Pagare l’IMU e la TASI
E’ tempo di pagare le imposte sugli immobili e di affrontare, ancora una volta, la grande confusione della loro normativa

da | 8 Dic 2015 | BLOG | 0 commenti

L’IMU e TASI sono sicuramente le imposte più odiate dagli italiani. Vuoi perché vanno a colpire un bene rifugio (la casa) sul quale gli italiani ripongono tante speranze per il futuro, vuoi soprattutto perché queste imposte sugli immobili sono straordinariamente complesse da calcolare. Complessità la cui responsabilità è tutta da attribuire al governo nazionale, che in tanti anni (e nonostante i diversi esecutivi che si sono avvicendati) è riuscito a creare moltissima confusione sull’argomento. Laddove era ben possibile (lo è sempre, anche in una materia così difficile come la tassazione degli immobili) chiedere soldi agli italiani con delle modalità di calcolo molto più facili da comprendere.

 

Proprio per semplificare i calcoli delle 2 imposte (IMU e TASI), pubblichiamo una semplice tabella con i passaggi da svolgere per arrivare al risultato finale, ovvero all’importo da versare, tenendo presente che il calcolo della base imponibile è lo stesso sia per l’IMU che per la TASI. Quello che cambia sono l’aliquota e le modalità di applicazione di tale aliquota alla base imponibile.

Calcoliamo le imposte IMU e TASI

Operazioni da eseguire

esempio

si prende innanzitutto la rendita catastale dell’immobile

€ 1.000

si moltiplica per 1,05

X (1,05)

così da rivalutare la rendita del 5%

€ 1.050

si moltiplica per il coefficiente previsto dalla normativa

(nel nostro esempio moltiplichiamo per il coeff. di 160)

ecco tutti i coefficienti per ciascuna categoria catastale degli immobili:

categoria catastale
coeff.
A (tranne A/10) – C/2 – C/6 – C/7
160
B – C/3 – C/4 – C/5
140
A/10 – D/5
80
D (tranne D/5)
65
C/1
55

X (coeff.)

si ottiene così la base imponibile, che vale sia per l’IMU, sia per la TASI

€ 168.000

Si moltiplica per l’aliquota decisa dal comune

(nel nostro esempio moltiplichiamo per l’aliquota del 2,5 per mille)

X (aliquota)

otteniamo l’imposta lorda da pagare per tutto l’anno

€ 420

togliamo la detrazione (se prevista nella delibera del Comune)

(nel nostro esempio ipotizziamo una detrazione di euro 60)

– (detrazione)

Otteniamo l’imposta netta da pagare per tutto l’anno

€ 360

moltiplichiamo per la quota di possesso dell’immobile

(nel nostro esempio abbiamo la comproprietà del 50% dell’immobile)

X (% possesso)

abbiamo l’imposta da pagare per la quota di possesso

€ 180

moltiplichiamo per il periodo di possesso dell’immobile

(nel nostro es. abbiamo venduto l’immobile a fine ottobre: quindi 10 mesi su 12)

X (n. mesi/12)

otteniamo l’imposta da pagare che tiene conto del periodo di possesso

€ 150

adesso distinguiamo a seconda se è da pagare l’acconto o il saldo:

  • se siamo a giugno ed entro il 16 giugno è da versare l’acconto,

dividiamo la somma per 2

* in alternativa a quanto sopra … *

/ (2)

* in alternativa …

(vedi sotto) *

  • se siamo a dicembre ed entro il 16 dicembre è da versare il saldo,

togliamo l’acconto versato a giugno

(nel nostro es. versiamo il saldo dopo aver pagato euro 100 di acconto)

– (acconto)

ecco finalmente l’importo da versare

€ 50

Vogliamo infine ricordare quali sono i vincoli posti (fortunatamente) ai Comuni per decidere l’entità delle aliquote IMU e TASI.

  • la somma delle 2 aliquote per IMU e TASI non può superare il 10,6 per mille
  • l’aliquota TASI sull’abitazione principale non può superare il 2,5 per mille
  • purtroppo i limiti dei punti precedenti possono essere superati dai Comuni mediante la facoltà loro attribuita (e confermata anche per il 2016) di applicare una maggiorazione dello 0,8 per mille

Questa maggiorazione dello 0,8 per mille può essere aggiunta dal Comune (a sua discrezione) solo all’abitazione principale, solo agli altri immobili diversi dalla prima casa, oppure può essere “spalmata” su entrambe le categorie citate.

In altre parole, il vincolo posto ai Comuni circa la tassazione dei nostri immobili – ab. principale ed altri immobili – risulta essere il seguente (valori per mille):

10,6 + 2,5 + 0,8 = 13,9

La maggiorazione dello 0,8 per mille può essere aggiunta al 1° o al 2° termine dell’addizione, ma sempre con il tesso massimo del 13,9 per mille, da non superare mai.

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