Nuovo patto di stabilità UE
In estrema sintesi tutto quello che c’è da sapere sul nuovo patto di stabilità Ue

da | 27 Apr 2023 | Diritto pubblico privato ed internazionale | 0 commenti

Ci sono decisioni degli organi pubblici che sembrano non avere grande impatto sulla nostra vita, soprattutto le decisioni di istituzioni così lontante come quelle dell’Unione Eurepea.

In realtà non è così. Alcune decisioni degli organi pubblici – in questo caso sovranazionali – avranno nei prossimi anni un’influenza straordinaria sulla nostra vita.

È il caso del nuovo patto di stabilità Ue, il quale, se entrerà in vigore così com’è, avrà un impatto significativo sul bilancio italiano e quindi sulla nostra quotidianità.

Pertanto, è opportuno sapere cos’è e cosa impone ai nostri governi.

Ecco in estrema sintesi il nuovo patto di stabilità della UE.

  • Il nuovo patto di stabilità è una revisione delle regole fiscali europee, proposta dalla Commissione europea, che prevede il ritorno dei limiti di riferimento del 3% per il deficit statale e del 60% per il debito pubblico rapportati al Prodotto interno lordo dal 2023. In altre parole, gli Stati membri dell’Ue devono tutti fare in modo di contenere il proprio deficit entro il 3% del PIL ed il proprio debito pubblico entro il 60% del PIL.
  • Pertanto, i Paesi non rientranti in questi limiti, come l’Italia, dovranno presentare dei Piani strutturali di bilancio nazionali di quattro anni (estendibili a sette) che indichino gli obiettivi di spesa, le riforme e gli investimenti per ridurre il deficit e il debito, dando priorità, in linea con le indicazioni dell’Ue, ai settori della transizione verde e della trasformazione digitale.
  • Gli Stati con un disavanzo pubblico superiore al 3% del Pil dovranno garantire un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del Pil all’anno, fino al rientro sotto il valore di riferimento del 3%. Il debito pubblico invece dovrà essere, alla fine del piano quadriennale (o settennale), inferiore alla grandezza iniziale, sempre in termini di percentuale del PIL.
  • Se i Paesi Ue non rispetteranno gli impegni concordati, potranno essere soggetti a procedure per disavanzo eccessivo, che possono comportare sanzioni finanziarie o la perdita dei fondi europei.
  • Infine, la Commissione Ue potrà attivare delle clausole di salvaguardia generali o specifiche per Paese in caso di circostanze eccezionali impattanti sulle finanze pubbliche (come è stato per il Covid-19).

Fatta questa sintetica ma completa panoramica del nuovo patto di stabilità Ue, vediamo con un’eloquente immagine la situazione dell’Italia rispetto alle regole di prossima introduzione.

Dati ITALIA 2022

Grandezza

miliardi euro

% PIL

Patto di stabilità Ue

Deficit

151,9

8,0%

Il deficit deve scendere almeno dello 0,5% all’anno in rapporto al PIL, fino ad arrivare al 3%.

Debito pubblico

2.762,5

144,7%

Il debito pubblico dovrà essere minore (in % sul PIL) di quello iniziale alla fine del Piano strutturale di 4 anni (estendibile a 7 anni), che l’Italia presenterà all’Ue.

P I L

1.909,2


Il patto di stabilità non fissa limiti minimi di crescita del PIL, ma è ovvio che quest’ultimo deve crescere il più possibile per agevolare il raggiungimento dell’obiettivo del 3% deficit/PIL.

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