Flusso conscio
Il racconto poetico di Dormouse

da | 1 Gen 2000 | Poesie | 0 commenti

E’ l’epilogo.
La bestia nera ha vinto il duello.
Come una droga è entrata nelle mie vene,
come un serpente s’è insinuata in esse.
Le emozioni non riescono a crescere
e il bianco tepore sbiadisce.
Con occhio felino tende l’agguato,
aguzzi i suoi denti
e letale il suo morso.
Il suo pesante corpo si è dilatato
e le mie membra son esplose.
E’ l’epilogo.
Credetemi, tutte le ho tentate,
ma l’aspro cerchio ha ripreso il suo moto.
Le foto si ripetono sullo sfondo
e le forze evaporano in un lento scemare.
Nudo in un arido deserto
spaurito come un bimbo.
Ne sensi ne orientamento,
solo buio. Solitudine e oscurità.
Il lento incedere del tempo
è giogo in questo universo di plastica.
Oggetto insignificante sei al cospetto dell’infinito.
“Senza sito ne ragione vaghi nella melma,
tutto è catrame al tuo passaggio!”
anche la più splendente stella
oscura la sua luce al brucar dei miei occhi.
Troppo investigativi e solenni
si sperdono nel pallido vuoto
di automi senz’anima.
Alla ricerca di un calore sopito e
convinto del suo prematuro decesso,
riecheggia lo straziante lamento funebre.
Chitarra senza corde, emano un sordo suono,
nessun orecchio potrà mai filtrarlo.
Pantera con collare di serpente
Sferra l’ultimo colpo,
sì che possa vivere consapevole del delitto
ma immune da laceranti e passati dolori.
Nessun rancore per la pietà sempre frenata,
ognuno percorre il suo ponte.
Mai esiterei a vibrar mortale colpo
se la spada finale dovessi trovare.
Paralizzante pozione ti sputerei
se la magia dovesse rapirmi.
Ma disarmato è il mio tutto
conscio di un nero incombente,
tramutato in nube avvolgente.
All’interno soffoco e mi sgretolo,
coinvolto nell’ombrosa implosione.
Nero fumo trasuda dalla mia cute,
collante e calamitata diventa la mia pelle.
E’ l’epilogo.
Consapevole della mutazione
ancora forte mi oppongo all’esteriore eclissi.
Bestia sadica, che tu sia maledetta!
Non abbattere i sogni miei,
son forte lido d’appoggio.
Una roccia nell’oceano sono,
fibra del vitale filo.
E’ l’epilogo.

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