L’usura dei mutui di cui nessuno ancora si è accorto
Quando il ritardo di erogazione del mutuo provoca una nuova forma di potenziale usura

da | 22 Ago 2021 | Società | 0 commenti

C’è una particolare forma di usura dei mutui bancari di cui nessuno ancora si è accorto.

Quest’usura riguarda il ritardo con il quale alcuni istituti bancari erogano la somma del mutuo al debitore dopo la contrattualizzazione del finanziamento, ovvero il ritardo della banca nella materiale messa a disposizione dell’importo concesso in prestito al beneficiario (mutuatario).

Infatti quando la banca ritarda nell’accreditare la somma del mutuo al suo cliente (al netto delle spese di istruttoria), si modifica verso l’alto il tasso di interesse del prestito concesso, tasso che l’istituto bancario è tenuto a pubblicizzare e dichiarare espressamente nel contratto di prestito per il rispetto della normativa sulla trasparenza.

Non è infrequente che l’istituto bancario eroghi la somma del finanziamento con qualche giorno di ritardo rispetto alla data di partenza del piano di rimborso (o piano di ammortamento), soprattutto nel caso di mutui ipotecari, e ciò comporta inevitabilmente – per un semplice effetto matematico – l’aumento del tasso di interesse effettivo sul mutuo. La conseguenza (di cui nessuno finora si è accorto) è che viene violata la disciplina della trasparenza, perché il tasso effettivo del mutuo diventa maggiore di quello dichiarato in contratto (c.d. TAEG).

Ma non solo: in alcune circostanze il tasso di interesse effettivo cresce così tanto, rispetto al TAEG dichiarato, da superare la soglia usura del periodo, con tutti gli effetti giuridici che ne derivano, tra cui quello estremo della possibile nullità del finanziamento stesso, decadendo così l’obbligo per il debitore di pagare gli interessi sul prestito contratto.

La verifica circa la sussistenza di un ritardo nell’erogazione del mutuo è facile da fare. È sufficiente cercare la data di scadenza della prima rata del mutuo, quella pagata subito dopo la concessione del prestito, e andare indietro di un mese esatto: in questa data dovrebbe essere stato messo a disposizione l’importo del mutuo, in genere con accredito in conto corrente. Se così non è e la materiale disponibilità della somma mutuata è successiva alla data calcolata, esiste un ritardo di erogazione con le conseguenze sopra accennate: quanto meno la violazione delle norme sulla trasparenza e forse anche della disciplina dell’usura, come spiegheremo meglio di seguito.

Ad esempio, in caso di rate mensili, se la prima rata del prestito è scaduta il 15 febbraio, allora il piano di ammortamento è partito il 15 gennaio, giorno in cui il debitore avrebbe dovuto ricevere l’importo del finanziamento. Se, invece, l’accredito della somma del mutuo è successivo, esiste un ritardo di erogazione.

Comunque, per chi non ha voglia di cimentarsi nei calcoli, abbiamo sviluppato il seguente software che determina l’eventuale ritardo di erogazione del mutuo in giorni: occorre digitare solo la data di scadenza della prima rata del mutuo e quella di materiale accredito del denaro (si evidenzia che tutte le nostre elaborazioni, ivi compreso il software di determinazione del tasso effettivo di ritardo più sotto riportato, sono implementate per mutui con periodicità mensile delle rate).

Tenete presente che alcuni server di Internet richiedono la digitazione delle date nel formato americano (mm/gg/aaaa), anziché nel classico formato italiano (gg/mm/aaaa).

È corretto precisare che, in caso di ritardo, non si verifica sicuramente usura qualora la banca abbia provveduto a modificare al ribasso l’importo della prima rata per tenere conto appunto, nella quantificazione degli interessi, del ritardo di erogazione. In tutti i casi invece in cui – nonostante il ritardo – la prima rata è pari all’importo prefissato nel piano di rimborso, senza riduzioni, il fenomeno dell’usura potrebbe sussistere (c’è usura quando il tasso effettivo comprensivo del ritardo supera la soglia usura).

E tale fenomeno continua ad essere potenzialmente presente anche quando la banca, per compensare il ritardo, accredita la somma sul conto corrente con valuta antecedente (la valuta è il giorno da cui partono gli interessi del conto). Infatti, mentre sul conto corrente il tasso di interesse è prossimo allo zero, sul mutuo esso è generalmente più significativo, circostanza che non permette quindi alcuna forma di compensazione.

Dunque esiste una nuova forma potenziale di usura, finora non considerata da nessuno, nel caso di mutui erogati con ritardo rispetto alla data di partenza del piano di ammortamento.

Quanto sopra in virtù della semplice constatazione che non possono calcolarsi interessi per l’importo di un prestito non ancora di fatto nella disponibilità del debitore.

Pertanto, ci sembra fare cosa gradita ai nostri lettori mettere a loro disposizione un programma che mostri, a fronte dell’inserimento dei principali dati del mutuo contratto, il progressivo aumento del tasso di interesse, da quello nominale a quello effettivo (TAEG), che tiene conto quest’ultimo delle spese e degli interessi composti, e del quale le banche forniscono obbligatoriamente informativa.

A questi valori abbiamo aggiunto però due nuovi e più gravosi tassi effettivi:

  • il TAEG che considera il ritardo di erogazione in funzione di tutto il finanziamento
  • il TAEG che considera il ritardo di erogazione in funzione esclusivamente della prima rata (la quale paga gli interessi su tutto il debito del mutuo, essendo appunto il primo pagamento periodico)

Il primo tasso effettivo, quello cioè che considera il ritardo per tutta la durata del finanziamento, non varia di molto (il suo incremento può arrivare a mezzo punto percentuale nell’eventualità di mutui consistenti ed a breve termine).

Il secondo tasso invece, cioè il TAEG sulla prima rata inclusivo del ritardo di accredito, è influenzato pesantemente anche da pochi giorni di ritardo e può addirittura raddoppiarsi per 15 giorni di posticipo. Ciò è intuitivo se si pensa, molto semplicemente, che 15 gg. di ritardo costituiscono metà mese e di conseguenza gli interessi calcolati sull’intero debito e per un intero mese (come lo sono nella prima rata) esprimono necessariamente la metà del tasso ricalcolato tenendo conto dei 15 giorni durante i quali il debitore non ha avuto la disponibilità della somma finanziata.

Qualora uno dei suddetti TAEG superi la soglia usura, possiamo affermare che il relativo mutuo presenta interessi usurari.

Tornando al nostro software, che trovate a fondo pagina, esso richiede l’inserimento dei seguenti dati numerici nelle celle bianche (ricordando che tutti i calcoli sono fatti nel presupposto di rate mensili e che tutti gli importi sono in euro):

  • il tasso di interesse nominale, in %, quello cioè dichiarato formalmente dall’ente finanziatore
  • l’importo del mutuo
  • il numero complessivo di rate mensili
  • le spese sostenute per ottenere il mutuo, perché anch’esse incidono sul tasso effettivo
  • le spese per il pagamento di ciascuna rata, per lo stesso motivo del punto precedente
  • i giorni di ritardo nell’erogazione, per il cui calcolo si può utilizzare il ns. programma sopra riportato

Inseriti correttamente i dati, il programma fornisce automaticamente i seguenti importanti valori, in ordine logico:

  1. il tasso di interesse nominale annuo del prestito
  2. il tasso di interesse effettivo con le spese sostenute per la concessione e per il pagamento delle rate
  3. il tasso di interesse effettivo (TAEG, che dovrebbe coincidere con quello dichiarato dal finanziatore) con le spese e con l’ effetto naturale degli interessi composti
  4. il tasso di interesse effettivo del punto precedente più la maggiorazione dovuta ai giorni di ritardo, in funzione dell’intero prestito
  5. il tasso di interesse nominale più la maggiorazione dovuta ai giorni di ritardo, in funzione solo della prima rata

Ecco il programma di calcolo del tasso effettivo dei ritardi, con il corrispondente grafico (i dati già inseriti sono di esempio).

Tenete presente, per i decimali dell’unica percentuale da inserire, che alcuni server di Internet richiedono la digitazione della virgola anziché del punto, altri invece il viceversa.

Abbiamo messo tutto il nostro impegno nella realizzazione del programma e nella stesura dell’articolo, ma essi hanno esclusivamente finalità didattiche e pertanto non fate affidamento sui risultati del programma, né sulle informazioni contenute nel testo. Ci esoneriamo quindi da qualsiasi responsabilità per i danni derivanti dall’uso dei dati forniti.

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