Ratei e risconti
Vediamo come si calcolano e contabilizzano i ratei ed i risconti

da | 15 Mar 2015 | Economia aziendale e Diritto commerciale | 8 commenti

I ratei e risconti nella contabilità generale sono sempre stati una brutta bestia per gli studenti.

Proprio per questo abbiamo ideato la seguente semplicissima guida nella speranza di spiegare, una volta per tutte, cosa sono e come funzionano i ratei ed i risconti.

Ricordiamo comunque che abbiamo già messo a disposizione dei nostri lettori un programma per il calcolo e la contabilizzazione dei ratei e risconti. Ed anche che abbiamo sviluppato un programma per la contabilizzazione di qualsiasi operazione in partita doppia.

 

La spiegazione sui ratei e risconti si suddivide nelle seguenti fasi:

Come si identifica il rateo o il risconto contabile

C’è un rateo o un risconto tutte le volte che ci si trova di fronte ad un costo o ad un ricavo che riguarda un periodo a cavallo tra due anni.

Il rateo o il risconto nasce appunto dall’esigenza contabile di dividere il costo o il ricavo in 2 parti, ciascuna parte relativa all’anno che la riguarda.

Il rateo o il risconto serve quindi per inserire nella contabilità generale di in un anno solare solo la parte di costo o ricavo di competenza di quello stesso anno.

Ecco alcuni esempi che riprenderemo per tutte le fasi della nostra spiegazione.

1° esempio

Il portafoglio titoli della nostra azienda è composto da euro 100.000 di BTP, che fruttano un tasso di interesse annuo del 3,6% da riscuotere semestralmente in via posticipata alle date del 1°/11 e 1°/5 di ogni anno di durata dell’investimento.

Esito

In questo caso il rateo o il risconto (vedremo poi quali dei due) esiste e va contabilizzato, perché c’è un periodo che sta a cavallo d’anno: quello che riguarda i 2 mesi di novembre e dicembre per l’anno in corso e quello relativo ai 4 mesi da gennaio ad aprile per l’anno successivo.

2° esempio

La nostra impresa ha acceso un mutuo bancario con la banca XX di euro 200.000, che è gravato da interessi al tasso annuo del 6%, da pagare mensilmente in via posticipata, il 15 di ciascun mese.

Esito

In questo caso il rateo o il risconto esiste e va contabilizzato, perché c’è un periodo che sta a cavallo d’anno: quello che riguarda i 16 giorni che vanno dal 15 al 31 dicembre per l’anno in corso e quello relativo ai 15 giorni che vanno dal 1° al 15 gennaio per l’anno successivo.

3° esempio

E’ stata stipulata una polizza assicurativa per garantire dagli eventi di incendio e furto che potrebbero verificarsi nei locali amministrativi della nostra impresa: è previsto un premio semestrale di euro 12.000 da pagarsi anticipatamente il 1° ottobre ed il 1° aprile di ciascun anno.

Esito

In questo caso il rateo o il risconto esiste e va contabilizzato, perché c’è un periodo che sta a cavallo d’anno: quello che riguarda i 3 mesi da ottobre a dicembre per l’anno in corso e quello relativo ai 3 mesi da gennaio a marzo per l’anno successivo.

4° esempio

La nostra azienda ha locato un appartamento invenduto: il canone trimestrale è di euro 6.000 ed il contratto prevede il pagamento anticipato dello stesso, da parte del soggetto che ha preso in affitto l’abitazione, alle date del 1° marzo, 1° giugno, 1° settembre e 1° dicembre.

Esito

In questo caso il rateo o il risconto esiste e va contabilizzato, perché c’è un periodo che sta a cavallo d’anno: quello che riguarda il mese di dicembre per l’anno in corso e quello relativo ai 2 mesi di gennaio e febbraio per l’anno successivo.

5° esempio

La nostra impresa, allo scopo di far fruttare la liquidità detenuta, ha aperto un conto deposito di euro 150.000 presso la banca XX al tasso di interesse annuo del 2,50%, con accredito degli interessi al 31 dicembre di ogni anno.

Esito

In questo caso il rateo o il risconto non esiste e non va quindi contabilizzato, perché non c’è un periodo che sta a cavallo d’anno: l’incasso degli interessi coincide infatti con la fine di ciascun anno solare e pertanto non ci sono problemi di competenza per i quali è necessario il calcolo e la contabilizzazione di un rateo o di un risconto (non prenderemo più in considerazione questo 5° esempio nelle fasi successive della nostra spiegazione).

 

Quando abbiamo un rateo e quando invece abbiamo un risconto

La regola per capire se ci si trova di fronte ad un rateo o ad un risconto è molto semplice: quando il pagamento o l’incasso è posticipato rispetto al periodo a cavallo d’anno abbiamo un rateo (vedremo poi se attivo o passivo); se invece il pagamento o l’incasso è anticipato rispetto al periodo a cavallo d’anno abbiamo un risconto.

Rateo

incasso o pagamento di una somma in via posticipata, rispetto al periodo a cavallo d’anno.

Risconto

incasso o pagamento di una somma in via anticipata, rispetto al periodo a cavallo d’anno.

 

Vediamo con i nostri esempi se abbiamo un rateo o un risconto.

1° esempio

Il portafoglio titoli della nostra azienda è composto da euro 100.000 di BTP, che fruttano un tasso di interesse annuo del 3,6% da riscuotere semestralmente in via posticipata alle date del 1°/11 e 1°/5 di ogni anno di durata dell’investimento.

Esito

Trattasi di un rateo (vedremo poi se attivo o passivo), perché l’incasso è posticipato.

2° esempio

La nostra impresa ha acceso un mutuo bancario con la banca XX di euro 200.000, che è gravato da interessi al tasso annuo del 6%, da pagare mensilmente in via posticipata, il 15 di ciascun mese.

Esito

Trattasi di un rateo, perché il pagamento è posticipato.

3° esempio

E’ stata stipulata una polizza assicurativa per garantire dagli eventi di incendio e furto che potrebbero verificarsi nei locali amministrativi della nostra impresa: è previsto un premio semestrale di euro 12.000 da pagarsi anticipatamente il 1° ottobre ed il 1° aprile di ciascun anno.

Esito

Trattasi di un risconto, perché il pagamento è anticipato.

4° esempio

La nostra azienda ha locato un appartamento invenduto: il canone trimestrale è di euro 6.000 ed il contratto prevede il pagamento anticipato dello stesso, da parte del soggetto che ha preso in affitto l’abitazione, alle date del 1° marzo, 1° giugno, 1° settembre e 1° dicembre.

Esito

Trattasi di un risconto, perché l’incasso è anticipato.

 

In quali casi il rateo o il risconto è attivo e quando è passivo

Le regole per capire se il rateo (o il risconto) è attivo o passivo sono indicate nella seguente tabella:

Rateo

Risconto

Attivo

se relativo ad un ricavo

se relativo ad un costo

Passivo

se relativo ad un costo

se relativo ad un ricavo

 

Possiamo riassumere il tutto con questa ulteriore tabella:

Incasso (Ricavo)

Pagamento (Costo)

Posticipato

Rateo attivo

Rateo passivo

Anticipato

Risconto passivo

Risconto attivo

 

Vediamo con i nostri esempi se abbiamo un rateo o un risconto e se essi sono attivi o passivi.

1° esempio

Il portafoglio titoli della nostra azienda è composto da euro 100.000 di BTP, che fruttano un tasso di interesse annuo del 3,6% da riscuotere semestralmente in via posticipata alle date del 1°/11 e 1°/5 di ogni anno di durata dell’investimento.

Esito

Trattasi di un rateo attivo, perché l’incasso è posticipato e relativo ad un ricavo.

2° esempio

La nostra impresa ha acceso un mutuo bancario con la banca XX di euro 200.000, che è gravato da interessi al tasso annuo del 6%, da pagare mensilmente in via posticipata, il 15 di ciascun mese.

Esito

Trattasi di un rateo passivo, perché il pagamento è posticipato e relativo ad un costo.

3° esempio

E’ stata stipulata una polizza assicurativa per garantire dagli eventi di incendio e furto che potrebbero verificarsi nei locali amministrativi della nostra impresa: è previsto un premio semestrale di euro 12.000 da pagarsi anticipatamente il 1° ottobre ed il 1° aprile di ciascun anno.

Esito

Trattasi di un risconto attivo, perché il pagamento è anticipato e relativo ad un costo.

4° esempio

La nostra azienda ha locato un appartamento invenduto: il canone trimestrale è di euro 6.000 ed il contratto prevede il pagamento anticipato dello stesso, da parte del soggetto che ha preso in affitto l’abitazione, alle date del 1° marzo, 1° giugno, 1° settembre e 1° dicembre.

Esito

Trattasi di un risconto passivo, perché l’incasso è anticipato e relativo ad un ricavo.

 

Come si calcola il rateo o il risconto

Per calcolare il rateo o il risconto non ci sono regole, perché ogni problema è un caso a sé: bisogna solo usare un po’ di ragionamento e tanto buon senso.

Vale però la seguente regola generale circa i periodi che devono essere considerati per il calcolo:

Ratei

si considera il tempo che va dall’inizio del periodo (a cavallo d’anno) alla fine dell’anno in corso.

Risconti

si considera il tempo che va dall’inizio dell’anno successivo fino alla fine del periodo a cavallo d’anno.

 

Vediamo con i nostri esempi come si calcolano i ratei ed i risconti.

1° esempio

Il portafoglio titoli della nostra azienda è composto da euro 100.000 di BTP, che fruttano un tasso di interesse annuo del 3,6% da riscuotere semestralmente in via posticipata alle date del 1°/11 e 1°/5 di ogni anno di durata dell’investimento.

Calcolo

Il rateo attivo riguarda un periodo di 2 mesi (dal 1°/11 al 31/12) e quindi il calcolo è il seguente:

€ 100.000 x 3,6% x 2/12 = € 600

2° esempio

La nostra impresa ha acceso un mutuo bancario con la banca XX di euro 200.000, che è gravato da interessi al tasso annuo del 6%, da pagare mensilmente in via posticipata, il 15 di ciascun mese.

Calcolo

Il rateo passivo riguarda un periodo di 16 giorni (dal 15 al 31 dicembre) e quindi il calcolo è il seguente:

€ 200.000 x 6% x 16/365 = € 526,03

3° esempio

E’ stata stipulata una polizza assicurativa per garantire dagli eventi di incendio e furto che potrebbero verificarsi nei locali amministrativi della nostra impresa: è previsto un premio semestrale di euro 12.000 da pagarsi anticipatamente il 1° ottobre ed il 1° aprile di ciascun anno.

Calcolo

Il risconto attivo riguarda un periodo di 3 mesi (dal 1°/1 al 31/3) e quindi il calcolo è il seguente:

€ 12.000 x 3/6 = € 6.000

4° esempio

La nostra azienda ha locato un appartamento invenduto: il canone trimestrale è di euro 6.000 ed il contratto prevede il pagamento anticipato dello stesso, da parte del soggetto che ha preso in affitto l’abitazione, alle date del 1° marzo, 1° giugno, 1° settembre e 1° dicembre.

Calcolo

Il risconto passivo riguarda un periodo di 2 mesi (dal 1°/1 al 28/2) e quindi il calcolo è il seguente:

€ 6.000 x 2/3 = € 4.000

 

Come si contabilizza il rateo o il risconto

Rimane solo da vedere (e capire) come si contabilizzano i ratei ed i risconti.

Anche per quest’ultimo punto della nostra spiegazione utilizziamo i nostri consueti esempi, ricordandovi il nostro programma gratuito di calcolo e contabilizzazione di ratei e risconti, nonchè il nostro manuale di contabilità per capire tutta la contabilità generale e le scritture in partita doppia.

 

1° esempio Il portafoglio titoli della nostra azienda è composto da euro 100.000 di BTP che fruttano un tasso di interesse annuo del 3,6%, da riscuotere semestralmente in via posticipata alle date del 1°/11 e 1°/5 di ogni anno di durata dell’investimento.
Scritture contabili

31/12

esercizio corrente      
Rateo attivo a    Interessi attivi

600,00

Descrizione: integrata la parte di ricavo di competenza

1/5

esercizio successivo      
Banca o altro a    Diversi

1.800,00

Interessi attivi

1.200,00

Rateo attivo

600,00

Descrizione: rilevato ricavo con chiusura del rateo attivo riaperto ad inizio esercizio

2° esempio

La nostra impresa ha acceso un mutuo bancario con la banca XX di euro 200.000, che è gravato da interessi al tasso annuo del 6%, da pagare mensilmente ed in via posticipata, il 15 di ciascun mese.

Scritture

contabili

31/12

esercizio corrente

 

 

 

Interessi passivi a    Rateo passivo

526,03

Descrizione: integrata la parte di costo di competenza

15/1

esercizio successivo

 

 

 

Diversi a    Banca o altro

1.019,18

Interessi passivi

493,15

Rateo passivo

526,03

Descrizione: rilevato costo con chiusura del rateo passivo riaperto ad inizio anno

3° esempio

E’ stata stipulata una polizza assicurativa per garantirsi dagli eventi di incendio e furto che si potrebbero verificare nei locali amministrativi della nostra impresa: è previsto un premio semestrale di euro 12.000 da pagarsi anticipatamente il 1° ottobre ed il 1° aprile di ciascun anno.

Scritture

contabili

1/10

esercizio corrente

 

 

 

Premi assicurativi a    Banca o altro

12.000,00

Descrizione: rilevato componente negativo di reddito

31/12

esercizio corrente

 

 

 

Risconto attivo a    Premi assicurativi

6.000,00

Descrizione: stornata la parte di costo non di competenza

1/1

esercizio successivo

 

 

 

Conto Economico a    Risconto attivo

6.000,00

Descrizione: imputato all’esercizio in corso la quota di costo di competenza

4° esempio

La nostra azienda ha locato un appartamento invenduto: il canone trimestrale è di euro 6.000 ed il contratto prevede il pagamento anticipato dello stesso, da parte del soggetto che ha preso in affitto l’abitazione, alle date del 1° marzo, 1° giugno, 1° settembre e 1° dicembre.

Scritture

contabili

1/12

esercizio corrente

 

 

 

Banca o altro a    Fitti attivi

6.000,00

Descrizione: rilevato componente positivo di reddito

31/12

esercizio corrente

 

 

 

Fitti attivi a    Risconto passivo

4.000,00

Descrizione: stornata la parte di ricavo non di competenza

1/1

esercizio successivo

 

 

 

Risconto passivo a    Conto Economico

4.000,00

Descrizione: imputato all’esercizio in corso la quota di ricavo di competenza

 

Non resta che augurarvi un grande “in bocca al lupo” ragazzi!

8 Commenti

  1. Francesco

    Buongiorno,
    nelle scritture contabili 3 e 4 (risconti), credo che per migliore chiarimento, si debba indicare come scrittura di apertura del nuovo esercizio la seguente (caso 3):

    premi assicurativi a risconti attivi

    oppure

    dopo conto economico a risconti attivi

    inserire premi assicurativi a conto economico

    Rispondi
    • Steve Round

      Sì, è vero Francesco, così è più chiaro.

      Rispondi
  2. Valerio

    molto utile, ma non capisco il modo in cui scrivete la partita doppia, come faccio a capire quale va a destra e quale importo va a sinistra?

    Rispondi
    • Steve Round

      E’ molto semplice: quando i conti stanno a sinistra, cioè prima della “a”, vanno a sinistra (dare), quando invece i conti stanno a destra, cioè dopo la “a”, vanno a destra (avere).

      Rispondi
  3. Gabriella

    Molto chiaro e ben descritto.
    Complimenti

    Rispondi
  4. Giusy Amato

    complimenti
    avete salvato mio figlio

    Rispondi
    • Steve Round

      Grazie Giusy.
      E’ proprio questo il nostro intento quando pubblichiamo articoli.

      Rispondi
  5. Elena

    Grazie mille è utilissimo, sto ricominciando a studiare ed chiarissimo come lo spiegate.
    Grazie ancora.
    Elena

    Rispondi

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