tale riduzione della liquidità sarà verosimilmente un raffreddamento della crescita dei prezzi, purtroppo a scapito di qualche punto o frazione di punto nella crescita del Pil. D’altronde è stato ampiamente provato che l’inflazione è un fenomeno complementare alla crescita del reddito nazionale: più aumenta il Pil e più si genera inflazione, mentre più rallenta la crescita del reddito nazionale e più si deprime il tasso di inflazione.

I prezzi rallenteranno, per effetto delle manovre di contenimento della BCE, perché la minore moneta in circolazione ridurrà purtroppo i consumi dei privati ed anche, in virtù del rialzo dei tassi di interesse, gli investimenti delle imprese. Infatti, la crescita dei tassi di interesse, tanto temuta dai mercati e dalla gente comune, è una conseguenza inevitabile delle manovre “repressive” della BCE. Ciò in quanto il tasso di interesse non è altro che il “prezzo” della domanda e offerta di moneta e, se l’offerta si riduce (a causa delle attività di mercato della BCE), il prezzo è destinato ad aumentare.

Ecco nel grafico seguente cosa succede sul mercato monetario quando la BCE attua una politica espansiva e quindi aumenta l’offerta di moneta: il tasso di interesse medio si abbassa.

Viceversa in caso di politiche monetarie ristrettive da parte della Banca europea.

Politica monetaria espansiva della BCE (aumento dell’offerta di moneta)

 

E= equilibrio; E’= nuovo equilibrio

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