Irlanda - paradiso fiscale
Indice
CAPITOLO SECONDO
IRLANDA: UN PARADISO FISCALE?
Chi pensava, negli anni passati, che con l’avvento della normativa europea sull’armonizzazione dei sistemi e l’eliminazione delle “oasi tributarie”, anche l’investimento in Irlanda avrebbe perso la sua appetibilità, si è dovuto ricredere di fronte alla risposta chiara e coerente che l’esecutivo ha saputo dare.
Non vi è dubbio alcuno che il miracolo irlandese sia frutto di scelte coraggiose e che spesso questa Nazione sia stata vista come un partner scomodo dagli altri Paesi europei, che non hanno esitato nel farle attacchi più o meno diretti relativamente ad una presunta elusione delle norme sulla corretta concorrenza fiscale infra – comunitaria.
Critiche tra l’altro non sempre inopportune. Un esempio su tutti è costituito dalla zona circostante l’aeroporto di Shannon, di cui si parlerà tra poco e che poteva essere vista quasi come una zona off – shore vera e propria.
Consapevole dell’impossibilità di mantenere troppo a lungo un simile regime preferenziale, il Governo ha preferito andare incontro alla U.E, anticipando eventuali misure atte a smantellare molte delle strutture predisposte unicamente al fine di attrarre nuovi investitori stranieri [31].
Non vi fu altra scelta quindi, se non che quella di cercare di difendere i diritti acquisiti da coloro che già avevano compiuto investimenti in Irlanda, limitando però il godimento di tali agevolazioni sotto un punto di vista temporale, e presentando un piano finalizzato al progressivo smantellamento delle stesse agevolazioni.
In questo capitolo si analizzerà questa normativa fiscale irlandese, per verificarne oltre alla legittimità sostanziale, i molteplici risvolti in ambito comunitario.
[31] Ecco quindi che, come visto nel precedente capitolo, risulta inspiegabile la segnalazione, fatta a tal riguardo nella lista Primarolo.
0 commenti