Introduzione
Indice
UNIVERSITA’ CA’ FOSCARI DI VENEZIA
Facoltà di Economia
Corso di laurea in Economia e Commercio
FATTORI DI ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI ESTERI IN IRLANDA
Relatore: Ch.mo Prof. Ferruccio Bresolin
Laureando: Alberto De Luca
Anno Accademico: 1999/2000
È indubbio che il “boom economico” che l’EIRE [1] ha vissuto negli ultimi dieci anni rappresenti più un’eccezione che la regola, nel desolato panorama della crescita economica mondiale.
Da più parti si è sostenuto che detto sviluppo economico è stato la diretta conseguenza di politiche fiscali aggressive, tali da configurare questo paese come un paradiso fiscale [2].
D’altro lato sono ben più numerosi gli studi che cercano invece di dimostrare come sia assolutamente riduttivo spiegare questa crescita economica riconducendola soltanto agli effetti tipici dell’economia di un “tax heaven”, anche se è innegabile che l’intelligente politica fiscale adottata abbia svolto un ruolo determinante in questo processo di crescita.
Partendo, nella presente trattazione, dal contesto internazionale in cui il Paese si è venuto a trovare ed analizzando quindi le normative comunitarie relative all’armonizzazione e alla concorrenza fiscale, si vuole arrivare a descrivere in primo luogo il sistema tributario irlandese e la sua compatibilità con le suddette norme, arrivando, in ultima analisi a definire a grandi linee l’incidenza che la sua condotta fiscale avrà in Europa.
Nel primo capitolo, in particolare, dopo aver effettuato un’analisi sui contenuti dei due più importanti documenti che regolano la concorrenza fiscale infra – comunitaria, ossia il rapporto Monti e la relazione OCSE, si cercherà di capirne la validità e l’efficacia, accennando solamente alla fine del capitolo al fisco irlandese, in relazione alle sue agevolazioni fiscali segnalate nella lista dei sistemi fiscali potenzialmente distorsivi stilata dall’OCSE e nella Black list del gruppo Primarolo.
Il sistema fiscale dell’EIRE sarà invece trattato con maggiore specificità nel secondo capitolo, dove la normativa fiscale irlandese verrà descritta, ma evitando di svolgere una analisi del fisco squisitamente tecnica, per concentrarsi invece sulla verifica della sua legittimità sostanziale e dei molteplici risvolti che questa sta avendo in ambito comunitario. Si spiegherà, in altre parole, perché l’U.E. è stata costretta ad accettare le decisioni in materia fiscale adottate dal Governo di Dublino, e fino a che punto queste hanno determinato il successo economico del paese.
Sulla base delle considerazioni svolte nei suddetti capitoli, si capirà infine quali importanti conseguenze ha determinato il comportamento fiscale dell’EIRE all’interno dell’U.E. . Si capirà cioè se l’Irlanda deve essere considerata un caso isolato e difficilmente imitabile, o se piuttosto deve essere considerato il primo di una serie di cambiamenti destinati a rivoluzionare i regimi tributari comunitari, con tutte le conseguenze del caso.
[1] Eire è il nome inglese della Repubblica d’Irlanda (dall’antico gaelico Poblacht Na h’Eireann). Nella presente trattazione si userà indistintamente il nome Irlanda o Eire con riferimento sempre e comunque alla Repubblica d’Irlanda.
[2] Si veda a tal proposito quanto affermato da G.Cervino in un suo recente articolo: “Riforma fiscale irlandese”, La settimana fiscale, n.3 anno 2000.
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