Rinegoziazione obbligatoria dei mutui a tasso variabile
Nel 2023 c’è l’obbligo delle banche (su richiesta) di trasformare il tasso variabile dei mutui in tasso fisso

da | 22 Dic 2022 | Banca e bancari | 0 commenti

Con la Legge di Bilancio 2023 ritorna una vecchia norma che permette ai debitori mutuatari di chiedere alle banche (e ottenere obbligatoriamente) la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile in tasso fisso.

Questa possibilità, in un periodo di tassi di interesse crescenti come l’attuale, è una vera e propria manna scesa dal cielo.

Ciò in quanto coloro che hanno preso un mutuo ipotecario a tasso variabile rischiano seriamente di trovarsi a breve con una rata d’importo molto più alto, con il pericolo quindi che essa diventi materialmente insostenibile. Infatti, nel prossimo futuro è prevedibile un forte rialzo del costo del denaro, anche a causa delle politiche monetarie restrittive messe in atto dalle banche centrali, da ultimo dalla BCE.

La trasformazione del tasso variabile in tasso fisso è, come detto, un obbligo per le banche e quindi un diritto dei mutuatari, anche se tale diritto non è automatico perchè serve comunque una richiesta (scritta) da parte del debitore. L’obbligo per le banche di rinegoziare il mutuo, operando così il passaggio dal variabile la fisso, sussiste però solo se sussistono delle condizioni.

Le condizioni che permettono l’ottenimento del tasso fisso sono riepilogate alla fine del nostro programma gratuito di confronto a fondo pagina. Con il nostro programma on line mettiamo in condizione gli interessati di valutare la convenienza del passaggio a tasso fisso, facendo un confronto fra la rata attuale e quella che ci sarà una volta che il mutuo sarà regolato a tasso fisso. A tal fine è sufficiente inserire nelle celle bianche del programma i pochi dati richiesti, relativi al mutuo in essere.

Aggiungiamo solo qualche altra importante informazione.

L’agevolazione vale solo per tutto il 2023. Il tasso fisso di atterraggio è pevisto dalla normativa, ma le banche possono considerarlo un valore massimo e quindi applicare condizioni di tasso migliorative. Anche la condizione che non ci devono essere stati ritardi nei pagamenti è superabile con un diverso accordo tra le parti. Infine, il mutuatario e la banca possono anche concordare che la rinegoziazione avvenga con l’allungamento del piano di rimborso del mutuo, ma per un periodo massimo di cinque anni e purchè la durata residua del mutuo post rinegoziazione non diventi superiore a venticinque anni.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share This