Finanziamenti alle PMI per il ricorso a fonti d’energia rinnovabili
Con la pubblicazione sulla GU n. 12 del 16 gennaio scorso del bando del Ministero dell’Ambiente, le PMI (piccole e medie imprese) hanno adesso la possibilità di chiedere un contributo per finanziare le spese d’installazione di impianti destinati alla produzione di energia elettrica e/o termica da fonti rinnovabili.
Le imprese interessate sono quelle che hanno adottato la contabilità ordinaria quale proprio regime contabile e che, al momento di presentazione della domanda, non sono sottoposte ad alcuna procedura concorsuale, né ad amministrazione controllata. L’agevolazione è ammessa, inoltre, solo per le piccole e medie imprese che possono vantare almeno un bilancio annuale approvato.
Il procedimento previsto per arrivare all’ottenimento del finanziamento pubblico è abbastanza complesso, perché si cerca di garantire, in ogni fase, il più rigoroso rispetto della normativa, nella consapevolezza di contribuire così facendo allo sviluppo delle energie alternative nel paese, in questo caso attraverso l’intermediazione delle realtà aziendali. Si parte dalla presentazione della domanda (modulo rintracciabile sul sito del Ministero Ambiente www.minambiente.it), che deve essere corredata, in forma cartacea e su supporto digitale, di tutta la documentazione riguardante gli aspetti tecnici ed economici del progetto.
L’istruttoria preliminare della richiesta è affidata alla MCC S.p.A., che valuterà le pratiche ricevute in ordine di spedizione e fino all’esaurimento dei fondi, quantificati da un impegno finanziario a carico del bilancio dello Stato di ben 25 milioni e ottocentomila euro. Le verifiche in questa prima fase riguarderanno esclusivamente la completezza della domanda, la sussistenza dei requisiti soggettivi e la capacità finanziaria dell’impresa richiedente, relativamente alle spese da sostenere per la realizzazione del progetto indicato.
Entro 60 giorni dalla ricezione della documentazione completa la società incaricata trasferirà le pratiche in regola ad un’apposita Commissione Tecnica nominata dalla Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell’Ambiente, alla quale compete la fondamentale valutazione della validità tecnica dell’intero progetto e della pertinenza dei costi. La Commissione decide a sua volta entro il termine di 60 giorni. A questo punto, visti gli atti precedenti, il Ministero dell’Ambiente emana il decreto di ammissione all’agevolazione e ne dà comunicazione alle imprese beneficiarie.
L’erogazione effettiva del contributo, a favore delle aziende rientranti nell’elenco definitivo, è sempre a cura della MCC S.p.A., che provvederà però solo alla conclusione dei lavori per l’installazione dei progettati impianti di produzione d’energia rinnovabile. Tali lavori devono essere realizzati dalle imprese richiedenti l’agevolazione entro i 180 giorni successivi alla ricezione della comunicazione del decreto d’ammissione, anche se è possibile chiedere la proroga del termine di fine lavori mediante la presentazione di un’istanza motivata al Ministero Ambiente.
Inoltre, l’esecuzione degli interventi programmati è costantemente monitorata dal Ministero, al quale le organizzazioni beneficiare del finanziamento pubblico dovranno inoltrare sia la necessaria documentazione tecnica d’inizio lavori, sia quella relativa alla conclusione degli stessi. Soprattutto quest’ultima è particolarmente ponderosa, perché include, tra l’altro, le dichiarazioni di conformità e di verifica tecnico-funzionale dell’opera, il consuntivo delle spese sostenute e la certificazione, anche fiscale, delle stesse, con separata indicazione degli importi per fornitura di componenti da quelli per posa in opera.
Nello specifico gli stanziamenti sono concessi per gli interventi finalizzati alla realizzazione di:
- impianti fotovoltaici, installati su strutture edilizie o che siano parte degli elementi costruttivi di strutture edilizie, ivi compresi gli elementi di arredo urbano. Non sono invece ammessi al finanziamento i progetti che prevedano moduli fotovoltaici posizionati al suolo.
Le celle solari, composte di silicio e generalmente predisposte in serie, si basano sull’effetto fotovoltaico, che trasforma direttamente la radiazione luminosa in energia elettrica mediante l’uso di due elettrodi di materiale semiconduttore, tra i quali si stabilisce una differenza di potenziale per effetto dell’intensa illuminazione di uno di essi.
Il contributo per l’installazione di questa fonte d’energia, alternativa a quella più sfruttata proveniente dai combustibili fossili, varia tra il 50 ed il 60% delle spese, a seconda della Regione di ubicazione dell’impianto; - impianti solari termici. In questa caso l’energia rinnovabile del sole è utilizzata, sempre attraverso pannelli solari, per il riscaldamento dell’acqua. Gli ostacoli maggiori sono rappresentati, anche per tali impianti, dall’imprevedibilità delle condizioni atmosferiche, dalla non uniformità dell’irradiazione solare sul territorio e, soprattutto, dai problemi di immagazzinamento dell’energia prodotta;
- impianti eolici con una potenza minima per ciascun aerogeneratore non inferiore a 10 kW.
Lo sfruttamento dell’energia eolica per la produzione di energia elettrica incontra ostacoli complessi per il fatto che il processo di conversione perde gran parte del suo rendimento in quanto avviene in modo indiretto, con dei passaggi intermedi generalmente consistenti nella produzione di energia meccanica e termica. - impianti termici a biomassa con una potenza minima, per singolo bruciatore, superiore a 150 kW.
La biomassa è materiale organico (p.es. rifiuti urbani) prodotto per fotosintesi, in grado di generare energia mediante processi di combustione, distillazione, fermentazione, massificazione, etc…
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