Ettore Majorana, la scomparsa
La scomparsa di Ettore Majorana

da | 19 Mar 2009 | Società | 0 commenti

Introduzione

Premessa

Una cara amica, nel tempo delle lettere, mi riferì di essere circondata da nobili scienziati, da luminari astrusi che, farfugliando e aritmetizzando i contesti cognitivi e sociali, si aggruppavano.

Io non risposi a quel pretesto con le parole adatte e rimandai tempo per tempo la maturazione di una cronica convinzione. D’altronde il pretesto era consono solo al fatalismo, alla presa d’atto e di distanza. Che poi fosse delle scienze il dovere di dipanare anziché velare e l’obbligo di armonizzare e non troncare questo ancora era ed è un giudizio condiviso. Condiviso come il sogno di una umanizzazione prenaturale, libera, perciò, dalla legge della forza. Ma l’eguaglianza è un mistero e tutto ciò che rientra nell’esercizio del potere se non è costipato con giusto equilibrio è schiavitù.

Il 25 marzo del 1938, Majorana spariva

I tempi, ben dilatati, che ci separano da quel dì hanno consentito, a tutti i livelli, un’ampia discussione e numerose indagini. I fatti, le cui circostanze si sono man mano gonfiate del vento dell’ignoto e della brezza notturna, sono il modello classico di un giallo.

Il morto persiste nel silenzio di un convento o di un lontano espatrio, oppure sotto il flusso delle onde. La cosa certa è che la scomparsa si è risolta in dissoluzione.

Se cercate, da infaticabili trovatori, scoprirete anche i più fini, seppur talvolta discutibili, dettagli.

Ovunque ci sono notizie, indagini e prove.

Proviamo però a seguire, per una volta, un filone di inchiesta che si è arenato trent’anni fa e che appartiene alla penna geniale di Sciascia.

Per ricominciare da Sciascia dobbiamo cogliere, necessariamente, l’indicazione geometrica di un amico, che ha tentato di materializzare con i segni matematici un rischio, da quel rischio poi possiamo ripartire.

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