O nefaste ombre,
estirpate il mio cuore
ché cessi di lacrimare.
La sua buccia screpolate,
o incestuose figure,
sì che sanguini latente.
Con occhio tradito apra
al ribollire dell’uscio,
o mutevoli donzelle.
Forza, potere e inganno
di rapimento odorano.
Le vibrazioni son ninfa
dalla penna allattate,
illuminate dalle onde
corteccia son le membra.
In vuoto vi tramutai,
di arcobaleno allergico
al tornar vostro tingendo.
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